LA SFIDA- Noir

Leggere fa male

SINOSSI: Nella banda criminale del quartiere c’è un infiltrato, una talpa e i criminali intendono scovarlo, ma…

 

«Alza le mani Jack! Che stai facendo qui?» La voce ferma e decisa fece sussultare l’uomo davanti alla grande libreria.
La penombra in cui era immersa la stanza era l’unica possibilità di fuga per Jack, ma doveva muoversi con astuzia.
«Ah girati piano, tieni in vista quelle mani. Lentamente ho detto!» Lo bloccò la voce alle sue spalle.
Jack smise di respirare.
Lasciò andare il tomo che aveva sfilato dal ripiano. Riconosciuta la voce si girò tenendo le mani ben in vista. Si morse il labbro: conosceva la ferocia dell’uomo.
«Eh bravo Jack! Mi avevano detto di non fidarmi, che eri tu la talpa: non sarai un poliziotto, spero.Legatelo!»

Jack attese: a nulla sarebbe valso dirgli che era entrato nella biblioteca solo per prendere un libro da leggere, che la tensione per il colpo dell’indomani non lo faceva dormire. Poteva solo sperare in un diversivo.
Gli legarono le mani dietro la schiena e lo costrinsero in ginocchio.
«Che dici? Io uno sbirro? Conoscevi mio padre, sono uno di voi boss, non ti tradirei mai!» Disse irrigidendo gli addominali prevedendo un calcio da Fred, l’uomo che lo aveva legato. Non gli era mai piaciuto Fred, non capiva perché quando lo guardava sghignazzava maligno. Adesso era lui il preferito del padrone.
E Fred gli tirò un calcio allo stomaco che lo fece piegare in avanti attanagliato nel dolore.
«Fred, prendi il telo in macchina, voglio chiarire le cose a questo bastardo. L’ho trattato come un figlio ed è così che mi ripaga!»
Al, l’altro compare, prese Jack per i capelli e gli piegò la testa all’indietro che ancora ansimava. Il boss lo guardò irritato e gli tirò un paio di cazzotti. Jack gemette mentre un fiotto di sangue usciva dalle sue labbra: cadde sul telo di nylon che Fred aveva steso appena in tempo.
Rannicchiato a terra, Jack provò a difendersi.
«Aspetta Boss, non ho fatto niente, volevo solo un libro da leggere. Non so chi ti abbia detto che… ,devi ascoltarmi io… » Il sangue gli impastava la lingua. I calci e i cazzotti continuarono, Fred e Al sembravano divertirsi forti dell’approvazione del capo.
Jack se lo aspettava: era entrato nel gruppo da pochi mesi raccomandato dal padre in punto di morte. La sua prestanza fisica, la sua vivacità mentale e, soprattutto, il rapporto di simpatia che il capo dimostrava per lui, suscitava invidie e malumori negli uomini. Da subito il boss aveva concesso a Jack di occuparsi delle prostitute, un settore meno pericoloso che la riscossione del pizzo e dei debiti di gioco dove era necessaria la malvagità. Fred era bravo in quello: uccideva a sangue freddo senza rimorsi. Jack preferiva starsene agli angoli delle strade a proteggere le ragazze dai clienti sadici e maneschi.
«Vedi Jack noi criminali non siamo damerini, non ci piacciono i libri e per noi leggere fa male.
Questa biblioteca era nella villa e l’ho avuta regolarmente per una scommessa. Mai letto un libro!»

L’indecente risata del boss fece rabbrividire Jack. Fred e Al gli fecero eco e smisero di picchiarlo.
«È difficile per me spiegarti, dammi il tempo, ti prego ti sono sempre stato fedele, non puoi incolparmi di tradimento solo perché sono sceso in libreria, non è giusto, lo sai che mio padre mi ha costretto a studiare, non voleva che… »
«Non parlare di tuo padre! Lui era un vero amico! È grazie a lui che ti ho dato fiducia, ma te lo devo dire: non mi sei mai piaciuto davvero. Ho mantenuto la mia parola… ma ora lui è morto!»
«Ammazzalo Fred!».
«Cazzo, aspetta: perché te la prendi tanto per un libro se non ti piace nemmeno leggere?»
«Ah ti facevo più sveglio! Avevi le mani sul libro mastro: anche i criminali tengono la contabilità, dovresti saperlo! È difficile ricordarsi tutto: chi ti deve e quanto ti deve! Sei un uomo morto Jack ti posso dire che se finisse in mano della polizia, sarei spacciato.» Rise di nuovo convinto di eliminare un traditore bastardo.
Jack piegò la testa: ce l’aveva in pugno! Era un agente dell’FBI e, nella penombra della biblioteca, c’era la sua squadra che aveva registrato ogni parola.

LA SFIDA
Author Image
Milena Beltrandi

Emiliana a Firenze dal 1970, fa parte del Gruppo Scrittori Firenze. Scrive dal 2017. Alcuni suoi romanzi hanno ottenuto menzioni e premi come: il Nabokov, l’internazionale Pegasus Montefiore Conca, La Ginestra monologo teatrale e III° x racconto La Città sul Ponte. Ha partecipato a 5 antologie a tema e pubblicato una propria raccolta di racconti e ricette Attualmente fa parte della giuria per La città sul ponte.

Previous Post

Next Post

0 0 votes
Voto all'articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial
WhatsApp