Il brano del giorno,Musica

Una vita da Mediano

In questi giorni mi ritrovo casualmente a riascoltare canzoni che ho profondamente amato, non soltanto per la melodia ma anche e soprattutto per gli argomenti trattati nei testi, mai scontati o banali; reputo pertanto Una Vita da Mediano  uno dei brani più belli della discografia degli anni Novanta, una vera canzone d’autore. Il merito va al suo compositore: il cantautore italiano Luciano Ligabue.

Scritto nel 1999 per l’album Miss Mondo,  scalò tutte le hit parade, raggiungendone i vertici esattamente il 20 ottobre, come brano più trasmesso in radio.

Un testo che è metafora della fatica di vivere: perché la vita è un piacere si, ma ciascuno di noi, per viverla degnamente deve impegnarsi quotidianamente con sudore e volontà. Diversamente, facendo uso di solo genio o talento, non  si otterranno mai risultati duraturi.

La canzone rappresenta dunque un elogio verso tutte quelle persone che vivono la propria vita quasi in sordina, quelle persone che sacrificano umilmente la propria vita per il bene degli altri, non pensando mai realmente alla propria persona, mettendosi in secondo piano. Uomini che possono essere identificati, ad esempio, con i tanti padri di famiglia i quali vanno tutte i santi giorni a lavorare, si alzano presto al mattino e rientrano alla sera tardi a casa,  per portare uno stipendio a casa; lo fanno per sostenere la propria famiglia e non si lamentano mai dei tanti sacrifici sostenuti nella propria vita che, in fondo, non li ha visti e mai li vedrà, come dei protagonisti. Antieroi per esigenza o per indole, coloro che sono poi il vero motore di ogni sistema.

Nel brano si prende ad esempio il mondo del calcio: nel calcio, come nella musica e nella vita, non si nasce con il ruolo predestinato di stella o di fuoriclasse, ma più spesso con quello di mediano, una delicata e logorante posizione di qualità e responsabilità, di colui che fa gioco di squadra lavorando e faticando nell’ombra per gli altri, che, alla fine, si prenderanno gli applausi.

Come esempio è citato Gabriele Oriali, calciatore degli anni Settanta dell’Inter e della Nazionale di Calcio Italiana, un celebre interprete di quel ruolo; Gabriele giocò quasi 400 partite in seria A ed arrivò a vincere anche i Mondiali nel 1982, pur non avendo ( a detta degli esperti)  una classe sopraffina.

Come tanti uomini fanno nella vita, anche Oriali riuscì a colmare la carenza di uno spiccato talento con la grinta e la volontà di non mollare mai. Coerenza, dedizione, umiltà, passione, determinazione e forza di volontà sono elementi che ben rappresentano questa figura espressa da Ligabue, con il termine calcistico di mediano.

Se traslato nella quotidianità della vita, il mediano non diventa altro che il non protagonista ma, a differenza di molti altri, egli potrà sempre camminare a testa alta poiché ciò che è riuscito a costruire e ad ottenere nella propria vita lo ha fatto con la sola forza delle sue braccia ed in maniera onesta, a capo chino: lo stesso Ligabue ha affermato di avere scritto questo brano perché consapevole di  come si possa  patire questo ruolo,  sebbene il suo coinvolgimento fosse riferito all’ambito musicale.

Una bella metafora, quindi, quella espressa da Luciano Ligabue per elogiare tutte le persone che vivono la propria vita dietro le quinte, con la volontà di regalare loro, anche solo per il tempo di una canzone, le luci dei riflettori e gli applausi del pubblico: finalmente, una vita da protagonisti !

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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