Leggere la musica, il tempo lento
Parlare del tempo si può nella società in cui viviamo, votata all’accelerazione e alla velocità più sfrenata?
Eppure, una riflessione sul concetto di tempo è utile oggigiorno proprio per stimolare la riflessione su altre questioni impellenti: la nostra capacità di vivere il momento presente, di godere dell’attimo fuggevole; il nostro rapporto con il passato e con il futuro e altro ancora.
Il tempo può essere “immaginato” secondo diversi poli: omogeneità/eterogeneità; atomismo/flusso; reversibilità/irreversibilità (Kern, 1995), tutti capaci di mettere in luce qualcosa di diverso rispetto al fenomeno del tempo. Se consideriamo il polo oggettività/soggettività ci rendiamo subito conto che il tempo non è soltanto quello “ufficiale” segnato dagli orologi, quello “pubblico” e “razionale” della puntualità, delle lancette che scandiscono con assoluta precisione i secondi; esiste, infatti, anche un tempo “privato”, “personale”, diverso per ciascuno di noi, ora terribilmente lento e ora rapidissimo , ora in linea con il tempo “ufficiale”, ora come sospeso in un limbo tutto suo…
Alla fine del 1800, la borghesia in ascesa è la classe più orientata al futuro e capace di traghettare verso un nuovo benessere Paesi e popolazioni; essa impone, oltre al culto dell’operosita’, anche il tempo “razionale” e oggettivo, affidabile, attraverso il quale poter delimitare i propri affari e le ore lavorative e poter produrre in maniera più efficiente. Nel 1916 nascerà, infine, anche l’ora legale, che permetterà di sfruttare maggiormente le ore di luce.
Sembrerebbe che la borghesia, di fatto, desiderasse negare l’esistenza di un tempo soggettivo e intimo, quindi, con un ritmo disomogeneo e influenzato da stati d’animo ed emozioni, ma in realtà non è cosìquesto: questo tempo soggettivo viene confinato alla vita domestica, alla “casa”, in cui gli affanni degli affari non devono entrare. È nel regno domestico che, finalmente, il pater familias e i suoi familiari possono dedicarsi alle arti, agli interessi privati, alle amicizie, alla cultura, al divertimento. La borghesia è una classe operosa, dedita al lavoro, e anche le arti, come lo sport, diventano oggetto di interessati conoscenza e aggiornamento: nascono, così, le riviste specializzate, i café in cui si conversa e si discute un po’ di tutto.
È proprio in seno a questa classe in ascesa che la musica, arte del “tempo” per eccellenza, diventa la regina dell’intrattenimento domestico: in una società che non conosce radio e tv, il teatro e le mostre restano gli unici “svaghi” possibili, ma hanno un costo sia in termini economici che temporali, pertanto, dilettarsi dipingendo e suonando diventa un must borghese, soprattutto per le donne. Prima ancora che si vedano riconosciuti i titoli accademici e Il diritto di esercitare una professione di prestigio, le donne diventano, allora, abili musiciste e pittrici dilettanti. Il pianoforte è lo strumento d’elezione che in una rispettabile casa borghese non manca mai, intorno al quale, la sera, si riuniscono familiari e amici per cantare e danzare insieme fino alle ore del mattino.
Musica leggera, d’intrattenimento, ma che, in attesa del grammofono che verrà inventato nel 1887, va saputa “leggere” ed eseguire (sulla tastiera e cantando) da pentagramma e che richiede, quindi, una competenza tecnica molto superiore a quella richiesta oggi al semplice fruitore di musica. Nelle famiglie borghesi colte, dunque, si conosce abbastanza l’arte musicale da poter apprezzare una melodia anche come linguaggio. Si sanno leggere “a prima vista” le note, intonandole. Gli spartiti vengono pertanto acquistati con trepidazione non appena vengono pubblicati, per stare al passo con i tempi e offrire ai propri ospiti e amici un intrattenimento di qualità, sebbene domestico. Il tempo “letto” attraverso uno spartito è lento, soggettivo e privato, in grado di far assaporare le emozioni della musica in maniera consapevole. È un tempo prezioso, che nessun disco e nessuna radio saranno mai capaci di sostituire per davvero. È un tempo-esperienza, personalissimo e indimenticabile.
È ancora possibile provare l’ebbrezza della “lettura” di una melodia nei tempi odierni, così frettolosi e tecnologici? Premesso che c’è bisogno di “conoscere” la musica per un’esperienza del genere, è possibile comunque acquistare spartititi di composizioni e canzoni attuali.