Pippi, Pippi, Pippi!
Inger Nilsson, giovanissima interprete della serie televisiva ispirata al personaggio di Pippi Calzelunghe
Con i suoi capelli color carota, la forza sovrumana, la risposta sempre pronta e una fantasia smisurata Pippi Calzelunghe ha affascinato generazioni di bambini prima attraverso i libri di Astrid Lindgren (1907 – 2002) e poi grazie alla sua versione televisiva interpretata da Inger Nilsson.
La serie aveva debuttato nel 1969 sulla tv svedese e soltanto un anno dopo giunse anche da noi, una domenica datata 6 settembre, in sella al suo cavallo a pois e con la sua scimmietta sulla spalla, il signor Nilsson, spuntata dal nulla con il suo borsone di monete d’oro e una vita talmente assurda (figlia di un capitano di mare diventato re dell’isola di Tuka Tuka) da conquistare immediatamente tutti!
Ma la storia di Pippi era iniziata molto tempo prima grazie alla creatività della sua autrice e potremmo aggiungere anche grazie ad una pura casualità. Come spesso accade quando si tratta di letteratura per i ragazzi, dietro alla nascita di Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe (questo il nome completo) c’era un’altra bambina, la figlia di Astrid Lindgren.
Astrid Anna Emilia Ericsson coniugata Lindgren (Vimmerby, 14 novembre 1907 – Stoccolma, 28 gennaio 2002)
Di lei la scrittrice raccontava: «Nel 1941 mia figlia Karin, di sette anni, ebbe la polmonite. Ogni notte quando mi sedevo accanto al suo letto mi pregava di raccontarle una storia. Una sera, esausta, le chiesi che cosa le sarebbe piaciuto ascoltare, e lei rispose: ‘Raccontami una storia su Pippi Laångstrump (Calzelunghe)!’ inventando il nome proprio al momento. Io non chiesi chi fosse Pippi Calzelunghe, semplicemente cominciai a raccontare una storia su di lei e, dal momento che aveva un nome così buffo, risultò una buffa ragazzina. Pippi fu un successo con Karin, e più tardi con i suoi amici; dovetti raccontare la storia più e più volte».
Ovviamente, da essere un racconto della buona notte a diventare un libro (tradotto poi in 65 lingue, venduto in 65 milioni di copie nel mondo di cui 350mila solo in Italia), ci volle del tempo: quando la figlia Karin ebbe compiuto dieci anni, Astrid scrisse per esteso le storie di Pippi e le regalò alla bambina come suo personalissimo regalo di compleanno. Poi ne fece una copia e la inviò a un editore, senza realmente credere che sarebbe stata accettata.
La copertina del libro Pippi Calzelunghe
Ed in effetti, il manoscritto venne respinto. Poi però il libro vinse un premio di letteratura per l’infanzia e finalmente, nel 1945, venne pubblicato dalla casa editrice che aveva indetto il premio, la Rabén & Sjögren.
Inizialmente, per via della sua innata irriverenza, il personaggio di Pippi fu molto criticato: Pippi che viveva nella grande casa di Villa Villa Colle in compagnia solo dei suoi animali, che gabbava in continuazione Kling e Klang, i due poliziotti della cittadina, che non diceva propriamente bugie ma “al massimo un po’ di fandonie“, che regalava chili di dolciumi ai bambini i cui genitori avevano proibito anche soltanto di mangiare caramelle e che, soprattutto, rifiutava ogni tipo di asilo e di istruzione tradizionale, era il condensato di quello che la società benpensante svedese dell’epoca rigettava con somma indignazione.
Insomma, Pippi non somigliava affatto alle protagoniste dei libri per l’infanzia dell’epoca ma, per sua fortuna, i bambini non ebbero lo stesso atteggiamento critico e Pippi entrò immediatamente nei loro cuori.
Tra i personaggi che animarono i libri e la serie tv c’erano anche i due fratelli Tommy, e Annika, zia Prysselius, sempre spronata dalla volontà di occuparsi di bambini ma il cui abbigliamento già precludeva ogni possibile gioco e divertimento, mentre Oltreoceano il pubblico ebbe modo di fare anche la conoscenza del padre di Pippi, il capitano Enfrain Calzelunghe, nonché di una serie di pirati e del mitico pappagallo Rosalinda ( il cui vero nome era Douglas, che pare sia morto qualche anno addietro, alla dignitosa età di 51 anni).
Ma nonostante le varianti imposte dalle produzioni televisive globali, un motto ha sempre accomunato i fans di Pippi Calzelunghe e delle sue incredibili avventure: «Pippi, Pippi, Pippi, che nome fa un po’ ridere ma voi riderete per quello che farò. Forse non lo sai ma io qualche volta divento magica, quello che tu vuoi dillo a me che forse te lo darò».
Non so voi, ma io … non l’ho mai dimenticato!