Firenze,La Firenze dei Fiorentini

Francesco Nuti, il comico triste

E anche Francesco Nuti non c’è più.
Francesco mi ha da sempre ricordato la mia gioventù.

Ero poco più che una ragazzina quando un pomeriggio mentre portavo a passeggio il mio cane facendo la solita passeggiata quotidiana nel quartiere, mi imbattei in una troupe di cameraman, attori, registi, truccatori e tecnici. Tutti se ne stavano intorno alla cabina telefonica ai piedi della scalinata del cosiddetto “ponte di ferro”, un passaggio aereo che al tempo consentiva ai pedoni di attraversare da una parte all’altra il Viale Giacomo Matteotti, all’altezza di Piazza della Libertà. Era una cosa insolita, e quindi mi fermai chiedendo spiegazioni. Un tale mi rispose che si stava girando la scena di un film….
Solo qualche mese dopo ne scoprì il titolo e i protagonisti. Quel film si intitolava “Ad ovest di Paperino”, quei protagonisti erano tre comici toscani… i Giancattivi!

Immagine tratta dal film “Ad ovest di Paperino”

Francesco Nuti è morto ieri a Villa Verde, la clinica romana dove era ricoverato da tempo. Era nato a Firenze il 17 maggio 1955.
ECCO, Nuti più di tanti altri artisti, ha rappresentato a mio vedere l’incarnazione del detto per cui i comici, in realtà, sono tristi.

Si perché “triste” lui lo è stato davvero.
Sicuramente a partire dagli anni Novanta quando, dopo una carriera più che brillante, ha conosciuto il mostro dell’insuccesso, quello che può mangiarti senza lasciarti più andare.
Eppure tutto era iniziato con il vento in poppa: è la fine degli anni Settanta quando Francesco, che ha già cominciato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo amatoriale e ha proseguito anche dopo essere stato assunto come operaio in un’impresa tessile di Prato, entra a far parte del trio cabarettistico dei Giancattivi con Alessandro Benvenuti e Athina Cenci.

Le gag dei tre sono davvero divertentissime e il successo è immediato in tv e al cinema (proprio con quel film di cui io vidi qualche ripresa, “Ad ovest di Paperino”); dura poco, però, perché nel 1982 lui se ne va, scegliendo una carriera cinematografica da solista. Prima solo come sceneggiatore e interprete protagonista di “Madonna, che silenzio c’è stasera”; “Io, Chiara e lo Scuro;” e “Son contento”, tutti diretti da Maurizio Ponzi; poi anche come regista.
L’esordio dietro la macchina da presa arriva nel 1985 con “Casablanca, Casablanca” cui seguono titoli di grande successo come “Tutta colpa del paradiso”, “Stregati”, “Caruso Pascoski (di padre polacco)”, “Willy Signori e vengo da lontano” e “Donne con le gonne”. Nello stesso periodo si dedica anche alla musica, partecipando ad esempio, nel 1988, al Festival di Sanremo con la dolcissima “Sarà per te”.

I Giancattivi

Nulla lascia presagire che, di lì, a qualche anno inizierà la fase discendente dalla quale non si riprenderà mai. Ad aprirla, nel 1994, è “OcchioPinocchio”, un film che Nuti riesce a realizzare con una lunga e travagliata produzione ma che non ottiene nemmeno lontanamente il successo sperato. Di più: è un flop sia per il pubblico sia per la critica, tanto da convincerlo a tornare nel filone di quella commedia che lo ha visto trionfare al botteghino nel decennio precedente.

Neanche questa scelta, però, si rivela vincente e i tre film che seguono, “Il signor Quindicipalle”, “Io amo Andrea e “Caruso, Zero in condotta” vengono accolti tiepidamente.
Arriva così la “bestia”, una brutta depressione che sfocia nell’alcolismo e, sembra, anche in un tentativo di suicidio. Nemmeno il ruolo di protagonista che, nel 2005, ricopre nel film di Claudio Fragasso “Concorso di colpa” riesce a tirarlo fuori dal tunnel in cui è finito.
Un anno dopo, l’incidente dal quale non si è mai ripreso: alla vigilia del ritorno sul set, Nuti cade dalle scale di casa ed entra in coma a causa di un ematoma cranico. Viene operato d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma e, una volta uscito dal coma, trasferito nell’ospedale Versilia di Lido di Camaiore, un centro altamente specializzato nella riabilitazione neuromotoria.
Gli è accanto Annamaria, la donna che ha sposato nel 1992 e da cui si è separato nel 2000, dopo la nascita della figlia.
Nel 2009 Nuti lascia l’ospedale e torna a casa. Ancora non parla e non cammina ma da allora, seppure solo in rare occasioni, si fa vedere in pubblico: al cinema Eden di Prato per la presentazione del Cd “Le note di Cecco2, realizzato dal fratello Giovanni e da Marco Baracchino; in tv nelle trasmissioni “I fatti vostri” e “Stasera che sera!”; al Mandela Forum di Firenze per una festa per il suo 59° compleanno organizzata dagli amici toscani di sempre Leonardo Pieraccioni, Carlo Conti, Giorgio Panariello e Marco Masini.

Francesco Nuti (Prato, 17 maggio 1955 – Roma, 12 giugno 2023), attore, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e cantante italiano

Nel 2016 un’altra tegola: Nuti prima viene maltrattato dal badante che avrebbe dovuto accudirlo e poi, a causa di un’altra caduta, viene ricoverato all’ospedale Careggi di Firenze per una emorragia cerebrale.
L’iter è sempre lo stesso: prima il reparto di rianimazione poi le cliniche per una riabilitazione che non si è mai finita di compiere.

Dopo di allora, non lo abbiamo visto più.

Ma il suo pubblico e i fiorentini soprattutto, non lo hanno mai dimenticato. Basta passare sotto i portici di Piazza della Repubblica, davanti al vecchio Gambrinus, per rammentare alcune delle scene più iconiche dei suoi film, quando in quel mezzanino fumoso tra i panni verdi dei tavoli da biliardo, lui era lì, tra realtà e finzione cinematografica, a tirare di stecca insieme allo Scuro…

 

Immagine tratta dal film “Io, Chiara e Lo Scuro”
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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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Massimiliano Pancani

Un bellissimo racconto di un attore che in due film ha lasciato il segno. Io Chiara e lo Scuro, è stato un film emozionante che raccontava una vita che in nessun altro film è stato raccontato, a parte lo Spaccone ma trattava di un altro gioco che non era il la goriziana o l’italiana. Brava Barbara

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