E la Musica coprì il rumore
Per 28 anni, fra il 13 agosto 1961 e il 9 novembre 1989, oltre 40 km di cemento hanno diviso in due la città di Berlino e con essa i suoi abitanti.
Definito dal governo della Germania Est una barriera di protezione contro un eventuale attacco occidentale, il Muro di Berlino fu in realtà la soluzione adottata dalla Repubblica Democratica Tedesca per porre fine ad un esodo di massa dai suoi territori.
Tra il 1949 e il 1961, anno di costruzione del muro, circa 2 milioni e mezzo di tedeschi della Germania Est non avevano infatti esitato a oltrepassare il confine, per dirigersi verso Ovest.
Dal 1961 in poi, dopo la realizzazione di quel muro, i tentativi di fuga diminuirono considerevolmente, senza tuttavia arrestarsi mai, divenendo però sempre più rocamboleschi e sempre più pericolosi poiché le pattuglie di confine a Est avevano l’ordine di sparare contro chiunque provasse ad oltrepassare il muro e si opponesse all’arresto.
Nel corso di oltre vent’anni, quei 155 km di cemento, 43 dei quali all’interno della città di Berlino, simboleggiarono morte e oppressione.
Soltanto l’avvento di una politica riformista, promossa dal segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, Michail Sergeevic Gorbacev, permise finalmente la riapertura dei confini, dapprima in modo graduale e poi, successivamente, provvedendo direttamente allo smantellamento del muro stesso. La sua caduta aprì la strada per la riunificazione tedesca, che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.
Berlino ha rappresentato a tutti gli effetti, l’avamposto di quella contrapposizione ideologica, politica e militare passata alla storia con il nome di Guerra Fredda.
Difficile spiegare ai giovani d’oggi che cosa fu: descrivere una guerra che non è mai giunta a concretizzarsi in un conflitto militare vero e proprio ma che ha vissuto i suoi scontri a distanza.
Questa è stata la Guerra Fredda per circa cinquant’anni: Stati Uniti da un lato e Unione Sovietica dall’altro.
Sotto una costante minaccia nucleare, questi due paesi diedero il via ad una folle corsa agli armamenti e, parallelamente, allo sviluppo e al miglioramento di armi di distruzione di massa sempre più micidiali.
Come abbiamo avuto occasione di raccontare molte altre volte, la rivalità tra i due schieramenti interessò i campi più disparati ma forse, in primo luogo e più di altre, la cosiddetta conquista dello spazio. Quella a cui diedero vita fu una vera e propria gara tecnologica combattuta a colpi di primati per oltre vent’anni. La finalità era duplice: militare e propagandistica.
L’ evento che dette origine a questa strana quanto pericolosissima guerra, fu la Conferenza di Pace di Potsdam del 1945. Nel luglio di quell’anno, infatti, la cittadina tedesca di Potsdam aveva ospitato l’incontro tra i leader dei tre grandi Paesi che erano usciti vincitori dalla seconda guerra mondiale: il primo ministro inglese Winston Churchill, il presidente statunitense Harry S.Truman e il dittatore sovietico Iosif Stalin.
La conferenza, oltre a definire un trattato di pace, gettò le basi per il nuovo equilibrio politico mondiale. Quel che ne derivò fu invece un mondo diviso in due, sotto due aree di influenza, con due opposti modelli economici. Esattamente come accadde in Germania, che di quel conflitto fu l’ epicentro.
Simbolo per antonomasia della Guerra Fredda e della logica dei due blocchi, il Muro di Berlino divenne pertanto la risposta del governo della Germania Est al problema della fuga di massa dei suoi cittadini verso Occidente.
Per 28 anni, fino al 9 novembre dell’anno 1989, il muro divise strade e affetti. Ma quel fatidico giorno, il muro finì per disintegrarsi: il governo della Germania Est dette il via libera alle visite verso Berlino Ovest. Fu un attimo: i cittadini si diressero in massa ai lati del muro in un clima festoso.
Nei giorni a seguire i picconi demolirono, sgretolarono, portarono via il simbolo dei sistemi totalitari orientali: come per magia, il loro rumore, già dalle prime ore, fu coperto dalla musica!
Mstislav Leopol’dovic Rostropovic, considerato il più grande violoncellista della nostra epoca, con l’arco sulle corde, dette il via alla musica.
Da quel preciso momento, l’arte si è legata indelebilmente al muro.
Da quel preciso momento, la musica si è fusa alla storia regalando a tutti noi note e momenti indimenticabili!