Donne di casa Medici

Maddalena de la Tour d’ Auvergne, un dono prezioso

Splendida fanciulla, bella quanto raffinata, colei che si legò in matrimonio a Lorenzo de Medici, duca d’Urbino; nobile di nascita ma dal destino avverso, la giovane donna ebbe ben poco spazio di tempo per conoscere Firenze ed essere a sua volta conosciuta. Ad ogni modo, si racconta che i fiorentini ne rimasero incantati, e non soltanto per la sua grazia e gentilezza; era venuta da oltralpe per giungere in città al braccio del nuovo signore di Firenze, sebbene ella non comprendesse e non pronunciasse neanche qualche parola d’ italiano.

Stiamo parlando di Maddalena de la Tour d’Auvergne: una giovane donna che  risultò essere veramente preziosa per la città toscana e per i Medici stessi, ma purtroppo, fu altrettanto sfortunata per la sua sorte. Preziosa perché, per lignaggio e per dote, il suo matrimonio illuminò la famiglia medicea e garantì una strategica alleanza tra la Francia, il Papato e Firenze; sfortunata perché morì ad appena vent’anni, dopo aver partorito l’Erede, con la E maiuscola, per la nobile casata fiorentina.

Nonostante la sua breve vita, ella e’ comunque stata considerata dagli storici la vera chiave di volta per la famiglia Medici.

Maddalena de la Tour incontrò Lorenzo ad Amboise, nella regione del Centro-Valle della Loira; era il 25 aprile dell’anno 1518 e il Medici si trovava lì per il battesimo del secondogenito del re Francesco I: il delfino di Francia, Enrico.

L’ incontro tra i due era stato preparato dagli invitati del Papa Leone X. Invece, con piacevole stupore di tutti i presenti all’evento, esso fu l’inizio di un improvviso e sincero innamoramento da parte di entrambi i giovani.

Lei era figlia di Giovanni, conte di Boulogne e di Caterina Bourbon de Vendome.

Lui era il figlio di Piero de Medici, figlio primogenito del Magnifico. Scomparso suo padre, era toccato alla madre, Alfonsina Orsini, provvedere perché il figlio ottenesse successo e potere. Così, il fanciullo era stato subito affidato a dei tutori e fatto trasferire a Bologna, e quindi in quel di Venezia: in seguito Lorenzo aveva trovato asilo a Urbino e ricevuto le cure materne di cui era stato privato fin dall’infanzia, da Elisabetta Gonzaga, la vedova di Guidobaldo da Montefeltro.

Il castello di Amboise, situato nell’omonima cittadina nel dipartimento dell’Indre e Loira

Lorenzo aveva dunque trascorso parecchi anni lontano da Firenze, una città che neppure aveva avuto il tempo di conoscere, tanto che quando nel 1512 i Medici rientrano, egli dovette sentirla quasi estranea, preferendo in cuor suo quella Roma dove aveva goduto di svaghi da lui prediletti, vivendo una vita di dissolutezze e di bagordi.

Ma dopo che Giuliano aveva deluso Leone X, reggendo la città con troppa debolezza, egli vide accrescere il suo prestigio, al punto tale da essere ritenuto il più adatto per rimettere le cose a posto. E di questo, ben presto, si dovette convincere anche lui, essendo egli stesso un Medici, un discendente della famiglia che aveva da secoli governato questa città!

Siamo all’inizio del 1500 e Papa Leone X, al secolo Giovanni de’ Medici, sta giocando una difficile partita a scacchi in campo politico ed è disposto anche a sacrificare qualche alfiere, se non lo ritiene più un alleato importante. È questo il destino di Francesco Maria I Della Rovere, Duca d’Urbino, che non aveva seguito il pontefice nella battaglia di Marignano contro i francesi: ecco perché le sue terre vengono affidate, non per caso, a Lorenzo II de’ Medici.

È ora il turno di muovere scacco a un re e Leone X si rivolge al sovrano di Francia, Francesco I. Fino a poco tempo prima i rapporti con questa potente nazione erano stati molto tesi ma ora al re servivano nuovi accordi con Roma, a discapito dell’Austria e della Spagna, ed inoltre il pontefice ambiva a un matrimonio di classe per il suo pupillo Lorenzo. Ovvio che vi fosse implicito anche un risvolto di sapore tutto politico . Fu per questo che avviò, senza ulteriori indugi, le trattative con la Francia con risultato che, dopo la candidatura di una figlia del re di Navarra, la scelta cadde sulla diciassettenne e bellissima fanciulla, ricca quanto nobile, Maddalena de la Tour d’ Auvergne.

Lorenzo di Piero de’ Medici, duca di Urbino (Firenze, 12 settembre 1492 – Firenze, 4 maggio 1519

Una volta stretto l’accordo e stabilito il contratto matrimoniale, si cercò la data più adatta: pensa e ripensa fu ritenuta quale miglior  soluzione quella di fare un’unica festa per celebrare due avvenimenti parimenti importanti: uno sarebbe stato il matrimonio di Lorenzo con Maddalena e l’altro, il battesimo del delfino del re, Francesco I.

Fu così che un italiano, o meglio un fiorentino appartenente alla famiglia dei Medici, presenziò al fonte battesimale del delfino del re di Francia! …Ne avevano fatta di strada questi mercanti, arrivati in città nel Trecento per cercare fortuna!

Tutto volgeva al meglio, e la primavera del 1518 si annunciò fedele alla tradizione: il tepore scaldò il corteo che da Roma a Firenze si mise in moto per raggiungere Parigi. Per compierlo si scelse la via del mare: un  viaggio lungo strade infestate da malintenzionati sarebbe stato troppo pericoloso per quello che il fiorentino seco trasportava. Si trattava di ricchezze inestimabili, doni preziosi: nelle stive delle imbarcazioni c’erano circa trecentomila ducati da versare alla sposa; inoltre, suppellettili, opere d’arte e due quadri dal valore smisurato, San Giorgio che abbatte il drago e La Sacra Famiglia di Raffaello.

Le nozze furono quindi celebrate il 2 maggio, una settimana dopo il battesimo, nel suggestivo castello di Amboise, il prediletto del re perché costruito a formare un ponte da una parte all’altra di un fiume. La sposa, a cui Lorenzo non aveva nulla da obiettare perché era davvero “très belle”, venne accompagnata all’altare dal sovrano in persona. Alla regale coppia fece omaggio tutta la nobiltà di Francia, tutti gli ambasciatori e gli stranieri che in quel momento si trovavano a corte. Ai festeggiamenti seguì un banchetto, nel cortile della residenza in cui davvero non si badò a spese: quarantacinque portate, ognuna accompagnata da uno squillo di tromba e dallo chef, litri e litri di vino versati da alacri coppieri, posate e vassoi d’argento, coppe preziose, piatti smaltati, danze di corte e popolari per allietare il pranzo. Durante il pranzo gli sposi sedettero accanto al sovrano e alla regina Claudia; con loro anche la madre del re, Luisa di Savoia, sorella di Filiberta rimasta da poco vedova di un altro Medici, Giuliano duca di Nemours.

Anche i giorni seguenti furono allietati da giostre e giochi. Lo sposo stesso partecipò ai tornei per provare alla sua bella dama il valore posseduto con la spada: in sella a un destriero bianco mostrò a tutti i presenti di essere il prescelto, colui che occupava il cuore di Maddalena, stringendo sopra l’armatura lucente la sciarpa con i suoi colori.

Le settimane seguenti i novelli sposi cavalcarono per andare a visitare i numerosi possedimenti nella terra di Bretagna, molto vasti perché Maddalena, rimanendo orfana fin da bambina, era divenuta erede insieme alla sorella Anne, sposata con il duca d’Albany, di tutte le proprietà della famiglia. I coniugi furono accolti dovunque con feste ed entusiasmo. I due apparivano felici: Lorenzo innamoratissimo della sposa, lei del marito.

Finalmente un matrimonio combinato dalla diplomazia che dava risultati ottimi anche in termini di amore.

Quando i due arrivarono a Firenze, era il 7 settembre e il loro ingresso fu celebrato in maniera addirittura trionfale: vestita con un abito di foggia tedesca, la novella sposa entrò nelle vie fiorentine circondata da quaranta tra le più illustri fanciulle della nobiltà e fu accolta dalla suocera, Alfonsina Orsini, sulle scale del palazzo di via Larga. La corte medicea non volle essere da meno di quella d’oltralpe e di nuovo si ripeterono grandi festeggiamenti, tre giorni di giostre, balli, musiche e recite. Dopotutto,  ci si doveva mostrare all’altezza della Francia!

Madeleine de La Tour d’Auvergne (1498 – Firenze, 28 aprile 1519)

Il popolo fiorentino capì che da quel momento in poi,  il duca d’Urbino sarebbe stato legato alla città anche per il fatto di viverci con la sua famiglia. Maddalena riscosse un vero successo di consensi e si dimostrò subito di grande gentilezza verso tutti: la giovane donna era un buon acquisto per Firenze. E i discendenti di Dante, che avevano in precedenza accolto mugugnando  a proposito delle spose scelte dai Medici, che venivano da fuori – prima Clarice Orsini, moglie del magnifico Lorenzo, e poi ancora con più riserve l’orgogliosa Alfonsina Orsini, moglie di Piero lo Sfortunato, madre dello stesso duca d’Urbino – invece adesso fecero buon viso a questa donna  straniera. E questa volta lo era sul serio… venendo dalla Francia!

Nel palazzo di via Larga sembrò essere tronato un clima dal sapore antico: quello che si era respirato dentro le sue stanze al tempo di Cosimo il Vecchio e di sua moglie, Contessina de’ Bardi.

Firenze, in principio, non aveva certo amato Lorenzo; gli rimproverava l’eccesso di orgoglio, l’esibizione di quel potere che egli sapeva essere nelle sue mani; persino l’essersi lasciato crescere la barba, all’uso straniero, come si trattasse veramente di un’offesa ai costumi della città che credeva nelle sue tradizioni. Ma ora egli era ritornato con una moglie che dimostrava di capire come si doveva vivere: una gentildonna sotto ogni riguardo, che sapeva stare al suo posto e che non dimostrava orgoglio. E così presto, si dimenticarono i risentimenti del passato.

Ciliegina sulla torta: pochi mesi dopo Leone X fu informato di una bella notizia; la  sposa di suo nipote Lorenzo stava attendendo un figlio!

Davvero un lieto evento per la famiglia de’ Medici, la quale a dirla sinceramente, iniziava a non avere più molti eredi a disposizione: forse la buona sorte aveva davvero baciato in fronte questi due giovani sposi! 

Invece no, non fu così. La dea bendata sa essere proverbialmente mutevole: dà e toglie a suo piacere e per questa storia aveva già deciso di togliere.

E così fu: Lorenzo iniziò ad aggravarsi di salute, minato forse dalla tubercolosi, forse dalla sifilide, tanto che in breve tempo non riuscì  più neppure ad alzarsi dal letto. Maddalena portò avanti la sua gravidanza e il 13 aprile 1519 nacque Madonna la Duchessa Caterina:  portata al capezzale del padre egli dirà di avere «parimenti preso quel piacere che se fussi stato maschio»!

La povera bambina non conoscerà mai né il padre, né la madre. Maddalena morirà pochi giorni dopo il parto per una febbre puerperale,  una conseguenza del parto che al tempo mieteva molte vittime fra le donne; Lorenzo la seguirà nell’aldilà appena qualche settimana dopo.

Una ben triste conclusione per una storia d’amore, durata così poco a causa delle avversità della sorte!

Caterina rimasta sola, verrà prima affidata alla nonna Alfonsina e poi alla zia Clarice, la quale la accoglierà in casa e la seguirà affettuosamente insieme alle sue figlie e ai suoi figli. Come tutti voi saprete, per la neonata Medici il destino avrà in serbo un futuro da assoluta protagonista, rendendola erede universale della casata fiorentina nonchè della casata Boulogne, dopo che la zia sarà morta senza avere messo al mondo dei figli. Ed il suo posto sarà tra i reali di Francia, come consorte di Enrico II, figlio di Francesco I.

Questo il prezioso dono che Maddalena lasciò alla famiglia del suo amato sposo, in cambio della propria vita.

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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