Le vostre storie,Racconti

Marisa

Scendeva la sera e le luci di New York si stavano accendendo lentamente. Nella stanza piena di fumo un uomo sedeva alla scrivania sorseggiando un whisky. Non era la soluzione per quello che cercava ma meglio di niente. Faceva il detective da molti anni e un caso come quello lo stava mandando al manicomio! Questo si capiva dal caos che regnava ovunque: pile di fogli, , fotografie, mozziconi di sigaretta…

All’improvviso si aprì la porta ed entrò la sua segretaria: una bambola dai capelli rossi che avrebbe fatto girare la testa anche ad un morto . Tra la stanchezza, il whisky e la pesante cortina di fumo, le curve della segretaria gli facevano venire il mal di mare. Nonostante tutto era difficile toglierle gli occhi di dosso…
” Capo, c’è un cliente. Si tolga quell’espressione ebete dalla faccia e cerchi di darsi una ripulita prima che lo faccia entrare!”

In effetti aveva un aspetto miserevole: la barba di un giorno, la camicia spiegazzata e la giacca con macchie di difficile identificazione la dicevano lunga su quanto il caso lo stesse assorbendo. Il tempo di ravviarsi un po’ i capelli che al posto della segretaria c’era un signore, un VERO signore. L’espressione annoiata che lo accompagnava da tempo lasciò il posto alla meraviglia!

Erano anni che non entrava nessuno di così distinto nella sua agenzia e in un attimo gli fece la radiografia: una trentina d’anni, capelli ordinatissimi color paglia, vestito impeccabile , scarpe lucide e…ai polsini diamanti grossi come ceci! La sua immaginazione cominciò a galoppare, con visioni di biglietti da cento dollari che volavano nella stanza.
“Buonasera, signor…”
“Hermann Ro…”
“Rotschild?”, chiese speranzoso.
“No, Rorschach. Sono qui per chiederle aiuto: sono disperato!”
“Mi dica, che problema ha?”
“La mia Marisa, la mia amata Marisa, la mia metà, la mia musa, la mia ispirazione è scomparsa! La prego, la ritrovi oppure morirò!”.
“Beh, non sarà Rotschild ma deve avere comunque un bel mucchio di verdoni”, pensò il detective. “Farò del mio meglio per ritrovarla ma si sa, una donna bella e affascinante qualcuno che te la ruba lo trova sempre!”.
“Allora, mi dica, da quanto è sparita?”
“Ah, son tre giorni. Chissà come farà senza di me, senza le cose a cui era abituata!”
“Eh, me le posso immaginare!”. Diamanti, ostriche e champagne, pensò sogghignando.
“Potrebbe farmi una descrizione di Marisa?”

Asciugandosi una lacrima con uno splendido fazzoletto ricamato il cliente cercò di essere più preciso possibile:
” La mia Marisa ha dei grandi occhi , molto espressivi, con lunghe ciglia nere. Farebbe innamorare chiunque… Poi le gambe, lunghe e snelle…”
“…lunghe e snelle…”, il detective annotava diligentemente sul taccuino.
“…le mammelle grandi e rosa…”
“Le mammelle? Ma come parla? E’ un po’ strano questo tizio, ma i ricchi sono tutti strani.”, pensò.
 “…e il manto è bianco con fantastiche macchie nere, per non parlare delle adorabili corna chiare assolutamente perfette!”

In un lampo il detective acchiappò per il fondo dei pantaloni Rorschach e lo lanciò dalla finestra senza neanche aprirla. Buon per lui che l’agenzia fosse al piano terra!
“Capo, lo vuole un bicchiere di latte per rimettersi la bocca?”

La sua segretaria aveva sempre avuto un gran senso dell’umorismo.

Marisa
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