La mia vita in una compilation musicale (A Sympton of being human)
Pisa, un pomeriggio qualunque
Mario tamburellava le dita sul tavolo rustico del bar, lanciando occhiate alla porta a vetri.
Un gradevole profumo di caffè e cioccolata si diffondeva per i salottini, mentre in sottofondo risuonava un brano jazz.
Fuori intanto si stava abbattendo quello che sembrava il temporale del secolo e dalla porta continuavano ad entrare studenti fradici ed infreddoliti in cerca di un riparo confortevole.
Dei ragazzi giocavano a scacchi ad un tavolo, mentre due ragazze dell’Accademia si ritraevano a vicenda sorseggiando della cioccolata calda.
Dalle stanze accanto si sentivano risuonare risate e chiacchiere di ogni tipo.
Mario sospirò e si lasciò sprofondare nella poltroncina verde su cui era seduto: tutto quello che stava accadendo attorno a lui sembrava lontano anni luce.
La musica in sottofondo cambiò, mentre la pioggia non accennava affatto a diminuire.
I can still remember me and Miss November Rain
Beautiful and strange
Always so inclined, coloring outside the lines
Yeah, you were never on time
Sorrise, mentre la melodia si faceva spazio tra le stanze.
Lucia.
Si erano ritrovati a inizio Novembre di tre anni prima, durante un corso universitario e tra di loro era nuovamente sbocciata l’amicizia, come quando erano bambini.
Adesso lei aveva i capelli colorati e il tatuaggio di un drago sull’avambraccio destro, ma era sempre la solita Lucia.
You’ve always been slightly awkward, kinda weird
Upside down and not all here
What’s a-wrong with me and you is crystal clear
Lucia che a 22 anni come a 7, adorava mettersi i calzini spaiati, perché secondo lei la vita era troppo breve per essere normali.
Lucia che si perdeva nella propria testa durante lezioni noiose, creando storie che avrebbero interessato chiunque, se solo le persone avessero avuto la voglia di ascoltare.
Un tuono si abbatté vicino al piccolo bar, facendo tremolare le luci al neon.
Sometimes I’m in a room where I don’t belong
And the house is on fire and there’s no alarm
And the walls are melting too
How about you?
I’ve never been the favorite, thought I’d seen it all
‘Til I got my invitation to the lunatic ball
And my friends are comin’ too
How about you?
Don’t worry, it’s all just a symptom of being human
Lucia, con la sua personalità che risplendeva come il suo nome, era stata un faro nei turbolenti anni delle scuole medie.
Era l’unica persona a cui confidava segreti, sogni e paure.
Unpack all your baggage
Hide it in the attic, where
You hope it disappears
This all seems so familiar
But it doesn’t feel like home
It’s just another unknown
Dentro di se’, Mario sperava ingenuamente che la vita, per qualche strano motivo la avesse risparmiata da ansie e paure.
We’re all just passing through
Passengers on a ship of fools
We’re all just passing through
Passengers on a ship of fools
Forse siamo davvero tutti solo di passaggio.
Qualcuno magari riesce ad adattarsi meglio, mentre altri si illudono di capirci qualcosa.
Tu, mia cara Lucia, di quale categoria fai parte?
Ed io?
L’acchiappa-sogni attaccato alla porta tintinnò e una piccola figura incappucciata entrò nel bar.
Ciuffi di capelli azzurri un po’ sbiaditi scappavano dal berretto giallo.
Gli occhi sembravano un po’ arrossati, come se avesse pianto.
Agitò le mani in direzione di Mario e gli corse incontro con un gran sorriso.
Sometimes I’m in a room where I don’t belong
And the house is on fire and there’s no alarm
And the walls are melting too
How about you?
I’ve never been the favorite, thought I’d seen it all
‘Til I got my invitation to the lunatic ball
And my friends are comin’ too
On a ship of fools
Don’t worry, it’s all just a symptom
Of being human