Caffé Giacosa, la culla del Negroni
Firenze, via Tornabuoni, 83 rosso: nel 1927 l’insegna ancora recitava “Caffè Casoni”, ma poco importava, perché in quegli spazi si sarebbe stata trasferita un’attività destinata a rimanere scolpita nella storia degli esercizi fiorentini: il Caffè Giacosa.
Al tempo poco più che una drogheria, uno di quei posti non troppo eleganti che però ai primi del Novecento tanto piacevano ai nobili come sosta alternativa fra un salotto e l’altro. Un locale come tanti, potreste pensare. Invece no, miei cari lettori, poiche al Caffè Casoni appartiene il bancone in cui il mitologico Conte Camillo Negroni soleva abitualmente fermarsi, per bere qualcosa e confidarsi con Fosco Scarselli, il suo barman di fiducia.
Fu ad esso che un giorno di un lontano 1920, diede indicazioni precise per realizzare un drink mai sperimentato prima: non il solito “Americano” col seltz, bensì con un goccio di gin. Una sostanziale modifica alla ricetta che presto sarebbe diventata l’ “Americano alla moda del Conte Negroni”; più brevemente ancora, il “Negroni” ! Facendo rapidamente proseliti, questa bevanda era destinata a divenire uno dei cocktail da aperitivo più caratteristici e richiesti d’Italia e del mondo!
Dunque non un bancone qualunque quello di Giacosa bensì quello sul quale vide la luce il primo cocktail Negroni della storia, l’inizio di un mito e di una leggenda.
La bottega era stata fondata nel 1815 dalla famiglia Giacosa (originaria di Torino), da cui aveva appunto preso il nome. Con l’intenzione di aprire un locale dotato di pasticceria e di una sala da caffè, i fratelli avevano deciso di trasferirsi nei locali dell’ex Casoni, in via Tornabuoni ( al tempo al civico n. 984), proprio di fronte a Palazzo Strozzi e, pertanto, quasi dirimpetto al Doney; Correva l’anno 1927.
Erano seguiti anni di successo. Poi però, con il passare del tempo, il periodo aureo dei principi, dei marchesi e degli aristocratici era andato lentamente tramontando e il Giacosa, come già tanti altri locali storici, aveva iniziato una fase di lento e inesorabile declino.
Da quel momento, il caffè fu messo in vendita più volte finché la famiglia Bardelli lo acquistò nel 1974, riportandolo agli antichi fasti. Il successo non dura a lungo, e nel 2001i fiorentini assistono ad un’altro cambio di proprietà; l’attività viene inglobata dalla boutique Cavalli.
Sebbene trasformato in “Caffè Giacosa by Roberto Cavalli”, il locale continua per più di un decennio ad offrire un buon Negroni d’ordinanza, caffè 100% Arabica, dolci della tradizione per la colazione e qualche sfizio salato.
Gli affacci però non sono più su via Tornabuoni, bensì alle spalle di essa, ovvero su Via della Spada; la qualcosa non è certo di secondaria importanza per il popolo fiorentino, che da quel moneto si dividerà in favorevoli e contrari.
Ad ogni modo, la gestione Cavalli si protrae comunque fino al 2017. Poi l’improvvisa chiusura: fine della boutique Cavalli e fine del caffè.
Un vero shock per i fiorentini d.o.c., e per tutti coloro i quali avevano considerato il Caffè Giacosa come un tempio, un luogo di culto e di tradizione, uno degli ultimi baluardi gigliati, simbolo di una strada altera e magnifica quale la centralissima ed elegantissima Via Tornabuoni. Un patrimonio per tutti i fiorentini che per generazioni ci hanno lavorato o semplicemente preso un caffè in un giorno di festa, sorseggiato aperitivi quando nel resto d’Italia questa parola voleva dire poco o nulla, concluso affari od intravisto amori, festeggiato ricorrenze o affogato dispiaceri. Il caffè Giacosa aveva rappresentato un punto fermo per tutti quelli che avevano avuto la fortuna di vivere in una città costruita e pensata da chi la città la amava, la capiva, ne era stato interprete e protagonista. Difficile, insomma, dirgli addio.
Di questi giorni, invece, la buona notizia!
Grazie alla famiglia Valenza (già proprietaria degli illustri Caffè di piazza della Repubblica Paszkowski, nato nel 1846 come Caffè Centrale, e del Caffé Gilli) che ne ha acquistato il marchio nel 2020, il caffè Giacosa tornerà ad alzare le saracinesche e Firenze potrà riappropriarsi di uno dei suoi antichi tesori.
Data prevista: metà luglio 2023.
Con la riapertura del Giacosa e poi delle Giubbe Rosse, Firenze si appresta a ricomporre il mosaico dei suoi caffè letterari, templi di tradizione e saperi che, tra la seconda metà del XIX secolo e la prima del XX secolo, accolsero nomi di spicco dell’arte e della letteratura divenendo centri di diffusione di idee innovative, soprattutto in campo artistico, letterario e politico.