Il divo che non voleva essere sexy
L’ex gigolò raggiungerà il traguardo dei suoi settantaquattro anni: il tempo passa, anche per il ragazzo palestrato che adesso cede il passo a un signore che lotta per il Tibet e per i migranti.
Ci sono due correnti femminili ancora molto vive e inconciliabili per quel che riguarda Richard Gere: una pensa che lui mai fu più desiderabile in Pretty Woman. L’ altra, ancora lacrima quando lo ricorda in American Gigolo. Ovviamente stiamo parlando di generazioni un po’ attempate, all’ incirca come quella a cui appartiene la scrivente!
Poi ci sono pure le nuove giovani, le minorenni, insomma tutte le post-adolescenti , pressoché dell’età delle mie figlie che guardano in maniera distaccata le sue foto attuali, e vedono in lui niente altro che un signore anziano che tiene in braccio un bambino piccino, in qualità di neo padre in compagnia della sua ultima terza moglie, poco più che trentenne.
Sta di fatto che comunque lo si voglia vedere, Richard Gere è stato un vero e proprio Sex symbol, un attore di successo, e pure un attivista per i diritti umani: Richard Gere, 73 anni oggi, rimane l’emblema dell’artista impegnato, del divo hollywoodiano che, forte della sua fama, porta avanti le battaglie politiche per i più deboli.
Probabilmente, è nella storia della sua famiglia che vanno individuate le radici che ne hanno influenzato gli ideali. L’empatia per gli altri, il rispetto per le culture differenti, le battaglie a favore dei migranti, probabilmente sono gocce instillate nel dna da quegli antenati che nel 1620 a bordo della Mayflower, raggiunsero le coste americane!
Nato a Filadelfia in Pennsylvania, Richard inizia a fare teatro fin dai tempi dell’università. Il passaggio dal palcoscenico al set del cinema è rapido: il debutto è datato 1975 in un film senza gloria, ma il successo arriva nel 1980 con quello che forse potrebbe essere definito il film simbolo che lo consacrerà al pubblico di mezzo mondo o meglio, di tutte le donne del mondo: American Gigolò.
Due anni dopo è addirittura la volta della pellicola che ne celebra tutto il fascino: Ufficiale gentiluomo.Da quel momento Richard Gere, interpreterà ruoli assolutamente adeguati all’ immagine di sex simbolo che si è creato, che ne faranno l’ emblema del play boy, dell’uomo di successo, dell’incallito sciupafemmine, dell’irresistibile amante ma anche del rassicurante padre di famiglia. Nella sua carriera ha pure portato sul grande schermo personaggi complessi come Mr. Jones di Mike Figgins o il Re David di Bruce Beresford. Nel 1990 la sua fama raggiunge l’apice con Pretty Woman, la romantica storia di un manager che si innamora di una esuberante prostituta, Julia Roberts. Attrice che ritroverà poi pure in un altro cult sempre a firma di Garry Marshall, Se scappi ti sposo.
I suoi film hanno divertito, appassionato e anche commosso: come in Autumn in New York, accanto ad una strepitosa Winona Ryder, o in Hachiko una storia che mette a dura prova la tenuta chi di ama gli animali.
Se l’attore in questi anni ha esercitato il suo fascino sul grande schermo, figuariamoci nella vita reale. Richard Gere e le donne sono un capitolo lungo che andrebbe trattato a parte.
Al di là della sua carriera, e delle sue storie di cuore, esiste un Richard votato a favore delle battaglie pacifiste, avvicinatosi ventenne al Buddismo, divenuto oggi tibetano buddista praticante.
Alla vigilia dei suoi 73 anni Gere non intende fermarsi. «Sono sempre in cerca di qualcosa che abbia un significato, un’emozione, un’ispirazione, qualcosa che sia importante, che sia nuovo. Cerco dunque delle sceneggiature che mi sorprendano, che mi tocchino» , Chissà che questa non sia forse la ricetta del suo successo: il successo intramontabile di un attore icona di fascino e di stile , dal sorriso travolgente e dallo sguardo magnetico.
Un fascino, che nel 1999 gli è valso, secondo la rivista People, il titolo di uomo più sexy del pianeta e che ancora oggi, con i capelli bianchi e al raggiungimento di una soglia importante della vita, continua a conquistare diverse generazioni femminili.
E noi vogliamo ricordarlo esattamente cosi: nella favola più romantica che sia stata messa sugli schermi per un pubblico adulto, nel film che non ci stanchiamo mai di rivedere dagli anni ’90 , con una colonna sonora che ha rappresentato il più grande successo discografico del duo pop rock svedese dei Roxette: It must have been love.
Dunque adesso, applausi a scena aperta: auguri al Principe Azzurro Richard Gere !
Ottimo articolo e attirerà!