Letteratura

La felicità del gabbiano Jonathan

Trascorro le mie vacanze in Maremma da anni: amo questa terra posta all’estremo sud della nostra regione toscana perché riesce a trasmettermi una sensazione di libertà che pochi altri luoghi sanno regalarmi …

Un microcosmo perfetto dove convivono tutte le diversità del suo territorio: mare, collina, montagna si fondono insieme e colorano diversamente il paesaggio: l’azzurro cristallino del mare dell’ Argentario, il nero degli scogli di Talamone, il giallo delle lunghe passeggiate di Castiglione della Pescaia , il verde della pineta marittima che avvolge il promontorio che accoglie in seno Punta Ala, fino alle tante tonalità del marrone del Monte Amiata.

E poi c’è il cielo, quel bel cielo azzurro e terso sempre mosso dalla brezza del vento con le nuvole che giocano continuamente a rincorrersi …quando passeggio sul pontile del porto al mattino presto, l’odore del mare, il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli, il grido dei gabbiani mi coinvolge, mi penetra dentro e mi fa sentire felice di prendere parte, anche solo per qualche istante, all’universo meraviglioso di cui la natura ci fa dono in questo mondo,ogni giorno che viviamo .

Felicità, una parola che racchiude in se’ infiniti significati, esattamente come scriveva Richard Bach:

Crescendo impari che la felicità non è quella delle grandi cose.

Non è quella che si insegue a ventanni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi

la felicità non è quella che affannosamente si insegue credendo che lamore sia tutto o niente

non è quella delle emozioni forti che fanno il bottoe che esplodono fuori con tuoni spettacolari

la felicità non è quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.

Crescendo impari che la felicità è fatta di cose piccole ma preziose

e impari che il profumo del caffè al mattino è un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.

E impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore,

che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,

e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dallinverno, e che sederti a leggere allombra di un albero rilassa e libera i pensieri.

E impari che lamore è fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,

e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccoli attimi felici.

E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.

E impari che tenere in braccio un bimbo è una deliziosa felicità.

E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami

E impari che c’è felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c’è qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino

in ogni gabbiano che vola c’è nel cuore un piccolo-grande

Jonathan Livingston.

E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità

Ebbene , questa è a mio sentire la più bella descrizione che sia mai stata fatta sul concetto di che cosa sia davvero per ciascuno di noi il sentimento della felicità: vorrei potere essere stata io a scrivere queste bellissime parole che scorrono una dietro l’altra in poesia, con una loro insita melodia che riecheggia nelle orecchie, per meglio scandire ogni sillaba, ogni pausa, ogni immagine che vi viene evocata.

Ma non ho questo merito! Queste parole appartengono ad un piccolo romanzo che fu scritto nel lontano 1970 dallo scrittore americano Richard Bach dal titolo Il gabbiano Jonathan Livingston .

Per presentarvelo al meglio non saprei davvero come poterlo definire, se non una popolarissima novella lunga oppure, un famoso romanzo breve!

La trama ha molti elementi tipici della fiaba ed è incentrata sulla figura del gabbiano Jonathan e sulla sua passione per il volo come metafora della vita e della libertà.

Una favola per adulti a sfondo spirituale, che descrive un percorso di miglioramento interiore attraverso una serie di tappe intermedie: ciò che importa è la salute dell’anima e il volo del gabbiano rappresenta il distacco dal corpo e dal mondo terrestre per abbracciare una dimensione celeste o comunque metafisica, superiore. 

Bach dichiarò che la storia era ispirata a un pilota acrobatico di nome John H. Johnny Livingston (Cedar Falls, Iowa, 30 novembre 1897 -30 giugno 1974), particolarmente attivo nel periodo fra gli anni Venti ed i Trenta.

Insomma, in sole centosessanta pagine (di tanto o di cosi poco, si compone questo libro!), è racchiusa un’incredibile profondità di sentimenti.

Sapete dunque quale è il mio consiglio odierno? Invitare alla lettura tutti coloro che non lo hanno ancora fatto.

Vi impegnerà davvero poco, addirittura meno di un pomeriggio , ma in quelle ore in cui leggerete questo breve romanzo, potrete accorgervi che almeno per una volta, ognuno di noi può essere in grado di volare in alto , sospinto dai sentimenti che ospita nel proprio cuore, finalmente libero di lasciarsi andare nel vento!

E sono altrettanto certa che, dopo che lo avrete letto , quando vi capiterà di ammirare alto nel cielo il volo di un gabbiano, anche voi non potrete fare a meno di pensare, come accade a me, che forse il suo nome è Jonathan!

 

 

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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