Narciso Parigi, la voce di Firenze
Narciso Parigi ha avuto una vita ricchissima di successi, in Italia e nel mondo, viaggi emozionanti e incontri con personaggi davvero straordinari come Pelè, Frank Sinatra, perfino Montale e Picasso. Ma nel cuore, rimase sempre quel ragazzino che, con qualsiasi condizione atmosferica, andava in bicicletta da Campi Bisenzio allo stadio di Firenze per vedere la sua Fiorentina!
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Un uomo dalle grandi passioni: l’amore incrollabile per la moglie Fiorella, i figli e i nipoti, il canto, l’arte, la Fiorentina. Da ben quattro anni Firenze è orfana di questo grande artista (scomparso il 25 gennaio 2020 a 92 anni), popolare cantante e attore, interprete dell’inno della Fiorentina (Canzone viola, che lui riarrangiò due volte, la prima con i giocatori dell’Inter a fare il coro), conosciuto in tutto il mondo per le sue oltre 5mila incisioni e una ventina di film che gli hanno dato il grande successo internazionale (in particolare negli Usa) negli anni ’40/’50/’60.
Anni amari da vivere senza di lui, erede della grande tradizione degli stornellatori toscani, ma anche e soprattutto ambasciatore del bel canto italiano che ha portato nel mondo con la sua voce poderosa, il suo stile sobrio e la sua dizione perfetta. Personaggio di dimensione internazionale, Parigi, è rimasto sempre legato alla sua Firenze (senza rinnegare le origini campigiane) tanto da ripetere spesso: «E’ la città più bella del mondo, ogni volta che stavo fuori soffrivo».
Se c’è una parola chiave tra le tante che arricchivano le conversazioni con Parigi, questa è sicuramente “amicizia”, perché per lui era un valore centrale: «I soldi non contano nulla, l’unica vera ricchezza è l’amicizia». Un’amicizia che per lui era preziosa e che amava coltivare senza distinzioni tra celebrità e persone non famose.
Una filosofia di vita insieme a quello che gli aveva insegnato suo padre: «Essere buoni e fare il bene non costa niente».
Ecco perché era amatissimo e perché, quattro anni dopo, il vuoto rimane incolmabile.