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Tu chiedi chi erano i Beatles !

«L’unica cosa che posso dirti è che devi essere libero»

(da Come Together)

Non c’è dubbio che i Beatles siano il gruppo che vanta la maggior influenza musicale nella storia del rock con decine di band epigone. Nessuna è  però mai riuscita a ripetere la magia delle loro canzoni, veri e propri classici che non risentono del passare inesorabile del tempo.

Una carriera breve, tutto sommato,  che andò dal 1962 al 1970 ma che fu incredibilmente intensa; una carriera durante la quale furono prodotti ben 12 album, ognuno dei quali è entrato a pieno diritto nella storia della musica rock mondiale.

In altre parole, non è possibile immaginare il rock, il pop, il beat, la psichedelica e buona parte della musica che ascoltiamo tutti quanti oggi, se non fossero esistiti i Fab Four.

Il loro è stato un incontro magico che ha unito quattro personalità assai diverse, originando un’epopea irripetibile per qualità e quantità di brani, tutti indimenticabili dal primo all’ultimo.

Ecco perché i Beatles sono divenuti le icone di una rivoluzione epocale, i rappresentanti di un cambiamento radicale che non si soffermò soltanto all’ambito musicale.

In altre parole, i Beatles hanno cambiato la musica; probabilmente, lo hanno fatto  in modo inconsapevole, ma decisamente lo hanno fatto: per esempio, lo hanno fatto eliminando la figura del frontman, lo hanno fatto incidendo ben 211 brani composti direttamente a otto mani, senza distinzioni tra parolieri, arrangiatori ed esecutori. Lo hanno fatto creando un look, un’immagine tutta nuova.

The Beatles : John Lennon (1940–1980), Paul McCartney (1942), George Harrison (1943–2001) e Ringo Starr (1940)

Soprattutto lo hanno fatto componendo canzoni straordinarie: nessuna raccolta da 20-30 brani può infatti ritenersi sufficiente a rappresentare la magia del loro genere musicale.

La band di Liverpool fu la prima a credere in un concetto diverso anche  per realizzare un album: dopo di loro i dischi non furono più una raccolta casuale di singoli, ma si svilupparono,  si armonizzarono seguendo un filo conduttore con un’ispirazione che permeava ogni singolo brano. Forse però la rivoluzione più importante, più clamorosa, dei nostri amati scarafaggi fu quella di essere  il primo gruppo di ragazzi che cantò espressamente per i propri coetanei.

Inutile negarlo, prima di loro la musica leggera era affidata a cantanti impettiti, imbalsamati in un doppio petto: canzoni stucchevoli, perennemente tristi, troppo melodiche e lontane dal trasmettere  vive emozioni.

Ammettiamolo, non esisteva musica per i giovani di quel tempo: i 45 giri più digeribili provenivano  da una selezione che i figli facevano tra gli album che i propri genitori possedevano e custodivano in salotto!

Poi arrivarono loro e tutto cambiò.

Scriveva il Tribune  dell’8 marzo 1964 : «Per accogliere i Beatles, il noto quartetto vocale, di ritorno dall’America, 4.000 giovani inglesi, per la maggior parte ragazze, non hanno esitato a dormire all’addiaccio, trasformando l’aeroporto di Londra in un folle e variopinto bivacco. Quando, con 3 giorni di ritardo sul previsto, i 4 cantanti sono apparsi sulla scaletta dell’aereo, un clamore isterico si è levato al cielo, accompagnato da svenimenti, pianti ed esagitati tentativi d’invasione della pista».

Rileggendo questa descrizione d’epoca si capisce bene perché fu uno scandalo quando la regina Elisabetta II nominò i Beatles – considerati un prodotto del diavolo in una Inghilterra reazionaria e bacchettona – Cavalieri dell’Ordine dell’Impero britannico.

Ma  per fortuna oggi, io come molti  altri miei coetanei, come altre generazioni che mi hanno preceduta, ho la fortuna di poter  ascoltare le loro canzoni:  l’ammirazione  è pressoché la medesima con cui ascolterei una sinfonia classica di Beethoven.

Il gruppo musicale The Beatles

Ma c’è di più: se oggi pronunci la parola Beatles, anche i più giovani sanno di cosa stiamo parlando. Come dire Michelangelo o Torre Eiffel. Le facce di John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, per molti tra loro, sono più famose di quelle dei presidenti americani scolpiti sulla roccia di Mount Rushmore. I poster che li ritraggono sul palco sono potenti come L’Urlo di Munch e vivi come i Girasoli di Van Gogh.

Del resto, gli stessi Beatles produssero immagini memorabili: pensiamo al disco Sgt. Pepper’s lonely hearts club band, con la copertina disegnata dall’artista pop inglese Peter Blake, o alla mitica cover di Abbey Road.

I Beatles sono stati per la musica quello che gli Impressionisti sono stati per l’arte moderna: creatività e sperimentazione. Dopo di loro la storia della cultura contemporanea non poteva tornare indietro. E, nonostante la separazione del 1970, sono rimasti un faro nell’oceano del rock. La loro fu una vera rivoluzione. La rivoluzione della libertà. Paragonabile a quella fatta da Pablo Picasso con il Cubismo.

Senza i Beatles il mondo sarebbe stato sicuramente diverso. E probabilmente anche peggiore!

https://www.youtube.com/watch?v=2Q_ZzBGPdqE

 

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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