LA SFIDA- Noir

Situs Inversus

“Come diamine gli è venuto in mente a Bruno di aprire una libreria antiquaria in un vicolo?” Il Magnifico rimuginava fra sé, come ogni volta che si era dovuto inerpicare con la sua Harley Davidson Fxrt del ‘94 in Vicolo del Panico dove il suo amico storico, il Libraio, per tutti “l’intellettuale” da quando si conoscevano, aveva pensato di aprire la sua libreria. Un buco fatto di tre stanze una dentro l’altra che Bruno aveva battezzato con orgoglio: Libreria Antiquaria Gozzini.

“Con tutte le strade che ci sono a Firenze! Dannazione a lui”

Aleggiava un puzzo stantio, un misto di urina e vomito rancido. Qualche ubriaco doveva avere dato di stomaco. Parcheggiò la moto al lato della porta ed entrò.

Ma Bruno non era solo.

«Ecco! che ti dicevo: se davvero è tuo amico, verrà!» Esclamò l’altro, un tipo dal naso bulboso come una fragola matura, tarchiato con le spalle larghe. 

Era il Nappa, delinquente, di una famiglia di delinquenti. Era armato.

 

Un’ora prima.

«Ha preso la mia bambina, Magnifico! E’ entrato nella libreria. E’andato dritto sul retro, Giulia se ne stava lì a fare i compiti, l’ha agguantata e se l’è portata via. E’ solo una bambina …non voglio che le facciano del male. 

Ha detto che vuole vederci. Si, tu ed io. Vieni con Il Magnifico, ha detto».

«Dammi un’ora, Bruno», rispose l’altro «E vedi di stare calmo.»

«È una trappola, Magnifico, me lo sento», gli disse l’uomo.

«Lo so» rispose l’altro. «ma dimmi, c’è un’altra soluzione?» 

No che non c’era un’altra soluzione.

 

Adesso erano tutti lì. 

Il Nappa scrutava il Magnifico dalla testa ai piedi: «E tu saresti quello che chiamano il Magnifico?»

«Che vuoi?» rispose a muso duro il Magnifico.

«Stasera ho voglia di giocare. Un gioco semplice. Tu ti fai ammazzare dal tuo amico. Se lui non lo fa, io uccido la sua bambina. E, se a me succede qualcosa, la tua piccola muore: qualcun altro la ucciderà. È tutto chiaro?»

«Bastardo!» gridò Bruno tentando di aggredire il Nappa. 

Ma il Magnifico lo bloccò trattenendolo con un braccio.

«Ma come fa a chiedermi una roba simile?»

«Lascia stare. Devi pensare soltanto a tua figlia, adesso. Dammi retta»

«Comprensivo l’amico tuo!», ghignava il Nappa.

«Ti darò dei soldi, tutti i soldi che vuoi…» implorava Bruno.

«Ma quali soldi? Vivi in un seminterrato con sei mesi arretrati d’affitto e hai ipotecato anche i muri della libreria. E poi te l’ho già detto, non c’è nulla di personale. E’ una questione fra me e l’amico tuo. Lui ha ucciso mio fratello…Ed io voglio vendicarmi con stile. Così, ho deciso che sarai tu a sporcarti le mani e non io».

Il Magnifico guardò il Nappa e disse «Adesso facciamo presto ma tu non mi scapperai quando ci rivedremo all’inferno»

Per tutta risposta l’altro scoppiò a ridere.

Il Magnifico puntò gli occhi su Bruno, quasi a volerlo ipnotizzare e si indicò il petto.

«Al cuore, dritto al cuore, così non soffrirò!”

«Non ci riesco…», balbettava l’amico.

«Spara!»

Era un ordine. 

Bruno guardò Il Magnifico, poi voltò gli occhi sull’altro. Guardò la pistola. Immaginò la faccia di Giulia. Alzò il braccio.

Uno sparo squarciò il silenzio della notte fiorentina.

 

Tre giorni dopo

«Se vuole adesso può vedere il suo amico» disse l’infermiera a quell’uomo ridotto ad un ammasso di panni cenciosi e senza forma che stava lì ormai da tre notti.

Il Magnifico respirava ed aveva ripreso conoscenza.

«Dovevi dirmelo, cazzo!» disse. «Non sai come mi sono sentito”

Il Magnifico aprì gli occhi e sibilò: «Sbaglio o sono io quello che si è beccato una pallottola al cuore sparata dal suo migliore amico?»

«Non mi avevi mai detto che avevi gli organi al contrario. Ma quando lo hai scoperto?»

«Ero bambino. C’è un caso ogni 10.000. Si chiama “Situs Inversus”»

«Bruno» aggiunse il Magnifico «se non fossi nato con quella destrocardia m’avresti ammazzato davvero. Il Nappa non lo sapeva e m’ha creduto morto.

Tua figlia come sta?»

«Ora bene, è solo spaventata.»

«E la mia moto?»

«Ah, ecco la tua Harley…», rispose Bruno a disagio. «Beh, quella se l’è presa Il Nappa”.

«Per adesso…  ma solo per un pò» disse Il Magnifico.

LA SFIDA

 

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Maxime Maxime
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