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L’ultimo dei cantastorie

Il tempo vola: sono già passati cinque anni da quando è venuto a mancare Andrea Calogero Camilleri, scrittore, sceneggiatore, regista, drammaturgo e insegnante di italiano.

Incominciò a lavorare come regista teatrale nel lontano 1942; nel 1945 già scriveva racconti per riviste e quotidiani.

Buona parte dei lettori italiani lo ricordano a partire dal 1978, anno in cui esordì in ambito narrativo con il romanzo  Il corso delle cose, scritto peraltro dieci anni prima.

La maggior parte del  popolo italiano ha iniziato ad amarlo a partire dal 1980, quando pubblicò con Garzanti  Un filo di fumo, il primo di una serie di romanzi ambientati nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigata, a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Tutti gli italiani, lo hanno adorato dal 1994, anno in cui pubblicò La forma dell’acqua, il suo primo romanzo di genere poliziesco, in cui prese vita il personaggio del Commissario Montalbano.

Il fenomeno  Camilleri si amplifica a dismisura ed esplode nel 1998, con  titoli come Il birraio di Preston, La concessione del telefono e La mossa del cavallo.

Da allora, i libri che fanno successo non si contano più! 

Andrea Camilleri in compagnia dell’attore Luca Zingaretti.

Oltre venticinque milioni di copie vendute: per la serie sul Commissario Montalbano edita da RAI UNO, si sono potuti contare addirittura più di un miliardo di telespettatori.

E tutto questo,  in poco meno di venti anni!

«Ora mi chiederanno di andare a Hollywood?», scherzava il nostro amato Camilleri con il produttore Carlo degli Esposti, a proposito del suo strepitoso successo!

Davvero era soltanto uno scherzo;  perché lui ha continuato a vivere la sua vita, tale e quale a prima ed  ha continuato incessabilmente  a lavorare nel suo solito studio, tra coppole, ritratti, omaggi, foto della famiglia Sellerio, cui era legatissimo, lo sciroppo per la tosse sulla scrivania accanto al posacenere pieno di cicche. Tutto così fino agli ultimi giorni della sua vita: persona attenta, sensibile, curiosa, giovane! 

Una memoria pazzesca ed una grande ironia caustica. 

Nonostante il fatto di essere divenuto un personaggio celebre, fino a quando la salute e la vista glielo hanno permesso, lo si poteva incontrare per il quartiere Prati, a farsi una  passeggiata fino al mercato, per fare la spesa: «Poi quando ho perso la vista non ci sono più potuto andare – raccontava – e mi dispiace, ma la gente per me ha un affetto commovente. Una signora che non mi ha più visto, mi lascia il ciambellone fatto in casa dal portiere. Una volta alla settimana un’altra mi porta la caponatina ».

La gratitudine per lo scrittore, creatore del commissario più amato di  Sicilia e d’Italia, è stata grande. 

La popolarità, agli inizi lo sorprendeva : «…poi ho capito che è bello confrontarsi con i fan irriducibili che ne sanno più di te, anche se mi sono successe le cose più strane. Le donne sono lettrici avide, mi rimproverano per Livia…».

Andrea Calogero Camilleri (Porto Empedocle, 6 settembre 1925 – Roma, 17 luglio 2019) è stato uno scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo italiano.

Invece lui, con la moglie Rosetta, ha trascorso un’intera vita insieme, un rapporto vero, vivo, basato sulla reciproca complicità.

A chi gli chiedeva come mai a 93 anni non si fosse ancora deciso ad andare in pensione, come mai nonostante gli occhi che da tempo si erano spenti, continuasse a impastare realtà e fantasia in quella sua lingua eccezionale, il vigatese, che non aveva alcun corrispettivo nella realtà ma che ha finito per essere per noi tutti una lingua più concreta che mai, egli rispondeva: «Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto passare tra il pubblico con la coppola in mano» 

Non si può smettere di fare ciò per cui si è nati, ed il Maestro siciliano Andrea Camilleri era nato per raccontare storie: lo ha fatto a dispetto degli anni e della malattia, lasciandosi guidare sulla pagina bianca dalla sua fedele assistente, Valentina Alferj, depositaria della lingua e dei segreti di Montalbano. 

Lo ha fatto salendo sul palcoscenico del Teatro Greco di Siracusa per impersonare Tiresia, l’indovino tebano cieco che compare nell’Odissea per indicare a Ulisse la via del ritorno: non a caso un personaggio scelto per affinità elettive, cieco eppure in grado di fare luce con le proprie parole. 

Lo ha fatto fino agli ultimi giorni, mentre si preparava per il debutto alle antiche Terme di Caracalla, con lo spettacolo Autodifesa di Caino.

E lo ha fatto, soprattutto, dando delitti e misteri da svelare, in pasto a Salvo Montalbano, il personaggio che ha accompagnato i suoi ed i nostri  ultimi venticinque  anni di vita.

Il nostro più sincero Grazie, per averci raccontato tante bellissime storie!

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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