Buon compleanno Linus
Linus, la prima e più prestigiosa fra le riviste di fumetti italiane non pensata espressamente per un pubblico di ragazzi bensì dedicata ad un’utenza adulta e colta, apparve nelle edicole il 1 aprile del 1965 col chiaro intento di far riconoscere ai fumetti quella dignità e quello spessore culturale che indubbiamente essi hanno ma che non tutti, soprattutto in quegli anni, riuscivano a percepire.
Con la rivista Linus il mondo dei balloons (*), fino a quel momento rivolto in gran parte ai più piccoli, acquisì sempre più le caratteristiche di letteratura per adulti.
La copertina del primo numero di Linus è storica, chi non la ricorda? Caratterizzata da un verde accesso, troneggia al centro il personaggio che concede il suo nome alla rivista, il piccolo e saggio Linus (famosissimo personaggio delle strisce Peanuts) intento a succhiarsi tranqillamente il pollice, protetto dalla sua onnipresente coperta.
Sopra al nome della rivista appare in piccolo il commento rivista dei fumetti e dell’illustrazione (ma questa didascalia cambierà col passare degli anni) e sotto il titolo un accenno alle storie presenti. All’interno un breve articolo spiegava il perché della rivista: «Questa rivista è dedicata per intero ai fumetti. Fumetti s’intende di buona qualità, ma senza pregiudizi intellettualistici.»
Ma che cosa è il fumetto?
Letteralmente altro non è che una storia composta da immagini in sequenza, cioè accostate l’una all’altra in modo da suggerire l’idea del movimento, i cui protagonisti parlano spesso per mezzo di ‘nuvole di fumo’ che provengono dalle loro bocche (i fumetti), cfr. Vocabolario Treccani.
Sembra una cosa facile, ma ad inventare il fumetto hanno contribuito molte menti geniali. Le sue origini sono addirittura ottocentesche e d’oltreoceano : nacque infatti negli USA nel 1895, quando l’editore J. Pulitzer decise di aggiungere ai quotidiani della domenica un supplemento illustrato a colori per l’infanzia: le storie di Yellow Kid, monello delle squallide periferie americane, che R.F. Outcault disegnò in quell’occasione per il quotidiano The World di New York, ebbero un tale successo che ben presto si moltiplicarono i supplementi illustrati dei quotidiani e nacquero altre serie di personaggi comici e satirici.
In Italia, molti anni dopo, l’editore Giovanni Gandini, ammaliato dalla serie Peanuts che in America già spopolava dal decennio precedente, decise di lanciarla nel contesto italiano, pubblicandola sulla rivista Linus, apparsa appunto per la prima volta in edicola il 1° aprile del 1965.
Linus altro non è che il partner e l’antagonista di Charlie Brown, un personaggio pieno di fantasia (anche grafica: disegna nell’aria!), simpatico e con un nome facile da dire e da ricordare.
Intitolato dunque al personaggio simbolo della striscia di Charles Monroe Schulz, il periodico si distinse subito per le forme raffinate del linguaggio e dei disegni, più vicini a un taglio letterario, come del resto testimoniavano le collaborazioni di insigni scrittori quali Umberto Eco ed Elio Vittorini.
Da Corto Maltese ai Fantastici Quattro, numerosi fumetti europei e americani trovarono spazio su Linus, accanto alle vignette satiriche di grandi firme come Altan, Jacovitti e Vauro.
Inutile ricordare come gli anni sul finire del Novecento ed i primi anni del Duemila abbiano rappresentato un momento critico della storia del fumetto: la drastica riduzione del tempo dedicato alla lettura, con il prevalere di altri tipi di svago tra i giovani ed i giovanissimi (televisione, computer, videogiochi), ha fatto sì che gli editori non abbiamo rischiato più esperimenti e nuove proposte, ma preferito rifarsi a filoni consolidati (horror, thriller, fantascienza ecc.).
Purtroppo a questi fattori generazionali si somma la scomparsa di alcuni artisti che sono stati i veri e propri protagonisti del fumetto (Pratt, Bonvi, Jacovitti, Schulz, Barks) e il ritiro dalle scene di molti altri, come B. Watterson, autore della fortunata serie Calvin & Hobbes (1985).
La sopravvivenza delle testate è diventata un problema rilevante per gran parte di coloro che lavorano nel mondo editoriale. In Italia, il fenomeno è ancora più accentuato a causa della bassa percentuale di lettori sul totale della popolazione.
Ed è dunque una notizia il rilancio editoriale di Linus che è tornata lo scorso anno ad essere di nuovo disponibile nelle edicole e nelle librerie in Italia con un nuovo direttore, una nuova veste grafica, nuovo concept editoriale ed un evidente volontà di fare ritorno alle origini.
Elisabetta Sgarbi, direttore responsabile di Linus, ha infatti affermato: «Linus ritorna bambino. E’ una constatazione e insieme un invito che abbiamo scelto per connotare questo nuovo inizio. Pensando al motto ‘Linus ritorna bambino’, abbiamo lavorato con la nuova redazione per recuperare lo spirito originario della più antica antologia di strip del mondo.»
A noi non resta dunque che augurare buon lavoro a chi realizza il nuovo Linus e buona lettura a chi deciderà di acquistarlo!
(*) balloon è il segno grafico convenzionalmente usato nei fumetti, vignette e fotoromanzi per contenere i testi pronunciati o pensati da un personaggio, o emessi da una fonte sonora.