Giza e Biscotto (Seconda e ultima parte)
Campeggiava al cancello una targa con la stampigliatura- NO PUBBLICITA’ GRAZIE -, un’idea del signor Cusumano, ex impiegato dell’Ufficio Catasto. Nelle cassette della posta transitavano carte di ogni tipo: cartoline indirizzate ai Muttone e ai Cusumano, bollettini e fatture per tutti, conti bancari per la signora Bardone e per gli Spampignatto, lettere per la signora Elia, inviti e locandine per la professoressa Gnoccarini, raccomandate per lo sposino dell’ultimo piano. Valerio le smistava con evidente soddisfazione e competenza, ma dovette ammettere che Damiano aveva ragione.
-Il mondo va avanti, caro Valerio – gli disse una mattina il signor Giacomo di rientro dalla passeggiata in piazza – e noi invece un passo indietro come i gamberi di giorno in giorno.
Valerio abbozzò un sorriso: avrebbe voluto chiedergli come mai, al tempo delle Sbrilli e della badante russa, fosse ringiovanito improvvisamente e che cosa fosse successo dopo quel Natale nevoso del 19… quando la russa se n’era andata ed il signor Giacomo era di colpo invecchiato. La signorina Lia Sotutto aveva la propria verità, che se l’intendessero il vedovo e la badante, ma Valerio non le credeva. Come faceva una giovane donna attraente come Larissa a farsela con uno che le poteva essere padre? Era rimasta nei suoi pensieri: flessuosa, bionda, occhi azzurri … la controfigura di Veronica. Gli faceva male al cuore ricordarle e perciò si sforzò di pensare ad altro.
-Hai ragione Damiano. Un bel computer e tu mi insegnerai ad usarlo. Può essere utile per il mio lavoro, no?
Arrivò l’estate all’improvviso. Avevano un bel dire i meteorologi a rassicurare le persone che il caldo non sarebbe stato quello dl 20… La gente era sempre più preoccupata dai servizi televisivi che annunciavano desertificazione e cambiamenti epocali del clima e chi se lo poté permettere ricorse ad installare un sistema di refrigerazione. Le pareti dell’edificio si imbruttirono grazie ai “bussolotti “, come li chiamava Valerio, che ronzavano come un milione di vespe incazzate. I Cusumano e i Muttone erano stai gli antesignani dell’installazione, poi fu la volta degli Spampignatto -il bambino respira male, ha le adenoidi -, la signora Bardone – non vado in vacanza così mi posso godere un po’ di fresco -. Resistettero con ventilatori quelli dell’ultimo piano, il signor Giacomo, gli Ousmane e la professoressa Gnoccarini in accordo con gli Wrinkler – è una questione di principio: i condizionatori inquinano l’ambiente e poi ci lamentiamo che il clima cambi! – Alla signorina Ghitta cominciò ad andare a genio la coppia tedesca: si capiva che erano gente colta, sensibile e di rigore intellettuale, nonostante la presenza del cagnolone biondo che continuava ad inquietarla. Biscotto la fissava con intensità, come i gatti dell’amica Velia. Chi capitolò suo malgrado fu proprio il portinaio. Lia e i figli gli si misero contro sostenendo che il condizionatore avesse il pregio non solo di rinfrescare l’appartamento, ma di liberarlo dall’umidità.
-Sai bene che il sole ci tocca di striscio senza contare le macchie in bagno e i miei dolori alle mani e alle ginocchia …
-Io studierei meglio. A settembre ho gli esami di riparazione, accidenti!
-Potrei farmi delle belle dormite anziché sudare in quel buco di camera!
-In fin dei conti l’appartamento è piccolo, basterà uno split, il costo sarà minimo – gli assicurò il tecnico cui si rivolse – in una giornata glielo montiamo … Facciamo giovedì prossimo?
Valerio finse di non notare la bruttezza del motore esposto sotto la finestra della cucina, bando alle crociate anti-inquinamento e largo all’aria fresca che gli permetteva di tenere sigillate le finestre, trascorrere nottate tranquille, godersi i programmi della tivù senza accendere zampironi e piastrine anti zanzare.
-E devo dire che il motore è fra i più silenziosi – osservò Lia.
“Tanto non ci sento! – pensò Valerio sconsolato. Il dottor Rossetti gli aveva confermato l’incipiente sordità prescrivendogli una visita specialistica che continuava a procrastinare. Si godeva intanto la passeggiatina serale in cortile con Giza, fumando e pregustando il momento in cui sarebbe scivolato fra le lenzuola fresche. A sognare Veronica.
“Sono passati più di vent’anni! Chissà dove si trova? La riconoscerei?”
Era bella come una madonna, coi capelli lisci e lunghi fino alle anche. La figlia del titolare della fabbrica dove lavorava. Di lei sapeva il nome, la targa del coupé rosso, che era iscritta all’università e che era un gran pezzo di figliola. Si incrociavano talvolta mentre lui entrava per il turno serale e lei, arrivando a bordo del coupé, faceva stridere i freni e slanciava fuori le gambe lunghe per scendere. Quante fantasticherie e giri mentali! Valerio la sbirciava di sottecchi immaginando che lei venisse a quell’ora per incontrarlo. Veronica non lo vide mai, non si accorse nemmeno una volta del suo biondo ciuffo ribelle. Entrava svettando su tutti e senza guardare in faccia nessuno infilava il corridoio degli uffici e spariva. Dopo che Valerio si fu licenziato ed ebbe incontrato Lia, venne a sapere la verità dal padre il quale gli raccontò che Veronica veniva in fabbrica per spillare soldi al paparino.
-E’ una filona quella! Meglio perderla che trovarla!
Valerio non la incontrò mai più, ma quando vedeva ondeggiare una schiena piena di capelli lunghi o sentiva stridere i freni di un’auto, gli prendeva un fremito di piacere.
Una sera Lia gli disse:
-Mia sorella vuole che vada con lei in spiaggia, la settimana a cavallo del Ferragosto, ti dispiace?
Damiano tornò dal lavoro annunciando che aveva strappato al caporeparto una decina di giorni di ferie:
-Andrò con gli amici in montagna! Evviva!
Solo Simonetta non dichiarò alcuna intenzione di vacanza:
-Ho gli esami … accidenti! Forse me la svigno il giorno di Ferragosto per un salto al parco … là si sono organizzati con sdraio e ombrelloni.
Valerio non disse nulla. Pensò con gioia: “Finalmente un po’ di quiete … io e Giza, le mie sigarette e tanta televisione, quest’anno ci sono pure i giochi olimpici! Che pacchia!
Nessuno vide che si sfregava le mani con soddisfazione. All’ultimo momento Simonetta ricevette un invito: una sua amica le propose di trascorrere assieme l’week end di Ferragosto. Alla fine rimasero in portineria Valerio e la gatta. Il palazzo, come ogni anno, si svuotò. Rimasero gli Ousmane, la signora Elia e la coppia di tedeschi. Poco lavoro, pochissima corrispondenza da smistare, in pratica solo la lettera che puntualmente ogni mese riceveva la signora Elia. Udo Wrinkler, un giorno, gli aveva detto: – Le vacanze preferiamo farle in inverno, ci piace sciare …
-E i vostri figli, se mi permette, non vengono a trovarvi?
-Preferiscono viaggiare. Abbiamo dei figli globetrotter … Hans e Reinhard sono partiti per la Patagonia. Annelore e Hutta invece andranno al mare coi bambini nella vostra splendida Sardegna!
Fra i due uomini si era stabilita una corrente di simpatia. Udo Wrinkler non disdegnava delle capatine in portineria di tanto in tanto e Valerio notava quanto fosse cordiale e chiacchierone l’ex ingegnere tedesco, al contrario della signora Magda riservata e taciturna. Venne a sapere che avevano visitato in largo e in lungo la penisola, scegliendo di vivere nella città in cui Udo aveva lavorato come consulente di costruzioni civili. Erano innamorati della bellezza e del clima italiani. I quattro figli, due maschi scapoli e due figlie sposate con prole, abitavano in vari landers; non avendo altri legami familiari Udo e Magda, entrambi pensionati, avevano fatto il grande salto. Con loro Biscotto, il cucciolone regalo dei figli.
-Crescerà ancora? – chiese Valerio.
-No, la taglia resterà invariata … abbiamo voluto chiamarlo con un nome che ci costa fatica pronunciare … l’ha scelto la nostra nipotina più grande che studia l’italiano.
Biscotto se ne stava tranquillamente accucciato durante le conversazioni, con il capoccione abbandonato fra le zampe. Giza l’osservava di lontano, preferibilmente accucciata sopra il mobile più alto, attenta e vigile. Lui non abbaiò mai, lei non soffiò. Sembravano convivere ignorandosi reciprocamente, a differenza dei loro padroni che fraternizzarono. Valerio fu invitato una sera a bere una birra dagli Wrinkler e a sua volta insistette per la compagnia di Udo: – C’è la partita di pallanuoto stasera Italia – Germania.
Magda declinò l’invito mentre il marito si dimostrò competente e tifoso. Tutto sembrava procedere nel migliore dei modi durante quella settimana fatidica a cavallo del Ferragosto, ma purtroppo il destino cinico e baro ci mise lo zampino.
GIOVEDI’ mattina: tempo soleggiato e fresco dopo una perturbazione. Gli Wrinkler decidono di partire per tre giorni in Toscana, fra ulivi e castelli.
VENERDI’ pomeriggio: calma di vento, forse il garzone di bottega, venuto a portare le spese alla signora Elia, ha lasciato il cancello aperto. Giza approfitta della distrazione di Valerio, esce in strada e non riesce a schivare un furgone di lavanderia. Valerio accorso sul posto la raccoglie e la porta in casa. Non c’è più nulla da fare. A calde lacrime prende il badile ed esce in cortile. Il palazzo dalle mute finestre chiuse assiste alla sepoltura di Giza, in un angolino dietro al cespuglio più folto delle ortensie. Poi al telefono con Lia: – Mi sa che domani ti raggiungo … non mi sento bene … è stato un colpo troppo doloroso!
La moglie: – Non diciamolo ai ragazzi … ma tu puoi lasciare il palazzo?
-C’è solo la signora Elia e gli Ousmane. Quella non scende mai. Non me la sento di stare solo. Giza mi manca da morire, povera gattina scorbutica!
“A me no” pensa Lia che dice: – Allora vieni e ripartirai lunedì mattina presto. Nessuno se ne accorgerà.
SABATO: Valerio affigge un cartello alla portineria e parte.
DOMENICA VIGILIA DI FERRAGOSTO: nel caseggiato ci sono gli Ousmane e la signora Elia. Non lo sa, ma resta tappata in casa, come sua abitudine, con tante vecchie lettere da rileggere. Di sera sta brontolando il temporale. Udo Wrinkler parcheggia la Mercedes in garage, legge il cartello in portineria, accompagna Biscotto in cortile. Magda lo chiama perché è in difficoltà con lo scrocchio della serratura.
-E’ sempre difettosa – si lamenta – entriamo. Lascia pure che Biscotto gironzoli per il giardino…hai visto il cartello? Non c’è neppure il portinaio. Poi scenderemo a ripulire.
Passano alcune ore, a disfare valigie, rassettare, fare una doccia prima di avvertire una raspatura alla porta.
E’ Biscotto che ha saputo trovare la strada di casa, è un cane intelligente. Li guarda scodinzolando, la lingua penzoloni in un sorriso che sembra dire qualcosa. Cos’è quel grumo bagnato ed arruffato sullo zerbino? Una zolla di terra? La luce del pianerottolo è fioca. Udo strizza gli occhi e si tappa la bocca per non gridare. E’ pelo aggrovigliato, misto a terriccio e foglie e petali di ortensia.
-Cos’hai fatto Biscotto? – mormora spaventato. Alle sue spalle accorre Magda.
-Adesso che facciamo?
Si guardano agghiacciati. Magda prende Biscotto per la collottola e lo trascina dentro, mentre Udo con un foglio di giornale afferra delicatamente il cadavere di Giza e lo porta in bagno. E’ proprio stecchita, povera gatta, lercia di terra. La guardano senza parlare. All’improvviso confabulano sottovoce, rigorosamente in tedesco, così se qualcuno fosse in ascolto, non li capirebbe. Nel palazzo regnano il silenzio e la solitudine più assoluti. Magda si infila un paio di guanti di lattice, prende delicatamente la povera Giza aiutandosi con il telefono della doccia la lava. Che impressione quegli occhi vitrei aperti! Va avanti con coraggio, trattandola con cura le pettina il pelo con un goccio di balsamo per capelli. Udo accende il phon e l’asciuga. Ora è la piccola vecchia Giza di qualche giorno prima. Sembra addormentata se non fosse per quello sguardo spalancato. In punta di piedi scendono le scale fino in portineria, non c’è nessuno. La adagiano sullo zerbino e risalgono. A casa Biscotto si prende una solenne sgridata. Ultima cosa: armato del necessario e di una torcia da campeggio Udo scende in cortile e lo perlustra. C’è ancora luce nonostante il cielo si stia rabbuiando di nubi minacciose, bisogna far presto e così il fascio di luce della torcia sprizzando dappertutto, illumina il selciato, la terra, la siepe e i cespugli. Biscotto deve aver fatto una pisciatina sul tronco dell’acacia e c’è un po’ di terra smossa dietro le ortensie. Udo la sistema alla meglio con i piedi.
“Ma cosa gli sarà preso a Biscotto? – si chiede e ritorna a casa. A letto i coniugi Wrinkler restano in silenzio al buio. Ad un tratto Magda sussurra:
-Come è possibile che la gatta fosse da sola a casa?
Il marito sospira: – I gatti sono animali indipendenti, se la cavano da soli per qualche giorno. Non riesco a spiegarmi invece come il nostro cane sia diventato così aggressivo da azzannare un povero gatto! Mi sembrava che andassero d’accordo.
Magda gli tocca una mano: – Domani ritornerà il signor Valerio. Vedremo cosa succederà, ci scuseremo con lui …
Udo sospira di nuovo: – Chissà come la prenderà! Non vorrei litigare proprio adesso che siamo diventati amici!
LUNEDI’ GIORNO DI FERRAGOSTO: durante la notte c’è stato un acquazzone, di prima mattina splende il sole nel cielo limpido. Gli Wrinkler si svegliano presto, come consuetudine, fanno colazione, rimbrottano ancora Biscotto e decidono di trascorrere la giornata lontano dal palazzo. Affronteranno il portinaio di sera.
-Facciamo un salto alla pieve sulle colline – propone Magda. Sono luterani, ma estimatori dell’arte. Non è per espiazione che scelgono l’antica chiesa medievale incastonata nel verde dei boschi, non credono nel peccato e nella colpa da redimere. La scelgono perché il luogo ispira calma e bellezza. La sera, poco dopo il tramonto, rientrano. Attraversando l’androne sbirciano la guardiola. E’ buia, non c’è più il cartello. Non osano guardare lo zerbino. E’ vuoto. Dalla portineria non proviene rumore, neppure quello del televisore. Biscotto guaisce sommessamente. Decidono di rientrare in casa. Affronteranno il portinaio l’indomani.
MARTEDI’, MERCOLEDI’: il tempo si è guastato, è piovuto grosso per tutti e due i giorni. Sembra autunno, ma i meteorologi promettono che l’estate non è finita. Udo Wrinkler è sceso a più riprese in portineria, ma non ha incontrato Valerio. Ha incrociato i Muttone che rientravano dalla vacanza, il martedì sera, bagnati fradici e carichi di valigie. Si è offerto di aiutarli a salire le scale.
GIOVEDI’ pomeriggio: la signora Magda è scesa per andare dal parrucchiere. Sbirciando la guardiola ha visto la testa ricciuta della signora Lia, china sulla scrivania a smistare la corrispondenza. Non vorrebbe fermarsi ma le gambe la conducono davanti alla vetrata fumé. La signora Lia alzando la testa la vede e balza in piedi con un sorriso raggiate. Esce dalla guardiola con una locandina in mano.
-Signora, c’è posta per lei!
Magda sorride incerta, è l’invito ad una mostra di pittura contemporanea presso la biblioteca comunale.
-Buongiorno! Passato bene il Ferragosto?
Parla a fatica l’italiano, ma Lia non ci bada. Le basta avere fra le mani la tedesca per poter scambiare quattro chiacchiere e sapere qualcosa di più sulla strana silenziosa signora. Si lancia nel resoconto della settimana al mare con la sorella, le mostra l’abbronzatura, le dice che si sente rilassata e poi le domanda del suo Ferragosto. Magda balbetta mentre con la coda dell’occhio cerca di vedere se il portinaio sopraggiunge.
-Mio marito è andato dal medico, sa! – spiega Lia – si è deciso finalmente a rivolgersi ad uno specialista per la sordità. Al giorno d’oggi ci sono apparecchi miracolosi. Magari sono tedeschi! La tecnologia tedesca è sempre la migliore!
Le prude la domanda sulle labbra, alla fine rompe gli indugi:
-La gattina? Dov’è Giza?
Lia la guarda in silenzio per un attimo, prorompe:
-Ah! Ci è successa una cosa incredibile! La vuole sapere? Allora entri, si accomodi che le faccio un caffè mentre gliela racconto!
Magda rinuncia alla parrucchiera e segue la portinaia. In tinello la prima cosa che nota è una foto di Giza. Mentre Lia fa bollire la cuccuma sul fornello, si accomoda sul divanetto e si guarda attorno. Si vede che la casa è piccola per quattro persone: non c’è uno spazio vuoto, ma tutto è in ordine impeccabile. Ritorna la signora Lia reggendo il vassoio: vuole fare bella figura e serve il caffè nelle tazzine di porcellana bianca filettata in oro zecchino. Magda lo preferisce molto zuccherato, perciò gira e rigira il cucchiaino nel caffè per non dover alzare gli occhi ed incontrare il musetto di Giza nella foto.
-Mio marito ha voluto scattargliela qualche mese fa … prima della disgrazia. Pareva che se lo sentisse che la povera Giza sarebbe morta!
Magda beve il caffè ed ascolta in punta d’orecchie.
-Ci era tanto affezionato, sa! La tenevamo da dodici anni, ce l’avevano regalata i signori Malvestio, che lei conosce vero?
-Sì – sussurra Magda che ha ritrovato voce e coraggio – conosciamo Lorella e Raffaele da molti anni, lui era tecnico … geometra, come dite voi. Ha lavorato con mio marito in aziende italiane e tedesche.
-Che care persone! – esclama Lia – non le abbiamo più viste … voi le frequentate ancora, immagino?
-Ach, ja! Qualche volta …
Magda tentenna, non è sua abitudine parlare degli assenti. La signora Lia è abile nel tirarle fuori di bocca le cose, ad un tratto si ritrova a raccontarle che il geometra Raffaele negli ultimi mesi non gode buona salute e si dubita qualcosa di grave.
-Mi dispiace tanto per lui e per la cara signora Lorella! Così gentile e premurosa! Pensi che mio marito ne era innamorato!
Magda si stupisce, ma Lia si affretta a chiarire che è una battuta di spirito, visto che la signora Lorella non aspetta più di festeggiare le settanta primavere.
-Già – osserva Magda – abbiamo tutte e due settantadue anni, siamo dello stesso mese …
Così Lia è venuta a conoscere l’età precisa delle donne e, fatti due calcoli, i mariti ne avranno su per giù gli stessi.
-Veramente mio marito è più giovane di me – confida Magda – di qualche anno … una volta credevo che si notava …
“Anche adesso –pensa Lia che nell’osservarla da vicino si accorge della pelle segnata e delle macchie brune sulle mani “l’età c’è e si vede! Le mani tradiscono sempre!”
Il signor Wrinkler ha un volto più fresco e i capelli sono molto scuri.
-Stava andando dalla parrucchiera qui all’angolo? – chiede improvvisamente Lia cambiando discorso.
–Sì, non conosco altre … – e si tocca i capelli corti, grigio ferro, lievemente ondulati.
-Ha dei bei capelli, signora! Potrebbe tingerli, ma allora le consiglio il salone di bellezza Ofelia, è un po’ caro, ma sono molto brave! Ci vado qualche volta per il taglio. Di solito mi servo della Flora per la messa in piega … è una mia buona amica, lavora in nero, sa! Viene qui una volta alla settimana!
Magda si dimostra sensibile all’argomento tanto che le chiede maggiori informazioni sul salone Ofelia, mentre tiene per sé il fatto che non si servirebbe mai di una lavorante in nero, come dicono gli italiani. Per lei il lavoro è sacro come lo è altrettanto pagare le tasse. Non ritiene opportuno parlarne con la portinaia, non perché non la ritenga all’altezza della discussione, ma perché è convinta che fra conoscenti non è il caso di tirare fuori certi argomenti. Bisogna andare coi piedi di piombo, saggiare il terreno, conoscere ed approfondire i lati del carattere, mettersi nei panni di chi ti sta davanti ed ascoltare Questa è la sua filosofia di vita che non condivide con Udo perché il marito è più esuberante e facile alle confidenze. Ha già fatto amicizia con i signori Muttone e Cusumano, Chiacchiera amabilmente con la Bardone e la Gnoccarini, scambia due parole con gli sposini dell’ultimo piano, con gli africani, dispensa carezze sulle teste dei pochi bambini che abitano nel palazzo. Lei invece, in cinque mesi, è riuscita a far due parole con la signora Rosa che le ha portato i fiadoni, saluta frettolosamente gli altri, fino ad oggi quando, seduta nel tinello dei portinai, si sorprende a chiacchierare come una vecchia amica della signora Lia. Improvvisamente si ricorda della ragione che l’ha portata là.
-Mi stava parlando di gattina morta …
-Ah, la nostra vecchia Giza! – sospira Lia – ad essere sincera, per me non è una tragedia! Era diventata vecchia, bolsa ed incontinente … qualche volta non usava la lettiera e io dovevo pulire. Vede bene che in questo buco non ci si muove nemmeno, figurarsi per l’igiene! Mio marito da venerdì scorso è prostato! (vuol dire prostrato ma Magda non conosce la parola) Quando sono tornata ieri sera l’ho trovato così, non si dà pace perché dice che è colpa sua, che non si è accorto del cancello aperto …
Magda boccheggia: – Venerdì? Cancello aperto?
-Purtroppo il cancello era spalancato, Giza è sgattaiolata via (sich!) e il furgone l’ha messa sotto.
Magda trattiene il respiro.
-Si vede che era destino che finisse così! Meglio un bell’incidente che una malattia, no? Che me la dovevo curare qui, in questo buco di casa!
Magda ritrova il fiato:
-Ma che è stato di gatta, allora?
-L’ha seppellita in giardino, sotto alle ortensie, la sera stessa. E sa cosa è successo? Una cosa stranissima! Incredibile! Ecco quello che le volevo raccontare …
Lia si sbellica dalle risa:
-Valerio l’ha ritrovata bella pulita e profumata sullo zerbino di casa! Chissà come ci è arrivata, ce lo stiamo chiedendo, ma non troviamo riposte. Lei, signora Magda, me ne suggerisce una?
FINE