Autunno 1969, la stagione di piombo
La stagione invernale era alle porte, ma quello che si respirava a Milano era il tipico clima da autunno caldo.
Correva l’anno 1969: per il pomeriggio di mercoledì 19 novembre, le tre principali sigle sindacali CGIL–CISL–UIL avevano organizzato uno sciopero per protestare contro il caro-affitti.
Coincidenza volle che nelle stesse ore sfilassero anche altri due cortei, uno di matrice marxista-leninista, l’altro composto da anarchici, seguiti a ruota dai mezzi della polizia.
Il clima si surriscaldò rapidamente, rendendosi incandescente all’ingresso del Teatro lirico, dov’era intento a parlare l’allora segretario della CGIL, Luciano Lama.
Il lancio di lacrimogeni e candelotti da parte dei poliziotti per disperdere i due gruppi avevano scatenato il parapiglia e i lavoratori impauriti stavano abbandonando a frotte il teatro, passando attraverso le uscite di sicurezza. Nel frattempo, però, dalla vicina Università Statale sopraggiungevano per soccorrere i lavoratori e i manifestanti, i molti militanti del Movimento Studentesco.
In pochi attimi la situazione degenerò ed ebbe inizio una feroce guerriglia: durerà circa tre ore.
In questa confusione, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Antonio Annarumma – 22enne originario di Monteforte Irpino, in servizio al III reparto celere – fu colpito da un tubolare d’acciaio, raccolto da un vicino cantiere edile: per la forza con cui verrà aggredito gli sarà fracassato il cranio. Per il militare non ci sarà via di scampo: la sua giovane vita sarà spezzata con un solo colpo, infertogli con inusitata violenza.
Le indagini della magistratura confermeranno questa versione, contestata invece dai manifestanti che parleranno di incidente provocato dallo scontro tra due mezzi delle forze dell’ordine.
Tanti discorsi ma purtroppo, non si riuscirà mai a risalire al suo assassino, a trovare il volto di colui che armò la sua mano per uccidere con tanta violenza. Un delitto efferato che purtroppo invece rimarrà un delitto impunito. E sarà il primo di tanti che insanguineranno l’Italia dalla fine degli anni Sessanta fino ad arrivare agli Ottanta.
Questi sono, ahimè, i lunghi giorno passati alla storia come gli Anni di Piombo: uno scenario diviso tra due fronti estremi, sinistra e destra, che porterà più volte il Paese sul baratro della guerra civile e che vivrà la sua fase più acuta con il rapimento e il successivo assassinio del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro.
Come Annarumma anche Antonio Marino, un altro agente di polizia, troverà la morte nel capoluogo lombardo 4 anni più tardi, centrato in pieno petto da una bomba a mano lanciata da un manifestante.
Da allora diversi sono stati i tentativi di costruire una memoria comune di quegli anni, per sottrarre all’oblio le molte, troppe vittime innocenti di questa “guerra“, assassinate soltanto perché compivano il loro dovere. Non voglio discutere su quanto veramente sia stato fatto, se tanto o se troppo poco…. Noi, comunque, nel nostro piccolo, non vogliamo che vadano dimenticate.
E oggi siamo qui per ricordare con tutti voi…