Un viaggio in Transilvania
«Il volto aquilino; il naso sottile con una gobba pronunciata e narici stranamente arcuate; le folte sopracciglia, quasi si congiungevano sul naso, e i ciuffi parevano arricciarsi tanto erano abbondanti. La bocca, per quel che si scorgeva sotto i folti baffi, era rigida e con un profilo quasi crudele. I denti bianchi e stranamente aguzzi, sporgevano dalle labbra, il colore acceso rivelava una vitalità stupefacente per un uomo dei suoi anni. Le orecchie erano pallide, appuntite; il mento ampio e forte, le guance sode anche se scavate. Tutto il suo volto era soffuso d’un incredibile pallore».
Una descrizione che non lascia dubbi sull’identità del personaggio e sulla sua natura sinistra, che per la prima volta acquisì dignità letteraria grazie ad Abraham Stoker, uno scrittore irlandese di fine Ottocento.
Di vampiri è piena la letterature: se ne trovavano tracce già nelle culture delle antiche civiltà,a partire da quella mesopotamica a quella ebraica e anche greca, seppur con nomi diversi e con sembianze che emulano quasi sempre i demoni o gli spiriti infernali in genere.
Il termine proprio, derivato dal serbo vampir(da cui l’inglese vampire, riportato dall’Oxford English Dictionary a partire dal 1734), comparve verso la fine del XVIII secolo, sulla scia di un riscoperto gusto dell’orrido da parte degli autori romantici, come Goethe e Lord Byron. La patria per eccellenza di queste creature venne individuata nell’Europa dell’Est poiché ricca di architetture gotiche e di leggende che alimentavano la superstizione del popolo.
A quelle credenze cominciò a interessarsi anche l’irlandese Stoker, che nella Londra vittoriana del tempo svolgeva la sua attività di giornalista nonché quella di scrittore.
A parlargli di quelle terre ed in particolare della Transilvania fu il professore ungherese Arminius Vambéry, il quale gli raccontò la storia del principe Vlad III di Valacchia (una regione posta a sud della Transilvania), noto con l’appellativo di Draculea ( che tradotto significa figlio del dragone, facendo un riferimento specifico al padre Vlad II, che fu membro dell’Ordine del Dragone).
Passato alla storia per i suoi sadici metodi di tortura (infatti era noto anche con il nome di Vlad l’Impalatore, per la sua predilezione ad impalare i nemici), il principe finì col prendere delle connotazioni immaginarie nella tradizione locale, alimentate dal doppio significato della parola rumena drac (traducibile anche come demonio), e con l’essere identificato nel figlio del demonio.
Durante la sua vita, la reputazione di essere un uomo crudele e sanguinario si diffuse in tutta Europa e principalmente nel Sacro Romano Impero.
Per la sua brutalità, Vlad divenne fonte d’ispirazione per lo scrittore irlandese nella creazione del suo personaggio più famoso, il vampiro Conte Dracula, protagonista dell’omonimo romanzo pubblicato nel 1897.
Stoker guardò a quella figura, arricchendola di elementi ripresi da altre mitologie, in particolare da quelle balcanica e nordica. Ne nacque un personaggio le cui origini abbracciavano una serie di etnie, dai Celti agli Unni, temute per secoli dai popoli del Mediterraneo.
Altra fonte d’ispirazione la trovò in articoli di giornali su un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1892, nella cittadina di Exter, nel New England. La morte di una ragazza 19enne aveva scatenato la fervida immaginazione dei suoi concittadini, sia per gli strani sintomi, pallore e inappetenza, sia per il fatto che a poca distanza morirono allo stesso modo madre, sorella e fratello.
Per la gente era un chiaro caso di vampirismo… per la medicina non poteva che trattarsi di conclamata tubercolosi!
Lo scrittore costruì il romanzo come una raccolta di pagine di diario scritte dai protagonisti della vicenda. Dal giovane avvocato inglese Jonathan Harker, che si reca in Transilvania per definire l’acquisto di una casa londinese da parte del Conte Dracula, alla sua fidanzata Mina Murray, oggetto del desiderio del vampiro che in lei rivede la moglie morta, fino al professore olandese Abraham Van Helsing, scienziato e filosofo che crede nell’esistenza del soprannaturale.
Nel romanzo Dracula è noto per essere stato, in vita, un uomo nobile e ammirevole ma, dopo la trasformazione in vampiro, diviene un predatore crudele, vizioso e senza alcuna forma di pietà. Egli si presenta come una persona soave, raffinata e sofisticata, immancabilmente gentile con la gente con cui interagisce, anche se tale cortesia è una copertura per nascondere i propri interessi personali. È anche molto orgoglioso ed altezzoso, considerando esseri inferiori tutti coloro che lo circondano, e considerando inutili i tentativi dei protagonisti di contrastarlo, e reagisce con atteggiamenti strafottenti quando viene sfidato. Si dimostra anche assai sadico nel deridere le sue vittime e giocare psicologicamente con loro.
Tuttavia, egli è anche molto cauto e diventa sempre più diffidente nei confronti dei protagonisti, nel constatare i loro progressi nella lotta contro di lui. Non è inoltre propenso al perdono verso i tradimenti e le disubbidienze da parte dei suoi sottoposti, ma è capace di mostrarsi generoso nei loro confronti.
Egli è noto per essere immensamente intelligente, avendo alle spalle secoli di esperienza e un’immensa cultura e sapienza. È capace di adattarsi rapidamente alle nuove culture e situazioni, e dimostra un’astuzia senza pari, soprattutto durante le sue schermaglie con i suoi nemici. È molto abile nel coprire le sue tracce e creare false piste, così come nel fuorviare di proposito i suoi nemici per sfuggirgli, ed è in grado di imparare facilmente dai propri errori.
Fatto circolare tra gli amici tra il 1890 e il 1893 e successivamente modificato, il libro venne messo in vendita a Londra, il 26 maggio del 1897. Trasformata per il teatro dallo stesso autore, l’opera ispirò negli anni numerosi adattamenti cinematografici, partendo dal film muto Nosferatu il vampiro(1922), capolavoro del cinema espressionista firmato dal tedesco Friedrich Wilhelm Murnau, fino ai più recenti Dracula di Bram Stoker (tre premi Oscar nel 1993) e Van Helsing (2004), diretti rispettivamente da Francis Ford Coppola e Stephen Sommers.
Il personaggio del Conte Dracula comparirà molte altre volte in storie o romanzi, scritti da un gran numero di autori di tutto il mondo, storie che possono essere addirittura considerate alle volte dei veri e propri sequel (anche se non ufficiali) del romanzo di Stoker, storie che hanno trasformato questo personaggio letterario in un vero e proprio protagonista, non soltanto di film, ma anche di teatro, pubblicità, cartoni animati e giochi per computer. E con lui, anche la Transilvania, la regione più iconica della Romania, si è trasformata in una provincia ricca di attrazioni turistiche.
Un bellissimo luogo per una bellissima vacanza…. Ma, mi raccomando, fate sempre attenzione a quanto disse il Conte:
«Benvenuti nei Carpazi. Vi aspettavo con ansia. Riposate bene questa notte. Domattina alle tre la diligenza partirà per Bucovina: troverete un posto riservato per voi…..!»