La mia vita in una compilation musicale (Una partitura)
12 febbraio 2023, h.7.23
Cara Martina, questa mail è un anticipo della nostra consueta videochiamata della domenica sera.
Oggi papà avrebbe compiuto settant’anni. Come sai, avevamo l’abitudine di festeggiare non l’anniversario di matrimonio ma il nostro primo incontro, il 21 febbraio del ‘71. Due anni fa avremmo raggiunto il mezzo secolo. Avevo cominciato a preparare un regalo speciale per quello che chiamavamo l’innamoramento d’oro: volevo fargli trovare un riassunto dei nostri cinquant’anni insieme. Ma non ci siamo arrivati, per un soffio, e ho sepolto tutto in fondo al pozzo del mio dolore. Pian piano questi ricordi hanno smesso di graffiare, sono diventati morbidi da accarezzare come Lulù (a proposito: la gattaccia adesso mi sta in braccio e tenta di pestare i tasti del pc, mi tocca correggere di continuo).
La nostra è stata una storia armoniosa: la musica ci ha fatti innamorare, la musica ci ha accompagnato in tutto il nostro percorso. Il nostro andamento è cominciato con un accelerando, è stato più che altro allegro con brio, qualche volta (poche!) agitato, sempre appassionato, mai adagio: la definirei una partitura brillante. Non potevo consentire all’apatia del lutto di annientarla.
Ho ripreso la scatola delle lettere e dei bigliettini, ho messo in ordine cronologico tutti i “reperti”, li ho trascritti al computer. Ti mando i primi due, quelli che testimoniano il nostro primo incontro. All’insegna della musica, naturalmente.
16 febbraio 1971
Gloria, il tuo cappotto rosso lo cerco tutte le mattine mentre saliamo le scale. Ti seguo con lo sguardo mentre imbocchi il corridoio del secondo piano, direzione II B, poi salgo al terzo: sono in IV D. Ho scoperto che il mio compagno di classe Giorgio è il fratello di Bruna che sta in classe con te, così l’ho incaricato di estorcere il tuo nome (bello!) alla sorella e ho organizzato la catena per farti recapitare questo messaggio.
Domenica Giorgio darà una festa, l’ho convinto a chiedere a Bruna di invitarti. Verrai? Ci terrei tantissimo. Porterò anche qualche disco che mio fratello ha comprato in America. Conosci i Led Zeppelin? Whole lotta love, con quel riff della Gibson di Jimmy Page? Spaziale!!!
Mauro
PS: ho un montgomery blu, i capelli scuri e lunghetti, e mi sto facendo crescere i baffi. Chissà se mi hai già notato…
22 febbraio 1971
Mauro, scusa il foglio strappato dal quaderno e la scrittura disordinata, ma ti scrivo da sotto il banco mentre quell’arpìa della prof di mate interroga. I Led Zeppelin mi hanno lasciato senza fiato. Ma tu di più, quando la tua voce mi accarezzava, sopra quella di Demis Roussos: We shall dance, we shall sing. my dear love, oh my spring…
E va bene, sarà pure una musica ruffiana, come hai detto tu, però ti ha incoraggiato, no?
La prof ha finito di torturare la mia compagna. Spero di essere graziata, oggi ho tutt’altro per la testa. Mi ritorni in mente… E so che esattamente tra 3 ore e 41 minuti troverò il tuo montgomery blu e i tuoi baffetti e il tuo sguardo ad aspettarmi nell’atrio. Nell’intervallo farò in modo di portarti questo biglietto. Non fartelo beccare! G.
Ecco, Martina. Questo è stato l’inizio, ma…
You must remember this
A kiss is just a kiss
A sigh is just a sigh
The fundamental things apply
As time goes by.
Se non conosci questa canzone, fai una ricerca e ascoltala: ne vale la pena.
Mamma