L’incontro
Nelle prime ore di una mattinata di agosto nel brillante cielo Fiorentino, lei si avvicinava verso la Stazione; era venuta a sapere che da un treno proveniente da Bologna sarebbe sceso un suo simile.
Lui era già arrivato e sapeva che avrebbe incontrato altre biciclette e che si sarebbe divertito.
Lei, entrando alla stazione, aveva notato subito una vecchia bicicletta appoggiata ad una colonna e capito subito che era lui il compagno annunziato.
Si avvicinò e con timidezza sfiorò la ruota anteriore. Immediata fu la risposta di lui che a quel saluto rispose con un vivace suono di campanello.
“Sapevo che saresti arrivato e sono corsa con il timore di non trovarti, ma vedo che sei già qui respirando questa aria fiorentina che proprio stamani è più frizzante e la giornata promette caldo e tanta luce.”
Lui annuì, poi con un’elegante padronanza di se’ le disse: “allora sei tu che mi accompagnerai per questa città”. L’allegria di lei non si fece attendere e fu così che, usciti dalla Stazione, si avviarono verso il Centro.
Di lì a poco, le due biciclette furono fermate dalle rispettive proprietarie e legate ad un palo di una bella Piazza Fiorentina.
Lei notò subito la sua forza, la sua vecchia stoffa di bicicletta vissuta e si chiedeva chi era, cosa avesse vissuto. Lui percepì la sua emozione ed iniziò a parlare: “Come sai vengo da Bologna, il viaggio è stato bello ed è la prima volta che approdo a Firenze, ma sono anni che viaggio per l’Europa”.
Il suo solido manubrio indicava il suo posto di provenienza, l’Olanda. “ L’ Italia è la mia seconda casa. Come avrai notato sono Olandese e tu, cosa mi racconti di te?”
“Non ho viaggiato molto, sono nata e cresciuta in questa città, posso mostrarti le meraviglie nelle quali noi biciclette ci muoviamo e nell’attesa che possano slegarci, vedo che il tuo telaio è la prova della tua provenienza. Cosa non dire poi delle tue ruote, così grandi …e dei tuoi raggi che in questa giornata di luce, quasi spendono!”
Le due proprietarie non tardarono a slacciarle e fu così che lei decise di esibirsi in una serie aggraziata di strette curve, immettendosi in sensi unici per risparmiare la fatica ad entrambi delle strade assolate. In cuor suo sperava che lui la notasse nel suo brioso muoversi.. In realtà, quel vecchio rugginoso carico di indipendente esperienza l’aveva colpita, sentiva le ruote di lui vibrare sull’asfalto ed allora con fare civettuolo si girava e lo guardava. Lui ricambiava il suo sguardo, facendo vibrare le ruote più forte che mai.
Raggiunsero Piazza della Libertà, che solo il nome -pensò lui- evocava quella qualità dell’animo che lascia andare ed innalza a sentimenti tanto nobili.
Preso in questi pensieri si avvicinò a lei e le disse: “Come è bello seguirti. Nel mio vagabondare ho incontrato altre biciclette, ma con te è diverso; ti sento diversa, ti seguo volentieri ed è come se ti avessi sempre conosciuta, lascio che le emozioni, i pensieri, si placassero e dal cuore sentì giungere un sentimento che mai aveva provato.
Difficile darle un nome, seppe solo dirle “Grazie per queste emozioni “.
A quelle parole a lei parve di volare, disse a sé stessa: “ho incontrato un buon compagno e so, che potrà apprezzare ciò che possiamo vedere e sentire su questo asfalto Fiorentino e dolcemente si affiancò a lui, ed iniziarono a darsi furtive occhiate, sfiorandosi con allegria le rispettive ruote anteriori, facendo suonare il campanello e giocando a fare larghe curve sempre più vicini, l’uno all’altra, fu così che raggiunsero la strada dove abitava la proprietà di Firenze.
Ad un palo di nuovo furono fermate, trovandosi quasi abbracciate l’una con l’altro. Il loro incontro, pensò lui, era segnato dal Destino. Sentì che non avrebbe desiderato altro che starle cosi vicino, farsi incantare dai suoi fanali, contare ad uno ad uno i suoi raggi e accarezzare il suo argentato telaio.
Ad un tratto lei si avvicinò di più al suo manubrio e si lascio andare verso di lui, che altro non desiderava di poterla abbracciare.
Vicini così, iniziarono a farsi delle confidenze, a raccontarsi delle loro gite in campagna, il profumo dei fiori in primavera, i percorsi notturni sull’asfalto bagnato d’autunno, e del silenzio nelle lunghe notti estivi.
Ambedue si ritrovarono a dirsi quanto amavano gli umani, e il piacere che provavano a trasportarli da un capo all’altro delle loro città. Certo che i motorini e le macchine affollavano le strade del mondo e a loro romantiche biciclette per fortuna, avevano riservato piste speciale con possibilità di raggiungere punti più disparati. E chi come loro avrebbero potuto sostare al Duomo, al Battistero in Piazza della Signoria davanti al David e nella bella Piazza DI Santa Maria Novella.
Loro si sentirono fortunate, e innamorate. Il tramonto annunziava il suo roseo passaggio e loro assaporavano il profumo di questa notte estiva.
La notte non si fece attendere e più intima si faceva e più intimi si articolavano i loro discorsi. Si raccontavano delle loro vite vissute e delle loro amiche le quali erano sottoposte all’abbrutimento di proprietari che non le amavano, ma per loro l’incontro con queste due proprietarie era stato fortunato, si sentivano amate e considerate anche dalle confidenze, che le facevano durante i tragitti, dei loro segreti e delle loro passioni.
La libertà che a loro biciclette era concessa, era motivo di spensieratezza e allegria, quante realtà scoprirono di avere in comune e fu così che, si giurarono che mai il grigiore del tempo avrebbe cancellato il loro sorriso.
Nella notte, stringendosi sempre di più, dove la luna lassù pareva per loro brillare, le due romantiche biciclette si sentirono profondamente unite ed innamorate.