Piazza del Mercato Nuovo
Della serie… In giro per …⚜️ Firenze…Piazza del Mercato Nuovo.
La piazza del Mercato Nuovo è un’area del centro storico di Firenze, dominata dalla loggia del Mercato Nuovo dove si trova la celebre fontana del Porcellino. Si accede alla piazza da via Porta Rossa (Canto di Baccano), via Calimaruzza, via Por Santa Maria, via di Capaccio, vicolo della Seta e via Val di Lamona (Canto del Saggio).
Nella Florentia romana erano in questa zona le terme pubbliche, come documentano ancora oggi i toponimi di via del Capaccio (del “caput aquae“) e via delle Terme. Con la costruzione delle prime mura comunali si venne qui a trovare l’antica Porta di Santa Maria, poco prima del Ponte Vecchio, che doveva il suo nome all’antichissima chiesetta di Santa Maria Sopra Porta.
Almeno dall’XI secolo è documento qui uno slargo come di Mercato Nuovo (e nei documenti Forum Novum), per distinguerla da quella del vicino Mercato Vecchio (situato nell’ex-Foro romano e in luogo dell’attuale piazza della Repubblica) di fondazione più antica e destinato alla vendita di merci correnti, a differenza di questo, legato al commercio di articoli di lusso (soprattutto legati alle produzioni delle Arti della Lana, della Seta e dei Vaiai che avevano qui vicino le loro sedi) e alle operazioni di cambio.
Già nel Due o Trecento dovette esistere qui una struttura coperta, che si può immaginare simile alla forma originaria del piano inferiore di Orsanmichele, benché più modesta.
Fondamentale, nel definire l’intero spazio, fu la copertura della sua parte centrale con la loggia voluta dal granduca Cosimo I de’ Medici ed eretta su progetto del legnaiolo Giovanni Battista del Tasso tra il 1547 e il 1551 (per cui al posto di piazza nell’uso corrente si parla di “logge” del Mercato Nuovo), così come il suo abbellimento con la fontana detta del Porcellino (cinghiale) di Pietro Tacca (1633 circa), da cui la titolazione non ufficiale ma assolutamente ricorrente di piazza del Porcellino.
Un progetto di ampliamento della piazza risale all’architetto Francesco Leoni attorno al 1835 (disegni conservati presso l’Archivio storico del Comune di Firenze), ma non fu messo in opera, mentre ebbe attuazione attorno al 1855 un cantiere finalizzato a dilatare gli spazi del mercato diretto da Felice Francolini e Telemaco Buonaiuti, che essenzialmente comportò la riduzione e la riconfigurazione di una delle antiche case di proprietà dell’Arte del Cambio poste in fregio alla piazza (oggi l’edificio al numero civico 4).
Circa cinquant’anni dopo la piazza fu lambita dalle demolizioni del Risanamento, che riconfigurarono il lato nord lungo via Porta Rossa e Calimala.
Ma i maggiori stravolgimenti furono determinati dall’esplosione delle mine poste dall’esercito tedesco in ritirata nell’agosto del 1944 dal lato verso via Por Santa Maria, con la conseguente costruzione del moderno edificio della Borsa Merci, sebbene da più parti si fosse caldeggiato per un ampliamento della piazza, che avrebbe scoperto il lato est del palazzo dell’Arte della Seta e del palagio di Parte Guelfa, mettendoli in comunicazione visiva, tramite via Vacchereccia, con palazzo Vecchio.
La piazza è attualmente caratterizzata dalla presenza di un mercato di articoli per lo più in pelle, fortemente orientato ai turisti, che qui transitano numerosissimi, sia per necessità vista l’ubicazione della piazza lungo le arterie di collegamento tra le principali mete artistiche e culturali, sia avendo come fine proprio una sosta nella zona della fontana del Porcellino (cinghiale), essendosi radicato l’uso, dopo la seconda guerra mondiale, di sfregare il muso dell’animale per ingraziarsi la Fortuna e auspicare un ritorno a Firenze.
Oltre a questi celebri monumenti, si affacciano sulla piazza una serie di edifici storici che, per quanto messi in ombra dalla loggia, conservano tracce di alcuni significativi episodi della storia cittadina.
Fontana del Porcellino:
La fontana è collocata al centro del lato della loggia del Mercato Nuovo fronteggiante il palazzo della Borsa Merci e, nonostante la sua notorietà, quella che si vede è un copia del 2008 dell’opera realizzata da Pietro Tacca nel 1633 circa (attualmente conservata presso il Museo Stefano Bardini), con un basamento realizzato dallo stesso verso il 1540 in occasione della sistemazione dell’opera come fontana pubblica, a ristoro dei commercianti e degli avventori del Mercato Nuovo.
Peraltro la sua collocazione originale era sul lato orientale della loggia, nello spazio antistante la farmacia del Cinghiale, da dove venne qui trasferita in occasione dei lavori che interessarono la loggia nel 1928, per facilitare il traffico veicolare lungo l’asse di Por Santa Maria. Proprio l’uso continuativo del getto d’acqua portò già nel XIX secolo a un grave deterioramento del metallo, portò infine a produrne una copia installata nel 1857. Dopo la seconda guerra mondiale, essendosi radicato l’uso di sfregare il muso dell’animale per ingraziarsi la Fortuna e auspicare (per il turista occasionale) un ritorno a Firenze, si è posto il problema di una consunzione della stessa fusione del cinghiale del Tacca. Così, nel 1998, l’intera fonte è stata rimossa e sostituita da una copia che riproduce con grande fedeltà i punti di abrasione dell’originale e le varie patine superficiali, realizzata dalla Fonderia Marinelli nel 1988.
Lapidi:
Sulla loggia del Mercato Nuovo, in alto sui lati orientale e occidentale, si trovano due lapidi di dedica della costruzione dell’edificio, quasi identiche.
Su uno dei pilastri è presente una lapide del 2005 che ricorda la fiaba Il Porcellino di Hans Christian Andersen, citato come “Handersen”.
Nella Farmacia del Cinghiale si trovano due lapidi. La prima è dedicata al chimico Nicola Branchi.
La seconda è alla memoria di Renato Fucini.
Sul palazzo della Borsa Merci, presso la cantonata con via Por Santa Maria, si trova una lunga iscrizione che ricorda la nascita dell’edificio, collocata sotto la statua bronzea dell’Agnus Dei.
Sempre sulla Borsa Merci si trova una lapide del 2008 dedicata ad Arturo Zardini.
Infine, sullo stesso edificio ma nei pressi di via di Capaccio, si trova la lapide del 2005 dedicata al venditore ambulante Giuseppe Lacheri.
Tabernacoli:
La placca a don Giulio Facibeni
Sulla loggia del Mercato Nuovo, su un pilastro nei pressi del Porcellino, si trova una placca dedicata a don Giulio Facibeni, che lo ritrae a bassorilievo baciato amorevolmente da due bambini e la scritta “Credidimus Charitati”. L’opera è dello scultore Mario Moschi (1969).
Sulla Borsa Merci, vicino all’angolo con via di Capaccio, si trova una pregevole Madonna col Bambino di Giovanni Colacicchi, detta la Madonna di Porta con riferimento alla Porta Santa Maria che qui si trovava anticamente (1953). Rappresenta Maria nell’abito delle donne fiorentine contemporanee, con maglione e gonna plissé, mentre si affiaccia a una finestra (o a una porta) e mostra in braccio il Bambin Gesù, che le afferra una collana rossa e indossa dei calzini di lana rosa con nappine rosse.