La bambina senza nome
C’era una bambina che aveva un nome come tutti i bambini del mondo: poiché era sempre allegra e molto socievole amava recarsi spesso a giocare con gli altri bambini in un giardino, vicino a casa sua.
Un giorno, mentre giocava, lanciò la palla al di là di una siepe, e quando andò a cercarla, non la trovò più. Cerca qua, cerca la’, la palla non c’era: la bambina era stupita e anche un po’ spaventata.
A un tratto sentì una vocina che proveniva dall’alto: «E’ tua questa bella palla, piccolina?»
La bambina guardò in su e vide un ometto smagrito che se ne stava seduto a cavallo di un ramo: teneva la sua palla fra le mani.
«Certo che è mia, ridammela!» Gli disse la bambina
«E tu che cosa mi dai in cambio? – Niente! La palla è mia! – Ma adesso ce l’ho io! – Non ho niente da darti!» gli rispose la bambina, tutta arrabbiata.
Ma l’uomo insisteva sostenendo che, invece, lei aveva certamente qualcosa da dargli.
«Dammi il tuo nome!», le gridò infatti per tutta risposta.
Allora la bambina, pensando che l’ometto scherzasse, accondiscese: «Va bene, te lo do’, però tu, buttami la palla!»
Quello sorrise, lasciò cadere la palla, lei la prese e se ne tornò a casa.
Mentre rientrava, camminando per allontanarsi dal parco, la bambina cominciò a sentirsi strana. Ma, ancor più strana, si sentì quando si accorse che le persone che lei ben conosceva la salutavano senza più dire il suo nome.
Poi improvvisamente, pensandoci bene, si accorse che nemmeno lei lo ricordava più.
Una volta che fu giunta a casa, si rivolse alla mamma e chiese: «Mamma come mi chiamo io?» E la madre, così rispose: «Tu? Non hai nessun nome»
Allora la bambina corse a guardare nei suoi libri, nei suoi quaderni di scuola: sempre più stupita e agitata si accorse che non c’era nessun nome su scritto.
«Tu, scendi a fare merenda! » Gridò ad un tratto la mamma da sotto.
“La mamma mi ha sempre detto di non chiamare nessuno con un “tu”… E perché proprio io un nome non ce l’ho… ?” Si mise a pensare la bambina con infinita tristezza.
A quel punto la piccina fu presa dalla disperazione. piangendo forte, agguantò la sua palla, uscì di casa e se ne tornò di corsa al giardino, arrivando fin sotto l’albero. L’omino era ancora lassù, con le mani ben chiuse . La guardava dall’alto in basso e sorrideva.
«Ridammi il mio nome! – gridò la bambina – e io ti darò la palla, se tanto vuoi! ».
«Tieniti la palla, piccolina, e anche il tuo nome! Ma un’altra volta, ricorda di non darlo a nessuno, Hai capito bene?»
L’omino aprì le mani e all’improvviso la bambina ricordò di chiamarsi Marinella.
Felice come non mai, si mise a saltare per la gioia. Quindi, corse indietro fino a casa sua.
Quando fece rientro la mamma chiese: «Dove sei andata Marinella? – Avevo perso una cosa importante mamma!» le rispose la bambina, e lo disse in un modo talmente serio, che la mamma le diede un grande bacio sulla guancia.
Uno di quelli che fanno rumore!
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La Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini si celebra il 20 novembre di ogni anno. La data scelta coincide con il giorno in cui l’Assemblea generale ONU adottò la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, nel 1959 e, a seguire, la Convenzione sui diritti del Fanciullo, nel 1989.
Sono passati oltre 30 anni dall’adozione di quella convenzione che per la prima volta ha riconosciuto i bambini come aventi diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici: l’Italia l’ha ratificata il 27 maggio 1991.
Insieme all’adozione della convenzione si celebra la Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini e delle bambine poiché è grazie all’adozione e alla ratifica di questo documento che in quasi tutti i Paesi del mondo i bambini non solo godono dei diritti fondamentali, ma sono protetti e tutelati.
La protezione dei diritti di tutti i bambini è il fondamento per mirare ad un futuro dove non vi siano più discriminazioni e disuguaglianze.