La vita di un capriolo
Il 13 Agosto 1942, usciva in America un film che, ha cambiato la storia del genere di animazione: un lungometraggio prodotto da Walt Disney e basato sul romanzo Bambi, la vita di un capriolo dell’autore austriaco Felix Salten.
Due anni dopo l’uscita di Fantasia, il geniale Walt creava un nuovo storia in totale contrasto con la precedente o più in generale, con tutto il repertorio Disneyano. Tanto era astratto Fantasia, quanto era realistico Bambi.
L’idea di Disney era proprio quella di spingere l’animazione ai suoi limiti e dunque, dopo aver prodotto un film carico di emozioni senza di fatto raccontare storie, inversamente volle creare un film che rappresentasse in maniera molto realistica, la vita degli animali nella foresta.
La trama fu ispirata dal racconto di Salten che, dipingendo la vita di un cervo dalla nascita all’età adulta, restituiva con una metafora continua, la vita di noi esseri umani.
La critica ed il pubblico del tempo non poterono fare a meno di notare il grande realismo del film: fino a quel momento, non era mai stato prodotto nulla di paragonabile.
Esattamente per questo, il lungometraggio non piacque a molti. Qualcuno si chiese addirittura se, per avere lo stesso risultato, Disney non avesse potuto filmare animali veri nel bosco, risparmiando migliaia di dollari!
D’altro canto, non mancarono neppure gli elogi ed il film incassò molto bene: ciò nonostante la società di Walt, non riuscì comunque a rientrare di tutte le spese sostenute.
Si racconta infatti che, nel 1950, mentre il film era nelle sale per la sua riedizione, Disney, durante una riunione aziendale, esordì annunciando trionfante che Bambi da quello stesso giorno si era ripagato i costi e stava iniziando a guadagnare!
In effetti gli incassi che poi la pellicola ha portato alla factory negli anni, sono stati senz’altro enormi, ma è soprattutto in termini di immagine che Bambi ha il suo valore, poiché stiamo parlando di un capolavoro cinematografico, sotto tutti gli aspetti.
La trama è plasmata sulla vita del principino della foresta, il cerbiatto Bambi, appena venuto al mondo.
La sua infanzia sarà bella quanto breve, poiché dei cacciatori senza scrupoli uccideranno la madre, non prima però che ella sia riuscita a mettere in salvo il piccolo cerbiatto.
In fin dei conti, la storia è semplice: come accade nella vita di molti di noi umani, anche il piccolo Bambi dovrà crescere e diventare adulto da un momento all’altro.
Dopo il gelido Inverno, seguirà una dolce Primavera ed il pubblico ritroverà Bambi con i suoi tre inseparabili amici (Tamburino, il coniglietto e Fiore, la puzzola) già cresciuti e coinvolti emotivamente nella stagione degli amori.
Quando farà la sua comparsa la cerbiatta Faline, il destino del futuro re della foresta sarà, dunque, piacevolmente segnato.
Purtroppo, ad interrompere gli idilli amorosi, tornerà ad essere concreto il pericolo dei cacciatori.
Di nuovo, il giovane cervo sentirà gli spari dei fucili a poca distanza ma, non essendo più un cucciolo, con l’aiuto del padre, saprà che cosa fare: questa volta, dall’accampamento dei cacciatori, si genererà addirittura un incendio che crescerà, di momento in momento.
L’incendio e la fuga dalle fiamme sono una scena memorabile del film, carica di emozioni e di spettacolo. Gli animali del bosco troveranno rifugio su di un isola nel fiume e qui, anche il nostro Bambi ritroverà la sua compagna Faline.
Tempo dopo, quando i primi arbusti verdi colonizzeranno di nuovo le terre arse dal fuoco, gli animali del bosco si recheranno, come era accaduto all’inizio del lungometraggio, a far visita a due nuovi principini: i due cerbiatti nati da Faline e Bambi.
Perché la vita continua in maniera ciclica, sempre e comunque, al di la della volontà dell’uomo: sia essa buona oppure cattiva!
Con Bambi, Walt Disney realizzò uno dei suoi prodotti migliori: la forza di alcuni momenti è tale che, a distanza di decenni, resta invariata.
La sequenza di un semplice temporale estivo diventa, grazie ad un perfetta orchestrazione musicale, spettacolo puro: le prime gocce d’acqua sono le prime note, musica grandiosa per lampi e tuoni, di nuovo note singole per le ultime gocce.
La scena con Bambi e Tamburino che, ancora cuccioli, giocano sul ghiaccio è divertente e tenera come poche; l’incontro con Fiore è memorabile, per simpatia. Tamburino che non riesce a sfuggire al controllo della madre, è esilarante.
D’altro canto, la fuga nella foresta in fiamme è tesissima e, soprattutto, la morte della madre di Bambi, seppure fuori scena, è un trauma per gli spettatori di ogni età.
Negli anni ’90, per ricreare una tale forza, ne Il Re Leone ( altro colossal della Disney), fu deciso di far morire Mufasa, il fratello cattivo del re, in modo molto violento e totalmente visibile al pubblico poiché, una morte suggerita, non sarebbe stata probabilmente così incisiva.
Ma allora, secondo voi, perché per lo stesso pubblico, la morte invisibile in Bambi è stata cosi dolorosa?
Difficile a dirsi, se si trascurano due dettagli fondamentali: la magia e l’arte di un genio chiamato Walt Disney!