Accade oggi,Biografie,Terza Pagina

Condannato al giornalismo

Indro Alessandro Raffaello Schizògene Montanelli (Fucecchio, 22 aprile 1909 – Milano, 22 luglio 2001), giornalista, saggista e scrittore italiano

«Un popolo che ignora il proprio passato, non saprà mai nulla del proprio presente.»

Indro Montanelli (Fucecchio, 22 aprile 1909 – Milano 22 luglio 2001)

Indro Alessandro Raffaello Schizogene Montanelli, padre nobile del giornalismo italiano, è stato probabilmente il più lucido testimone dell’Italia del Novecento, raccontata con il piglio del cronista e dello storico.

Il giovane Montanelli trascorse la sua infanzia nel piccolo paese toscano di Fucecchio fino a quando nel 1922, il padre venne trasferito in un liceo di Rieti  ed Indro fu costretto a seguirlo.

Montanelli assorbì gli ideali del Fascismo, come quasi ogni giovane dell’epoca, pur mantenendo sempre uno spirito profondamente critico ed indipendente: lo seguì con disciplina e convinzione e non  rinnegò mai tale esperienza, nemmeno in età adulta.

Dopo aver conseguito il diploma di maturità classica, si laureò una prima volta in Giurisprudenza ed una seconda in Scienze Politiche e Sociali.

La sua prima collaborazione fu per la rivista Frontespizio, allora diretta da Piero Bargellini; due anni dopo fu la volta de L’universale di Berto Ricci, che da allora divenne la sua guida intellettuale, il suo riferimento.

In seguito, si trasferì a Parigi, iniziando a scrivere per il Paris-soir. Le sue abilità di cronista vennero apprezzate anche oltreoceano, tanto che fu pure assunto da un giornale newyorkese.

Quando l’Italia di Mussolini invase l’Etiopia, Montanelli, non potendo collaborare come inviato per gli Esteri del giornale (in quanto italiano, e quindi non imparziale), abbandonò la redazione per arruolarsi come volontario per la spedizione africana.

Allo scoppio della Guerra Civile spagnola, partì come inviato per il quotidiano Il Messaggero. A causa di alcuni articoli scomodi, comincerà il suo progressivo allontanamento dal giornalismo italiano e dal regime fascista: sarà  per merito del suo grande amico, il ministro Giuseppe Bottai, che riuscirà  ad evitare spiacevoli situazioni personali,  espatriando e  trovando un impiego come lettore di italiano presso l’Università di Tallinn.

Una volta tornato in Italia nel 1938, Indro riprese la sua attività giornalistica col Corriere della Sera, partendo come volontario cronista per la guerra d’Albania: fu cronista anche in Polonia, Estonia e Finlandia, inviato in Francia, Grecia, avendo modo di visitare quasi tutti i fronte dove le forze dell’Asse furono coinvolte.

Praticamente, riuscì ad essere sempre nel posto giusto al momento giusto: ciò che gli valse, in ambito giornalistico, l’azzeccato soprannome di Stregone!

Al termine del conflitto mondiale, Montanelli ebbe notevoli difficoltà a reinserirsi nel circolo giornalistico italiano: fu allontanato dal Corriere della Sera (a causa della sua passata adesione al Fascismo), ma, per via dei suoi rapporti con la Resistenza, trovò attrito anche negli ambienti di Destra.

Nell’immediato dopoguerra collaborò per diversi giornali, cercando faticosamente di riemergere; il solido rapporto di amicizia con Leo Longanesi, gli fu di grande sostegno.

Cominciano i lavori di analisi e divulgazione storica, con la Storia di Roma e la Storia dei greci, a cui seguirono gli ormai celebri volumi de la Storia d’Italia, sempre continuando a fare giornalismo, nuovamente per la redazione del Corriere della Sera.

Ma nel corso degli anni Settanta, i rapporti tra Montanelli e la Sinistra intellettuale divennero molto tesi: a causa della deriva sinistrorsa che stava assumendo il quotidiano, il nostro stregone si sentì costretto ad abbandonare. Siamo nel1974, anno in cui, con il sostegno finanziario della Società Montedison, Indro fonderà Il Giornale Nuovo: una nuova testata giornalistica in cui Montanelli volle rompere col conformismo dell’epoca, sostenendo i temi della medio-borghesia conservatrice italiana.

Con il passare degli anni, cessato il rapporto finanziario con Montedison, il Giornale troverà nuovo sostegno economico nella figura dell’imprenditore milanese Silvio Berlusconi.

Ma nel 1994, dopo lo scandalo di Mani pulite e la nota discesa in campo del Cavaliere con il partito di Forza Italia, la direzione impose a Indro di mutare la linea del giornale seguendo quella più funzionale al partito berlusconiano. Montanelli, che non sosteneva nemmeno l’entrata in politica dell’imprenditore, non volle assolutamente  piegarsi a queste direttive e, abbandonando ancora una volta la direzione di un giornale, decise di fondare una nuova testata: nacque cosi  La Voce, il cui nome fu scelto per onorare la memoria di un grande scrittore e giornalista italiano, Giovanni Prezzolini.

La nuova testata, che si rivolgeva principalmente ai lettori appartenenti alla destra liberale, ottenne poco successo e chiuse pochi mesi dopo, nel 1995.

Montanelli trascorse dunque i suoi ultimi anni di carriera tornando a collaborare con Il Corriere della Sera, gestendo una rubrica personale intitolata La stanza di Montanelli, che ottenne molto successo di pubblico.

In un modo o nell’altro, dunque il nostro Indro Montanelli ha continuato a fare giornalismo per tutta la vita, scrivendo fino al giorno prima della sua morte, avvenuta il 22 luglio del 2001, all’età di novantadue anni: una vita lunga, intensa e carica d’esperienza.

Possiamo dire di lui che è stato uno tra i maggiori e più brillanti cronisti italiani: con il suo stile articolato ma immediato, la sua prosa mai banale e mai stucchevole, il suo anticonformismo congenito, Indro Montanelli seppe negli anni cogliere gli aspetti più profondi dell’antropologia dell’italiano medio ed evidenziare in maniera chiara e semplice i meccanismi storici del suo tempo.

Come ebbe a dichiarasi egli stesso, egli fu  «un condannato al giornalismo», vedendo in esso una vera e propria vocazione, una necessità ineluttabile di destino.

Il giornalismo fu da lui praticato con arte e passione: nella sua vita e nella sua professione non mancano certo azioni temerarie, degne di un avventuriero d’altri tempi ma è un dato di fatto che egli abbia agito sempre in nome della verità di cronaca.

Sul piano politico, Montanelli fu un liberal-conservatore, osteggiante il Socialismo più estremista e fanatico, senza però mai risparmiare critiche al modello capitalista: non fece mai politica attiva, poiché ritenne sempre dovere assoluto di un giornalista quello di «narrare il reale». Il mondo della politica ebbe però modo di conoscerlo e, in ragione della sua personalità decisa, libera e brillante, si scontrò spesso con uomini potenti, non obbedendo mai al politicamente corretto!

Questo fu Montanelli: un concentrato di serietà, sarcasmo e genialità giornalistica, calibrati sempre col giusto equilibrio e con sublime spirito di critica.

A distanza di oltre venti anni dalla sua morte, alla nostra redazione piace ancora ricordarlo cosi!

Author Image
Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

Previous Post

Next Post

0 0 votes
Voto all'articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial
WhatsApp