La musa che divenne pittrice
In un celebre dipinto di Renoir, una giovane donna è ritratta mentre è intenta ad annodarsi i capelli in una treccia.
Lo sguardo è basso, assorto in chissà quali pensieri; è nel fiore degli anni, ma un velo di maturità sembra adombrarla. Indossa un succinto corsetto che ne mette in evidenza, nonostante sia ritratta a mezzo busto, le forme floride.
Quella ragazza ritratta è Suzanne Valadon, al secolo Marie-Clémentine Valadon, nota per essere stata musa, modella, pittrice e madre del celebre (e tormentato) artista Maurice Utrillo.

Sicuramente Suzanne è altresì conosciuta principalmente per essere stata l’amante (e la musa) degli artisti più importanti del suo tempo: da Henri de Toulouse-Lautrec a Pierre-Auguste Renoir, da Pierre Puvis de Chavannes al musicista e compositore Erik Satie.
Di umili origini – sua madre lavorava come sarta presso una nobile famiglia – ebbe un’infanzia difficile. Non conobbe mai il padre e sua madre, che aveva problemi di alcolismo, a soli nove anni la mandò a lavorare in una sartoria.
Lavorò come cameriera, come fioraia e pasticciera, accettando qualsiasi tipo di mansione pur di sbarcare il lunario, fino a quando, all’età di quindici anni, non si trasferì a Parigi. Qui diventa acrobata in un circo: può contare su un corpo agile e flessuoso, ma purtroppo dopo qualche tempo una brutta caduta dal trapezio mise fine alla sua carriera circense. Ciononostante, non si perse d’animo e e cominciò a dedicarsi a una nuova passione: il disegno.
Ritraeva gatti, cani e cavalli, imparando, da autodidatta, le tecniche pittoriche. Siamo alla fine dell’Ottocento e Parigi era una fucina di talenti e un luogo dove tutto, per magia, poteva accadere.

Suzanne conobbe i principali artisti del tempo, divenne loro modella e amante: Toulouse-Lautrec la rinominò allora affettuosamente Suzanne, facendo riferimento alla Susanna e i Vecchioni biblica. Edgar Degas la soprannominò invece “la terribile Maria“, per via del suo carattere vivace e ribelle.
Era vero, Suzanne aveva un carattere ribelle. Le regole non erano fatto per lei, tanto meno vivere secondo gli schemi. A soli diciotto anni rimase incinta e non volle mai rivelare l’identità del padre: qual bambino diventerà Maurice Utrillo, uno degli artisti più innovativi dell’epoca.
Suzanne era inarrestabile: per esempio, stanca di posare come modella, decise di passare dall’altra parte del cavalletto e di dedicarsi alla pittura. Del resto, negli ultimi anni aveva visto l’epigeo dell’Impressionismo e il fiorire dell’Espressionismo, conosceva le tecniche pittoriche e sapeva come far notare i suoi dipinti.
Si dedicò ai nudi e ai ritratti, dando prova di una grande capacità nella scelta dei colori, perlopiù aciduli. Prima donna a venire ammessa alla Société Nationale des Beaux-arts, Suzanne dimostra di sapersi muovere in un mondo dominato dagli uomini, in cui le donne possono aspirare solo a ruoli subalterni o di “muse”.
Talentosa, perfezionista (pare che si dedicasse anche anni a un dipinto, prima di mostrarlo al pubblico), Suzanne Valadon è una delle prime figure di artista moderna. Tutto nella sua vita fu vissuto intensamente e spesso in maniera assai travagliata. Anche i suoi amori, come ad esempio quello con Erik Satie e André Utter, più giovane di lei di ben ventidue anni e per il quale lasciò il marito.
Coraggiosa e anticonformista sempre, anche quando fece scandalo la sua relazione – che poi divenne un matrimonio – con un uomo così giovane e per giunta amico di suo figlio.
Suzanne Valadon lasciò il mondo mentre stava facendo la cosa che più amava: dipingere. Morì infatti di ictus mentre era al suo cavalletto, lasciandoci una grande eredità; un mondo dipinto, tutto al femminile, carico di sensualità e di colore.
