Il poeta della canzone italiana
Tra i poeti di estrazione contemporanea che hanno contribuito all’affermazione della bella canzone italiana, troviamo senza ombra di dubbio Gino Paoli che, proprio oggi, festeggia il suo novantesimo compleanno. In sessantacinque anni di carriera ha composto decine di capolavori, che sono entrati di diritto nella memoria collettiva del pubblico, di generazione in generazione.
Nato il 23 settembre del 1934 a Monfalcone, in provincia di Gorizia, si trasferisce e cresce a Genova dove si avvicina alla musica grazie ad alcuni amici, gli stessi che daranno vita alla famosa ‘scuola genovese’: da Luigi Tenco a Fabrizio de Andrè, passando per Umberto Bindi e Bruno Lauzi, frequentando diversi locali all’epoca molto in voga. Dopo aver militato in alcuni complessi, debutta da solista nel ’59 con “Sassi” e “La gatta”, brani che non riscuotono nell’immediato grandi consensi.
Il successo arriva l’anno seguente con “Il cielo in una stanza”, interpretata originariamente da Mina, che in quel momento gode di uno dei suoi più alti momenti artistici. Successivamente incontra Ornella Vanoni, con la quale intraprende un lungo sodalizio professionale, oltre che un’appassionata storia d’amore che ispirerà alcuni dei suoi brani più celebri, tra cui “Senza fine”.
Tra le altre canzoni che arricchiscono il suo vasto repertorio, ricordiamo: “Che cosa c’è”, “Sapore di sale”, “Una lunga storia d’amore”, “Ti lascio una canzone”, “Averti addosso”, “La bella e la bestia”, “Quattro amici”, “E m’innamorerai”, “Noi che non ci siamo accorti” e molte altre ancora. In occasione di questo novantesimo compleanno di Gino Paoli, lo ricordiamo con uno dei suoi brani più rappresentativi, un brano che mette in maggior risalto la propria inconfondibile timbrica e la propria riconoscibile poetica.
https://m.youtube.com/watch?v=NUXPAmymMdk