#gliesercizidi Raccontami una Storia_movimento

Non le scorderò mai quella sera

Di quel venerdì di fine agosto ricordo perfettamente il caldo anomalo: l’afa era così pesante che ci avvolgeva come una nebbia.

Incinta di sette mesi con due bambini piccoli pensai che l’unica via di sopravvivenza fosse un pomeriggio al fiume.

Così preparammo gli zainetti e ci avviammo lungo la campagna. Passeggiavo di fianco ai miei bambini entusiasti di quell’inaspettata gita, ridevano e trottavano tra il gregge di pecore al pascolo.

Quando arrivammo sulla spiaggetta il sollievo nel mettere i piedi nell’acqua fredda e di vedere i miei figli giocare sereni fu grande. 

Tornammo a casa per l’ora di cena, il cielo si era già rannuvolato, l’atmosfera era elettrica, (cosa usuale per i temporali estivi), l’aria intorno a noi aveva strane sfumature arancioni e d’improvviso, tra un lampo e il suo tuono iniziò una pioggia battente.

Acqua, tanta acqua, tanta quanta la terra asciutta non riusciva ad assorbire.

Alla solita ora misi a letto i bambini, ero inquieta, tutta quella pioggia in poche ore era troppo, si alzò anche un vento innaturale, sbattevano rami, volavano le sedie dei giardini. Cercai di rilassarmi un po’ e presi sonno. 

Verso le due del mattino un grande boato ci fece sobbalzare. Mio marito, si scaraventò nella camera dei bambini che dormivano come se nulla fosse accaduto, continuava a piovere e il vento soffiava, non ci rendemmo subito conto della portata di ciò che stava accadendo. 

Uscimmo sul balcone, sarebbe meglio dire che ci provammo, il vento era così forte che anche tenere le finestre aperte era un pesante esercizio fisico. 

Improvvisamente giunse quello che mai si vorrebbe vedere: una massa d’acqua e fango ci correva incontro. Il buio, il rumore e la pioggia non ci permettevano di capire cosa stesse realmente accadendo ma tutti i nostri sensi istintivamente si misero in allarme.

Ci tenemmo la mano per secondi che parvero anni e poi quel fiume ci oltrepassò. La casa era in piedi e i bambini nei loro letti. 

La mattina seguente fu dedicata alla conta dei danni, fortunatamente nessuno aveva perso la vita in quella terribile alluvione tranne le pecore del gregge che passavano galleggiando sospinte da una corrente sempre più debole.

Non scorderò mai quella notte e non smetterò mai di ringraziare il cielo per esserne usciti incolumi.

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Elisa Babbini

Moglie e madre di tre figli, trascorre la sua infanzia tra le montagne dove ancora vive e dove si dedica a due grandi passioni:gli animali e la lettura. Lavora in banca da 15 anni, attività che gli ha permesso di conoscere le persone a fondo. Recentemente ha iniziato un percorso di scrittura per arricchire il proprio bagaglio di conoscenze e opportunità.

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