Non me la scorderò mai quella sera
“Alle 18 ti aspetta il Direttore Generale … Ottavo piano …”
Non era la prima volta, sicuramente un’altra lavata di capo per il mio carattere di merda.
Il fatto è che io non ci stavo bene in quella banca, e l’avevano capito subito. Così, per darmi un contentino, mi avevano “collocato” al neonato Servizio Marketing che, nella banca degli anni ’90, significava tutto e niente.
Si faceva “comunicazione istituzionale”, ed ero convinto che quella convocazione aveva a che fare con un recente litigio che avevo avuto con un fornitore di pubblicità.
Ero deciso ad andarmene, volevo cambiare, sapevo che avrei potuto tentare da un’altra parte, con meno burocrazia e meno cravatte firmate.
Bastava guardarsi intorno, bastava l’occasione giusta.
Le 18 arrivarono lentissime, e puntuale mi presentai alla segretaria del temuto dg.
“… Ciao, il Direttore è in riunione, torna giù, ti chiamo appena si libera …”
Impeccabile e algida, Renata mi liquidò.
Non mi restava che aspettare, nel mio ufficio al sesto piano, guardando dai vetri il buio che copriva le strade e il mio umore.
L’attesa era logorante, sognavo un caffè, fumare il mio toscano, uscire.
Camminai per i corridoi, nervoso e preoccupato.
“… Entra, vieni pure …” Soprappensiero ero finito al quarto piano, al Servizio del Personale, e chi mi parlava era un perfetto sconosciuto.
L’ufficio era buio e pieno di fumo, lo sconosciuto era stravaccato sulla poltrona, aveva una cravatta bellissima che portava con disagio.
Avevo intravisto una targa sulla porta: “Servizio Formazione”.
“… Io so chi sei. Vieni a lavorare con noi? Potremmo fare cose belle insieme …”
Bastò.