Letteratura

Il Piccolo Principe

«Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi».

Da questo popolare passo si ricava il fascino universale di un volume considerato tra i più celebri del XX secolo.

Finire in avaria nel deserto del Sahara può trasformarsi da un incubo in una delle più importanti esperienze della vita. Può capitare infatti di incontrare un bambino con i capelli d’oro, vestito come un principe, che chiede che gli venga disegnata una pecora. Un bambino, decisamente particolare, che viene da un pianeta piccolo piccolo, l’asteroide B 612, da cui si può vedere il tramonto addirittura quarantatré volte in uno stesso giorno; un bambino che spazza con cura i camini dei suoi microvulcani, un bambino la cui preoccupazione è  quella di riuscire a sradicare i baobab prima che ricoprano il suo pianeta e che ha come unica amica (seppur un po’ troppo vanitosa), una rosa.

E può capitare che questo bambino racconti al suo stupito interlocutore del suo lunghissimo viaggio in cerca di nuovi amici, di pianeta in pianeta, fino alla Terra. Può capitare che poi racconti di tutti i curiosi personaggi che ha incontrato – da un vecchio re solitario che si crede onnipotente, all’uomo d’affari che conta le stelle illudendosi che esse gli appartengano – e di tutte le lezioni che ha appreso, tra cui la più importante è che: «l’essenziale è invisibile agli occhi e che si è sempre responsabili di chi si addomestica, rose o amici che siano».

Infine potrebbe anche capitare che quel bambino decida di ripartire per tornare al suo pianeta, ma che non partirà mai senza prima avere dato il suo saluto!

 Addirittura, potrebbe anche lasciarti in dono tutte le stelle dell’universo, che ridono solo per te…

Una magia, un incanto o più semplicemente un dono. Questo è Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, aviatore e pilota di guerra lui stesso come il suo protagonista. Anche a lui è toccato un giorno di precipitare con il suo aereo, ma senza poter  fare ritorno come invece è successo al pilota del suo romanzo più celebre.

Antoine de Saint-Exupéry, originario di Lione, crebbe in una famiglia di nobili origini, dove fin da bambino ebbe modo di respirare  l’arte grazie alla madre che era una pittrice. Anni felici che si interruppero con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, anni che lo allontanarono dalla madre, anni  funestati  anche dalla morte prematura del fratello.

Arruolatosi nell’aviazione francese scoprì la passione per la prosa proprio solcando i cieli di mezza Europa e nella moglie Consuelo trovò la musa ispiratrice.

Come La Rosa – nonostante tutti i sui difetti – fu unica per il piccolo principe (perché era la sua rosa), così anche lei fu unica per lui, perché fu la sua donna e perché lo addomesticò.

Scritto e addirittura illustrato personalmente, il libro venne pubblicato il 6 aprile del 1943 in una prima versione inglese curata dall’editore Reynold &Hitchcock. Dalla seconda in francese venne ricavata la traduzione italiana edita da Bompani, Milano.

L’anno seguente Antoine fu abbattuto con il suo aereo da un caccia tedesco della Luftwaffe e di lui si perse ogni traccia. Una vita breve, una morte improvvisa e senza gloria. Ma Antoine de Saint Exupéry fu un personaggio di grande estro, che espresse nei suoi scritti una forte sensibilità malinconica, accentuata dalla solitudine che soffrì nella separazione dagli affetti familiari.


Questa centralit
à dell’amore e il bisogno di rimarcarlo costantemente mentre il Mondo stava per entrare nella più crudele delle guerre, delinearono il substrato da cui fiorì il suo più popolare racconto; così, elementi autobiografici ed invenzione si confondono e si uniscono mirabilmente nella storia dell’aviatore che, atterrato in pieno deserto del Sahara, è sorpreso dalla vocina di quell’inaspettato ospite.

Tradotto in 220 lingue e venduto in oltre 140 milioni di copie, negli anni ha ispirato fumetti, cartoni animati e opere teatrali. Ha incantato e continua ad incantare grandi e piccoli fornendo veri e propri consigli di vita da cui tutti possono prendere spunto.

Personalmente credo di averlo letto almeno una decina di volte, e voi ?

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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