Alla mia maniera
«Ho amato, ho riso e pianto; ho avuto le mie soddisfazioni, la mia dose di sconfitte. E allora, mentre le lacrime si fermano, trovo tutto molto divertente. A pensare che ho fatto tutto questo; e se posso dirlo, non sotto tono. “No, oh non io, l’ho fatto alla mia maniera“».
È una delle ultime strofe, forse la più significativa, di My Way, brano che Frank Sinatra registrò un martedì 30 dicembre negli studi della Reprise ad Hollywood. Nessuno, neppure lui, The Voice, sospettava che sarebbe diventato l’inno del mito americano dell’ uomo che si è fatto da solo, che ha vissuto una vita a suo modo, senza alcun rimpianto.
Tutto ebbe inizio in Francia, verso la metà degli anni Sessanta, grazie a un compositore sconosciuto ai più, Jacques Revaux: egli creò una melodia, piuttosto triste e l’accompagnò ad un testo in inglese. Il brano fu bocciato dai produttori: quella musica conquistò invece Claude François, un artista pop che in quegli anni iniziava a scalare le classifiche con riuscite cover di hit americane come If I had a hammer, nota in Italia nella versione Datemi un martello di Rita Pavone.
François mantenne la base musicale di Revaux, ma ne modificò totalmente il testo, che peraltro tradusse in francese: il risultato che ne sortì fu un malinconico ritratto di una routine coniugale come tante: alla canzone dette il titolo Comme d’habitude, che tradotto in italiano significa Come al solito. L’immediato successo spinse l’artista transalpino a tentare la fortuna anche nel contesto italiano ma con scarsi risultati.
Nel frattempo, Comme d’habitude veniva passata ogni giorno in tutte le radio francesi e il caso volle che in quel periodo si trovasse a passare da quelle parti Paul Anka (autore della celebre Diana). Quest’ultimo ne rimase folgorato e, dopo aver raggiunto in breve tempo e con poca spesa un accordo sull’ acquisto dei diritti, decise di ricavarne una nuova versione in inglese.
Ci lavorò per una notte intera e alle 5 del mattino chiamò Sinatra in Nevada, dicendogli che aveva qualcosa di veramente speciale per lui. Il suo primo pensiero andò istintivamente all’amico e collega Frank, poiché lo riteneva il più adatto a interpretarla; un uomo che, giunto ad un’età matura, traccia un bilancio della sua vita e non ha rimorsi poiché ha sempre vissuto a modo suo.
All’entusiasmo di Paul si contrappose l’iniziale perplessità del collega (che proprio in quel periodo meditava di ritirarsi dalle scene), in quanto, a suo vedere, il testo poteva essere visto anche come la descrizione di una persona giunta ormai sul viale del tramonto.
A convincerlo che poteva avere un’altra interpretazione e trattarsi invece di un inno alla vita ed alla grandezza di un uomo che aveva vissuto senza rimpianti, fu la figlia Nancy.
Dunque, in molti sono convinti che si debba ringraziare lei se quel martedì 30 dicembre venne incisa una delle più belle canzoni di sempre.
Inclusa nell’omonimo album edito a febbraio dell’anno seguente, My Way conquistò presto le prime posizioni delle classifiche Usa.
Negli anni a seguire divenne uno dei pezzi preferiti da Sinatra: la eseguì in ogni suo concerto, fino a che non si ritirò dalle scene, nel 1995.
A omaggiarla con interpretazioni d’autore sono stati dei veri e propri mostri sacri, artisti intramontabili quali Aretha Franklin, Tom Jones, Dionne Warwick, Celine Dion, Robbie Williams, Michael Bublé, Luciano Pavarotti, Gabriel Byrne: molte anche le versioni in italiano, da Patty Pravo, Fred Bongusto, Bobby Solo e pure Mina ( la più apprezzata anche dallo stesso Sinatra). Verso la fine della sua carriera, anche il re del rock, Elvis Presley la aggiunse al suo repertorio live e, dopo la sua morte, avvenuta nel 1977, una versione dal vivo venne pubblicata come singolo, arrivando al numero 22 negli Stati Uniti e al numero 9 nel Regno Unito.
Curiosità finale: prima che Paul Anka scrivesse il testo, nel 1968 anche un giovanissimo David Bowie si cimentò con la melodia di Comme d’habitude, componendo una canzone intitolata Even a fool learns to love, ma la demo che registrò non convinse né gli autori originali, né il suo editore, molto probabilmente neanche lo stesso David, che optò, di fatto, per accantonarla.
Dunque, moltissime le cover ma anche moltissimi i followers per questa splendida canzone: dal cancelliere tedesco Gerhard Schröder che fu visto da oltre sette milioni di telespettatori con le lacrime agli occhi quando si dimise nel 2005 mentre una banda militare la suonava, all’attuale Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump il quale, la notte della sua elezione avvenuta il 20 gennaio 2017, la volle ballare con sua moglie, Melania.
Non può essere altro che così per un brano che ha un fascino senza tempo, poiché ogni parola che ne compone il testo riassume ciò che tante persone sentono di avere realizzato nella propria vita ma soprattutto in quelle parole desiderano trovare conferma di come i propri cari possano un giorno ricordali, quando saranno chiamati ad altra vita. Ammettiamolo francamente: My Way è come uno specchio in cui buona parte di noi gradirebbe rimirarsi, almeno per una volta …. come fece a suo tempo il grande Frank!