Una storia per Halloween
Halloween , una ricorrenza di origine celtica celebrata la sera del 31 ottobre, da secoli e secoli in molti paesi, tra cui l’Italia; poi, nel XX secolo, ha assunto negli Stati Uniti una sua particolare rilevanza tanto da essere ritenuta erroneamente proprio di origine americana.
L’usanza, influenzata dalle nuove tradizioni statunitensi, si è poi diffusa in molti paesi del mondo. Oggi le sue manifestazioni sono varie: si passa dalle sfilate in costume, ai giochi dei bambini che girano di casa in casa recitando la formulina ricattatoria del Trick or Treat ?(dolcetto o scherzetto?) ma, comunque la si voglia mettere, questa festa è una simbologia legata alla morte e all’occulto: come la chiamavano i Celti questa è la notte di Samhain, la notte in cui i Morti riattraversano il Ponte di Spade per tornare sulla Terra come spettri.
Ma siamo certi che parliamo della Notte in cui i Morti tornano sulla Terra oppure sarebbe il caso di rettificare sostenendo che questo sia il Giorno in cui tutti i Figli dell’Abisso possono fare ciò che vogliono senza far del male a nessuno?!
Comunque stia il dilemma, durante queste ore chiunque abbia una sensibilità abbastanza sviluppata può scoprire Licantropi ben pettinati ballare nelle discoteche al ritmo dei mitici anni ‘80, oppure vedere Zombie comodamente seduti ai tavoli dei ristoranti, magari intenti a mangiare enormi bistecche alla fiorentina (e non proprio cervelli!) o anche signore Streghe sprofondate in una ergonomica poltroncina di una sala da cinema, a godersi l’ultimo film appena uscito, campione d’incassi per le famiglie.
Ebbene, sappiate che anche io per Halloween mi organizzo al meglio e faccio quello che più mi piace ovvero, vado in vacanza!
Raramente mi concedo una vacanza anche se, pure il mio Capo mi dice che dovrei farlo più spesso. Il fatto è che, a volte, diventa impegnativo trovare qualcuno che mi sostituisca al lavoro: ma Halloween è l’unico giorno per cui penso ne valga davvero la pena.
Che volete farci? Io amo Halloween!
Proprio così: adoro mescolarmi tra la gente, godermi lo spettacolo dei bambini che vanno di porta in porta a fare «Dolcetto o Scherzetto?» ed ascoltare di nascosto le storie di paura che i ragazzi più grandi si raccontano attorno ad un falò improvvisato abusivamente in una qualche aia di un casolare abbandonato, appena fuori città.
Per questo ogni Halloween potete trovarmi nelle strade di una città a caso, a vagare tra le maschere e gli inganni di un giorno senza regole.
Le persone si complimentano sempre per il mio costume: a dirla tutta, ritengono che sia estremamente realistico e mi chiedono di fare delle foto assieme a loro, costringendomi il piu delle volte a mettermi in pose ridicole davanti all’obiettivo dei loro smartphone!
Quanto mi diverte pensare che non sarebbero così contenti se sapessero realmente CON CHI stanno facendo quelle foto!
Ma tornando a noi, anche questo Halloween non ha fatto eccezione e la giornata è trascorsa allegramente tra feste in maschera e macabri scherzetti: le ombre ed i luoghi isolati sono ideali per terrorizzare i cuori più pavidi e già pregusto il terrore che stanotte susciterò in molti tra loro!
«Fuori dai piedi, teppisti! – strilla una vecchia due case più in là, interrompendo i miei pensieri – Non voglio avere nulla a che fare con la festa del Demonio!»
I bambini davanti alla sua porta (un mostro della palude, una mummia ed un buffo Frankenstein) ripiegano terrorizzati e fuggono piangendo nella mia direzione.
«Che cosa succede, piccini? Perché quella signora vi sta urlando?»
«Quella signora è cattiva – dice, piangendo, la piccola mummia – Noi volevamo solo i dolcetti, ma lei ci ha cacciati con la scopa!»
Detesto chi si comporta male con i bambini e quella vecchia megera inacidita è stata talmente sgarbata che mi ha fatto proprio venir voglia di fare uno straordinario non pagato…
«Su, su non piangete: prendete questi – dico estraendo alcune caramelle dalle tasche del lungo vestito nero – Divertitevi e non pensateci più!».
Loro ringraziano e se ne vanno rincuorati mentre io, assicuratomi che nessuno stia guardando, vado a bussare alla porta della vecchia.
«Che vuoi?»Dice quella, bruscamente.
«Dolcetto o scherzetto?»
«Vedi di andartene, buffone!»
«… Dolcetto o scherzetto?»
«…Ma sei sordo? Ho detto che te ne devi andare: credi che bastino una maschera da teschio ed un vestito nero per spaventarmi? A questa età non si ha paura più di nulla!»
«Oh, niente dolcetto? – ribadisco io, con voce triste – Beh, allora… Scherzetto!»
E senza che lei se lo aspetti minimamente, schiocco le dita.
La vecchia mi guarda dubbiosa per un istante, poi impallidisce, si porta una mano al petto e crolla al suolo: per alcuni secondi scalcia furiosamente, gorgogliando qualcosa che forse è una richiesta d’aiuto; le sue forze vitali stanno per abbandonarla per sempre… ma ci ripenso e mi interrompo…
«Dopotutto, vedo che c’è ancora qualcosa capace di spaventarti – le dico, passando la lama della falce vicino agli occhi ricolmi del più nero terrore – Suppongo che adesso preferiresti avermi dato un dolcetto, non è vero? La prossima volta impara a comportarti con i più piccoli e vedi di non farmi più arrabbiare!».
E così è andata! Alla fine ho deciso di risparmiarle la vita; ma di certo una simile bravata non sarà priva di conseguenze, ed il mio Direttore, colui che Siede nei Cieli, mi chiederà sicuramente conto di questo imprevisto.
Ma questo è un problema che può aspettare domani… Non è vero?
Questa notte è ancora tutta per me! Felice Halloween!