Le vostre storie,Racconti

L’immagine riflessa

È stata una giornata infernale, sono le undici di sera e non vedo l’ora di andare a letto.

Entro in bagno e con la coda dell’occhio, riflesso nello specchio, vedo una sfumata immagine di un essere vivente.

Torno indietro pensando che lo specchio a volte fa paura, mette a nudo corpo, pensieri, anima dentro e fuori; è come se ci rimandasse un qualcosa di intimo, profondo e invisibile.

Non è un caso che spesse volte ci diciamo “Se facessi quella cosa non potrei guardarmi allo specchio”.

Così, presa da questi pensieri, labirinti mentali, torno a guardarmi ma non mi vedo, guardo altro.

Ecco un uomo di non so quale età che mi sorride, barba lunga e capelli bianchi, ricoperto da un mantello che ricopre gli il busto. Non ho paura anzi, pure la stanchezza si affievolisce, mentre incontro il suo sorriso.

Non oso proferire parola: amo guardarlo, mentre sento che quella figura riflessa mi trasmette tranquillità. Ho voglia di comunicare e decido di farlo solo con il pensiero, la parola potrebbe dileguare la magia.

 

Chi sei, cosa vuoi dirmi?” Un vento lieve attraversa la stanza da bagno, un carillon nella stanza vicina inizia a suonare e lenti ma fermi i suoi pensieri mi raggiungono.

Sono l’incarnazione del tuo più grande vissuto, un vissuto maligno, infausto, un vissuto rifiutato che ha trovato solo porte chiuse, un vissuto che urlava e chiedeva pace e amore solo di te”.

Due grosse lacrimoni scendono sul mio volto mentre una carezza non so da dove, mi acquieta.

Lo so chi sei, mi hai fatto molto male, specie in momenti bui del mio vivere ti temevo e tanta era l’ansia che mi donavi.

Ora ti guardo, ti vedo, ti sento. Sei bello non so darti un’età, ma la fiducia che mi inspiri è forte, immensa nel mio cosmo interiore.

Sacro e saggio appari, non una ruga traccia il tuo volto, gli occhi tuoi profondi e vivi mi penetrano l’anima e come in culla al tuo sguardo mi abbandono. Sta forse in te, questo senso di magia, questo percepire il sacro il mistero, nella tua presenza?

So qual è il tuo nome e non oso pronunziarlo, e in un magico momento mi elevo a te sapendo che sei anima mia, nella pace di un cuore che non andrà più via.

Autore A. Zinno
Author Image
Paola Fabbri

Paola Fabbri, lettrice di testi poetici e introspettivi, ha frequentato corsi di teatro e formazioni Steineriana di colori. Nata nel 1951 a Pisa, ha pubblicato libri amatoriali di poesie e racconti. Con “La vita canta” è giunta terza al premioInternazionale Litterae Fiorentinaie. Dice di sé: non è facile dare vita alla mente razionale ma l’anima sa dove andare per cogliere i suoi versi in fiore che sbocciano dal suo sentire come petali di rosa.

Previous Post

Next Post

0 0 votes
Voto all'articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial
WhatsApp