Accade oggi

La storia che non potrà mai finire

«Le passioni umane sono una cosa molto misteriosa e per i bambini le cose non stanno diversamente dai grandi. Coloro che ne vengono colpiti non le sanno spiegare, e coloro che non hanno mai provato nulla di simile non le possono comprendere. 

Ci sono persone che mettono in gioco la loro esistenza per raggiungere la vetta di una montagna. A nessuno, neppure a se stessi, potrebbero realmente spiegare perché lo fanno. Altri si rovinano per conquistare il cuore di una persona che non ne vuole sapere di loro. E altri ancora, vanno in rovina perché non sanno resistere ai piaceri della gola, o a quelli della bottiglia. 

Alcuni buttano tutti i loro beni nel gioco, oppure sacrificano ogni cosa per un’idea fissa, che mai potrà diventare realtà. 

Altri credono di poter essere felici soltanto in un luogo diverso da quello dove si trovano e così passano la vita girando il mondo.

E altri ancora non trovano pace fino a quando non hanno ottenuto il potere. 

Insomma, ci sono tante e diverse passioni, quante e diverse sono le persone».

(Michael Ende, La storia infinita)

Nella vita, la passione è tutto: perlomeno, io ritengo sia così e, anche se questa non fosse opinione condivisa, resto dell’idea che ciascun individuo è assolutamente capace di provare passioni, che sia in maniera consapevole o meno.

L’originario significato della parola passione proviene dal latino passio, a sua volta derivato dal verbo pati che significava sopportare, patire.

In latino classico, passio stava infatti a significare il turbamento dell’animo: poi, con la cultura medievale il significato principale si trasformò in sofferenza del corpo, tormento, dolore.

Ovviamente, accanto al significato di sofferenza fisica vi è quello di sofferenza morale: la passione diviene un’ emozione tanto violenta da dominare la volontà di chi la prova. Questo è, seppure con molteplici sfumature, il significato che, infine, è giunto ai nostri giorni. Pertanto, definiamo passioni, tutti i sentimenti, soprattutto quelli più incontrollabili quali l’amore, oppure l’odio o la gelosia.

Sentimenti a parte, chiamiamo passione anche  tutto quello che suscita il nostro interesse: da qui, la passione per i viaggi,  la passione per la ricerca,  per un hobby. Via, via che si indebolisce l’idea dell’incontrollabilità e della sofferenza, la passione prende un significato positivo: fare qualcosa per passione significa farla spontaneamente, senza alcun tornaconto o interesse economico.

Ecco che esistono anche delle persone che nutrono una forte passione per la lettura o per la scrittura: fortunatamente, ancora al mondo, possiamo trovare scrittori e libri senza tempo, capaci di fare appassionare, innamorare, i lettori di ogni età.

Ed è a questa categoria che appartiene La storia Infinita, un romanzo fantastico scritto nel 1979 dallo scrittore tedesco Michael Ende: stiamo parlando di un romanzo che, tradotto in ben quaranta lingue,  ha venduto oltre 10 milioni di copie nel mondo, divenendo un classico della letteratura per ragazzi.

La maggior parte della storia si svolge a Fantàsia, un mondo fantastico minacciato dall’espansione di una forza misteriosa chiamata Nulla, che causa la sparizione di regioni sempre più estese del regno. Il coprotagonista è Atreiu, un giovane guerriero che viene incaricato dall’Infanta Imperatrice di trovare una soluzione al problema; il protagonista è invece un bambino del mondo reale, Bastiano Baldassarre Bucci, il quale, leggendo un libro sul Regno di Fantàsia, si ritrova progressivamente coinvolto negli eventi del racconto. Diventato anche lui parte del regno immaginario, Bastiano aiuterà  Atreiu nel tentativo di salvare questo mondo fantastico ed, in ultimo, si arrangerà a trovare un espediente per ritornare nel mondo reale, a cui appartiene.

Un romanzo che non manca nella libreria di molte famiglie, un  romanzo che ha  accompagnato diverse generazioni di lettori: un viaggio magico in cui fantasia e realtà si amalgamano indissolubilmente, una storia nella quale avviene un connubio straordinario ed il lettore è contemporaneamente ideatore e protagonista del racconto che sta leggendo. 

Perché per  Bastiano Baldassarre Bucci, il nostro protagonista , la passione più grande sta nei libri.

E chi tra noi, non ha trascorso almeno un intero pomeriggio, dimenticando tutto il resto del mondo intorno a sé, senza più accorgersi di avere fame o freddo, perché si è immerso in una lettura che lo ha appassionato?

Chi di noi, che non avevamo programmi televisivi da guardare (se non Carosello!), non ha mai letto sotto le coperte, alla debole luce di una minuscola lampadina tascabile, perché altrimenti il babbo o la mamma  si sarebbero preoccupati di metterci al buio, soltanto  per la buona ragione che era giunta l’ora di dormire?

Chi di noi non ha mai versato, apertamente o in segreto, calde lacrime perché una storia meravigliosa che stavamo leggendo, era finita e dunque era giunto il momento di dire addio a quei personaggi con i quali si erano vissute tante straordinarie avventure? Creature che, in poche pagine, avevamo imparato ad amare e ammirare, eroi ed eroine  per i quali avevamo temuto e sperato e senza i quali poteva sembrarci che la vita reale fosse, tutto d’un tratto, vuota e priva di interesse.

Chi non conosce tutto questo per sua personale esperienza,  molto probabilmente non potrà comprendere ciò che fece il nostro amico Bastiano!

Del resto, anche la critica tedesca del tempo della Guerra Fredda, accolse le idee esposte da Ende nel romanzo, con riluttanza e scetticismo. All’epoca, la letteratura doveva essere soprattutto realistica e politicamente impegnata, per cui non c’era spazio per fare viaggi nel Regno di Fantàsia. I rappresentanti socialmente attivi di quella generazione criticarono Ende, tacciandolo di mancanza di realismo, in favore di tratti un po’ troppo naif. Tuttavia, il messaggio contenuto ne La storia infinita era diametralmente opposto: non una fuga nel mondo della fantasia in cui vivere felici, bensì un caldo invito a considerare la fantasia quale mezzo per affrontare i problemi del mondo reale.

Al libro, nel 1984,  si ispirò l’omonimo film diretto da Wolfgang Petersen (seppur con numerose differenze). Il suo budget di 25 milioni di dollari ne fece il più costoso film di produzione tedesca mai realizzato.

L’enorme successo di pubblico e critica,  ha contribuito ad esaltare la popolarità del romanzo per molti  anni a seguire. 

Ampio merito va dato anche alla azzeccatissima colonna sonora, dal titolo The Never Ending Story, che fu  interpretata dal cantante britannico Limahl, all’epoca da poco uscito dal gruppo musicale dei Kajagoogoo. Il testo fu scritto da  Keith Forsey, su musica del compositore italiano Giorgio Moroder, anche  produttore del brano.

Author Image
Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

Previous Post

Next Post

0 0 votes
Voto all'articolo
Subscribe
Notificami
guest
1 Commento
Inline Feedbacks
View all comments
Antonella Vaglica

Eccezionale romanzo “La Storia Infinita” è per grandi e piccini, perché mette in risalto la Fantasia umana, pur rimanendo ancorati alla realtà.
Il protagonista del romanzo, attraverso
sublimi sentimenti e coraggiosi sforzi, tenta di salvare l’ Umanità dalle negatività, così come si presentano nella Vita di ognuno, insegnandoci a lottare per raggiungere i nostri sogni e i nostri desideri.
Articolo piacevolmente interessante!!

Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial
WhatsApp