The Piano man
Oggi non potevo certo esimermi dal fare gli auguri ad uno dei miei due artisti musicali preferiti , il grande Billy Joel!
Suppongo vi sia dunque facile immaginare quale sia il mio altro favorito, considerato il fatto che si sta parlando del più caro amico del protagonista di questo articolo: il grande Elton John
In tutto questo vi è una logica, poiché entrambi sono considerati cantanti di pari valore, protagonisti assoluti della musica degli anni Settanta ed Ottanta in entrambi i paesi anglosassoni che gli hanno dato i natali: Stati Uniti d’America ed Inghilterra.
Billy Joel è stato spesso definito infatti come l’Elton John americano ma, probabilmente, Joel è sempre apparso meno trasgressivo ed eccentrico del suo collega, comunque un artista di grande e raffinata sensibilità musicale.
La sua passione per la musica classica traspare facilmente in tutto il repertorio, un repertorio vasto ed interessante, in cui questo artista è riuscito con abilità a coniugare la musica folk con il country ed anche con il rock.
Billy Joel è un genio romantico del piano, un ex pianista da night club che è passato anche dalla boxe prima di diventare uno degli artisti più amati dal pubblico americano.
Infatti, Billy è da sempre considerato nell’immaginario musicale, il Piano man, esattamente come si intitola la sua canzone più famosa, quella che dà il nome all’album del 1973, il secondo della sua carriera. Oggi forse un tipo di percorso del genere non sarebbe più possibile perché, sebbene Piano man gli abbia dato credibilità ed un primo accesso alle classifiche (top 30), occorsero per Joel ben 5 lunghi anni ed molti dischi per arrivare ad ottenere la fama. Adesso però, possiamo gridarlo forte: il suo, fu davvero un grande successo!
Con The stranger, il suo album del 1977, arriverà ad essere addirittura certificato 10 volte Album di Platino (ovvero 10 milioni di copie vendute) solo negli Stati Uniti: un risultato che Joel supererà anche un’ altra volta nel 1985 e non con un album di inediti, bensì con un Greatest Hits composto di ben due volumi.
Con la canzone Just the Way You Are arriva al terzo posto della classifica dei singoli e vince due premi Grammy come canzone e registrazione dell’anno. Subito dopo, inanella altri due singoli da top 20: Movin’ put e She’s always a woman e poi a seguire Only the good die young: infine una canzone che sarà considerata una delle migliori del suo repertorio, Scenes from an Italian restaurant.
Il Billy Joel del 1977 diventa sempre più maturo, musicalmente parlando: ha certamente avuto il tempo di farlo dagli esordi, e ha finalmente trovato il suo suono, meno introverso dei primi dischi, seppure non ancora dichiaratamente pop, come si realizzerà negli anni ’80.
E’ comunque da considerarsi un cantautore dall’enorme successo per una trentina di anni, dagli inizi degli anni Settanta fino al 1993, l’anno in cui pubblica il suo ultimo album River of dreams.
Una piccola curiosità: il nostro Billy, quando era bambino, non voleva assolutamente studiare pianoforte ed il suo sogno era ben altro; fu il padre (che di professione era un pianista classico) ad insistere ma il giovane William Martin Joel era molto più interessato a tirare di boxe (disciplina che effettivamente più si addiceva per difendersi nelle strade del Bronx, quartiere in cui era nato) che non ad usare le porprie dita per accarezzare i tasti bianchi e neri di un pianoforte.
Poi arrivarono i Beatles …E la loro musica accese in Billy la passione!
Assieme a Piano Man, The Strangers è forse il suo disco migliore: un lavoro dove si mischia la vocazione classico-romantica a quella folk-rock (più di tendenza in quegli anni). Just The Way You Are, è invece considerato il pezzo più celebre dell’artista, una ballata soffice, permeata di un immenso romanticismo, come una serata speciale trascorsa al lume di candela, in assoluta intimità con la persona che si ama: la sua bellissima voce si accompagna alla strumentalizzazione leggera degli accordi eseguiti al pianoforte e degli interventi al sax (che sono davvero struggenti), da ascoltare e riascoltare mille volte!
She’s Always A Woman è invece considerato dalla critica, il pezzo Joeliano per eccellenza: romantico e malinconico, con quella sua voce che galleggia sulle note di un pianoforte. Una canzone d’amore da far affiorare le lacrime agli occhi per chiunque abbia qualcosa da ricordare, più o meno tutti a questo mondo.
Nel 1983 Joel è finalmente il Piano man, una superstar che vende decine di milioni di copie, da almeno 10 anni, ma che non ha ancora perso la voglia di sperimentare e giocare con le canzoni.
Quando sarà la volta di scrivere il singolo Tell her about it, si ispirerà al passato, offrendo un vero tributo al pop nero: un altro successo dal ritmo trascinante e coinvolgente, ispirato alle canzoni dei Temptations o delle Supremes.
Nel 1983 Joel torna alla musica delle sue origini, agli anni della giovinezza e nasce l’album The innocent man, anch’esso un omaggio ai grandi artisti che hanno fatto la musica.
Esso rimane uno dei dischi più fortunati e belli di tutta la sua carriera, una carriera che purtroppo però, da quel momento, proseguirà a fasi alterne: un greatest hits, un album live e tre album di inediti tra l’86 e il 93, prima di ritirarsi definitivamente non dai concerti, ma dalla scrittura di nuove canzoni.
Joel non pubblica musica nuova da almeno 25 anni, ovvero dal suo ultimo disco River of dreams, l’ultimo grande album da solista della sua carriera. In questi ultimi anni si è unicamente dedicato a fare musica dal vivo, esibendosi da solo oppure ospitando sul suo palco grandi star come Brian Adams, Elton John, Ray Charles e Cindy Lauper, mettendo comunque in scena dei magnifici concerti.
Infine, qualche anno fa, la casa editrice Harper Collins lo contatta per invitarlo a scrivere un libro autobiografico, in cui raccontare dei suoi lati oscuri, della sua sfera privata, dei tanti retroscena che si celano comunque dietro al mondo dello spettacolo. Il cantante avrebbe ricevuto un’ interessantissima offerta per fare questo.
Billy inizia a scrivere ma poi ci ripensa: difficile spiegare a tutti come è stata la sua esistenza straordinaria e allo stesso tempo maledetta, un lungo viaggio tra il denaro, l’alcol, il successo, il matrimonio con la donna più bella del mondo, i divorzi, un tentativo di suicidio, la riabilitazione e la profonda amicizia con Elton John.
Doveva intitolarsi The Book of Joel, non un grande titolo per un libro, ma tutto sommato non occorre certo un grande titolo quando si ha una grande storia da raccontare, ricca soprattutto di elementi che Joel non aveva mai avuto il coraggio di condividere con nessuno, forse neppure con se stesso.
«Non mi sembra più il caso – dirà in un’ intervista – Le cose più importanti che avevo da dire le ho scritte nelle mie canzoni! Non ho altro da aggiungere !» . Una scelta facilmente condivisibile.
Billy Joel ci ha lasciato già moltissimo con le sue canzoni, una fusione di melodie e storie, sempre meravigliosamente riuscite: storie di casa basse, degli angoli più malfamati dello Bronx, storie che riflettono la sua adolescenza bella e povera, durante la quale egli aveva persino tentato la via della Boxe (ricavandone pure un naso fratturato); storie di amicizie interrotte e disperate, storie di onestà, storie di amori intensi e sofferti , storie di donne che sanno piacere esattamente per quello che sono ….. per me è abbastanza e per voi ?