Per le antiche strade...

Il cannone delle pastasciutte

Firenze, il Cannone Vo(l)tapentole segnala il mezzogiorno a Forte Belvedere
Firenze, il Cannone Vo(l)tapentole segnala il mezzogiorno a Forte Belvedere

A Firenze, il Forte Belvedere è una Fortezza posizionata all’estremità superiore dei Giardini di Boboli. Intitolato a Santa Maria in San Giorgio del Belvedere, è la seconda fortezza fiorentina che si affaccia sulla città con una prospettiva panoramica molto bella.

Il Forte fu costruito per motivi bellici per proteggere l’Oltrarno e la residenza medicea di Palazzo Pitti  per volontà di Cosimo I e del figlio, nel momento in cui questi si sentiva ormai al sicuro come granduca della una volta riottosa città. Al contrario della Fortezza da Basso, la cui costruzione fu iniziata in un momento storico nel quale i Medici, appena ritornati in città dopo l’ultima cacciata e dopo il lungo Assedio di Firenze del  1529, volevano innanzitutto difendersi dalle spinte repubblicane della città stessa, aveva in realtà molteplici scopi: proteggere la sede del governo, Palazzo Pitti, proteggere la zona sud della città e più in generale tutto l’Oltrarno; voleva altresì dimostrare con la sua maestosità tutta la potenza medicea e infine garantire pure un rifugio per il Granduca da eventuali sommosse: la fortezza rappresentava infatti l’ultima tappa del Corridoio Vasariano il quale collegava Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti con un percorso sospeso, via Boboli, tramite un suggestivo intreccio di passaggi, appartamenti, corridoi, ponti e giardini. Pensate che, al  suo interno, i Medici vi collocarono anche un segretissimo forziere, il quale avrebbe potuto contenere, all’occorrenza, l’intero loro tesoro.

Firenze, veduta aerea di Forte Belvedere
Firenze, veduta aerea di Forte Belvedere

Il progetto fu opera di Bernardo Buontalenti (Firenze 1531 – Firenze 1608) architetto e ingegnere militare sopraffino, esecutore di quel manierismo fiorentino che ha affascinato il mondo intero. Il Granduca decise di affiancargli Don Giovanni de’ Medici, suo fratellastro e uomo dalle mille relazioni pericolose, oltre che artista e mecenate senza pari. Tra i due uomini si creò una sinergia invidiabile per cui ancora oggi è impossibile stabilire chi dei due abbia dato l’impronta principale al nostro Forte. Dopo di loro i lavori furono conclusi da un altro grande architetto nostro concittadino, Bartolomeo Ammannati (Settignano 1511- Firenze 1592). Complessivamente, si protrassero dal 1590 fino al 1600.

Il Forte offre, ad oggi, un superbo esempio di architettura militare del tardo Cinquecento: queste nuove fortezze, che venivano definite di radenza, divennero all’epoca il modello cui guardare e trarre ispirazione nel realizzare le fortificazioni in tutta Europa, per via della genialità con la quale furono costruite. Studiate per fare fronte alle nuove esigenze militari, sono tutte facilmente riconoscibili; il primo aspetto che balza agli occhi è che non hanno un’alta torre che le domina come avviene nelle fortificazioni medievali; hanno mura prive di merli ma sono massicce per reggere l’urto delle artiglierie nemiche; disegnano quasi sempre una pianta di forma poligonale, con angoli ampi e sporgenti in quanto utilizzati come base per il posizionamento delle artiglierie come anche per consentire la difesa di ogni lato della fortezza fino a terra.

E la nostra fortezza, dall’alto della sua posizione, vigilò a vista sulla nostra città per oltre un secolo, presidiata dalle ronde dei soldati sugli spalti. Poi sul finire del Settecento, il Granduca Pietro Leopoldo, avendo praticamente liquidato l’esercito toscano, aprì ai suoi sudditi l’impareggiabile balcone sulla loro città.

Firenze, Forte Belvedere, la vista panoramica
Firenze, Forte Belvedere, la vista panoramica

Nel corso della sua secolare presenza sulle colline di Boboli, il Forte di Belvedere non subì mai un assedio, non dovette mai respingere un assalto, quindi  non assolse mai alla sua funzione strategico- militare. Nemmeno i Medici utilizzarono mai il famoso Corridoio Vasariano per fuggire da possibili rivolte e non un colpo di cannone per fini bellici fu mai sparato dai suoi bastioni!  Insomma, come avrebbe detto l’illustre Shakespeare: «Molto rumore per nulla»!

Infatti, le sole cannonate che si poterono udire, sparate da lassù,  furono quelle a salve per annunciare il mezzogiorno, tanto che per i fiorentini quel frastuono era bonariamente chiamato Il Cannone delle Pastascuitte , meglio noto come  Il Voltapentole.

A svelarci questa curiosità ha contribuito anche Luciano Artusi, studioso e divulgatore della storia fiorentina e delle sue tradizioni.

Artusi ci racconta che a Firenze fu usanza, almeno fino ai primi del Novecento, « (…) desinare a mezzogiorno senza tanti aperitivi!», andando a tavola con una fame da lupi. L’orario era talmente rispettato che ne dava addirittura l’annuncio una cannonata. Il cannone che lo sparava fu poi prontamente soprannominato dai nostri concittadini Il Vòtapentole: dunque, a mezzogiorno in punto, il Vo(l)tapentole dava il segnale dagli spalti del Forte di Belvedere. Lo sparo, così tonante da essere udito anche nel contado, si ripetè  puntuale ogni giorno a quell’ora per parecchi anni (dal 1800 fino ai primi anni Cinquanta).

A quel segnale la cittadinanza rimetteva addirittura in orario i propri orologi i quali, ovviamente, al tempo erano prevalentemente a carica manuale: in tal modo veniva scandita la pausa pranzo per tutti i lavoratori che, in tutta fretta, se ne tornavano dritti a casa per sedersi a tavola «...A votare le pentole» !

Firenze, il Cannone Vo(l)tapentole segnala il mezzogiorno a Forte Belvedere - particolare da cartolina del 1902
Firenze, il Cannone Vo(l)tapentole segnala il mezzogiorno a Forte Belvedere – particolare da cartolina del 1902

Con sommo buonsenso, lo sparo del cannone era rivolto a mezz’altezza verso le campagne di Giramonte e mai verso la città, una giusta accortezza per evitare che lo spostamento d’aria e la potenza dello scoppio potessero danneggiare i monumenti.

Il 13 ottobre 2013, per la Giornata del Fiorentino, si volle rivivere questa tradizione ed un sol colpo di cannone fu deflagrato a mezzogiorno!

Da allora il cannone tace silente.

È logico. Nessuno ha più bisogno di rimettere in carica gli orologi; gli smartphones si regolano da soli via satellite.

E a votare le pentole a casa, all’ora di pranzo, non rientra quasi più nessuno: tutti di corsa, compressi in una breve pausa pranzo, confinati nei bar a mangiare un panino o un primo piatto “al volo” !

Forse sarebbe il caso che il cannone tornasse a sparare il suo colpo, riaccendendo in noi la nostalgia  ma anche i valori di un tempo passato che, lasciatemelo dire, adesso ci mancano davvero tanto: il rispetto delle tradizioni, la vita in famiglia e soprattutto, la bellezza di una semplice quanto scontata routine quotidiana!

Firenze, Forte Belvedere, il Cannone Vo(l)tapentole
Firenze, Forte Belvedere, il Cannone Vo(l)tapentole
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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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