Ci prendiamo un caffè da Gilli?
Il cuore pulsante del Granducato di Toscana è sempre stata Firenze, città magnifica per quel suo straordinario concentramento storico-culturale a cielo aperto che tutto il mondo ci ammira.
Per elencare tutte le meraviglie che vi si possono trovare, ci vorrebbe un’enciclopedia composta da innumerevoli tomi, ma quest’oggi vorrei ricordarne al volo almeno un paio, vicine l’una all’altra, ubicate in pieno centro: Il Duomo e Palazzo Vecchio.
La nostra Cattedrale dedicata a Santa Maria del Fiore si trova in Piazza del Duomo; quando fu completata e consacrata nel 1436 era la più grande Chiesa del mondo. Oggi è la terza in Europa, dopo San Pietro a Roma e San Paolo a Londra.
Palazzo Vecchio è a pochissima distanza da Piazza del Duomo. Troneggia su Piazza della Signoria, maestoso e bello fin da quando è stato edificato nel XIII secolo; da sempre ha rappresentato la sede del governo cittadino.
Ecco, tra queste due stupefacenti realtà, quasi al centro, si apre una delle Piazze più frequentate della città: Piazza della Repubblica. E proprio in angolo con la centralissima Via Roma, qui si trova un bellissimo quanto accogliente locale storico: il Caffé Gilli.
Ruth Orkin, nel 1951, lo scelse come scenario per realizzare uno scatto fotografico divenuto davvero celebre, intitolato “American girl in Italy”; ma a rendere il Caffè Gilli uno dei più antichi locali d’Italia ed unica testimonianza dei caffé della Belle époque di Firenze, sono i suoi due secoli e mezzo di storia.
Infatti, la storia del Caffè Gilli nasce nel lontano 1733 quando il Granducato di Toscana era ancora sotto la guida dell’ultimo erede legittimo della famiglia dei Medici: Giovan Battista Gastone dei Medici (1671–1737), meglio noto come Gian Gastone, settimo Gran Duca di Toscana dal 1723 fino alla sua morte, avvenuta il 9 Luglio 1737.
La famiglia Gilli, che era di origini svizzere, dopo essersi trasferita a Firenze, aprì un’attività artigiana e commerciale nella centralissima Via dei Calzaiuoli (la strada che da Piazza Duomo conduce a Piazza della Signoria), denominandola La Bottega dei Pani Dolci; correva l’anno 1733.
Fu un immediato successo: l’alta società, nonché la nobiltà fiorentina tutta, apprezzarono molto le specialità della confetteria la quale in breve tempo divenne molto conosciuta, grazie anche alla produzione e somministrazione di un rosolio che pare fosse gustosissimo.
Poi, nella seconda metà dell’ Ottocento, essendo nate nuove esigenze di spazio, l’attività commerciale venne spostata nella vicinissima Via degli Speziali, una strada traversa che da Via dei Calzaiuoli porta in Piazza della Repubblica.
Quindi, agli inizi del 1900, ci fu l’ultimo trasferimento quello che avrebbe proiettato l’attività nella modernità: l’apertura del Caffè Gilli, in angolo tra la centralissima Via Roma e Piazza della Repubblica (allora ancora denominata Piazza Vittorio Emanuele II), accanto a Pazskowski.
Occorre adesso ricordare che i primi anni del 900 vennero pervasi da una notevole fase evolutiva in tutti i settori: nel mondo letterario, artistico, musicale e culturale in genere, prese vita un movimento il cui nome fu ispirato dal grande poeta e scrittore Filippo Tommaso Marinetti (1876 –1944): stiamo parlando del Futurismo.
Il Futurismo fu un movimento decisamente innovativo e di avanguardia ed ebbe una grande influenza anche sui movimenti affini che al contempo si stavano sviluppando in tutta Europa e in Russia, come negli Stati Uniti o in Asia.
Di fatto, il Caffè Gilli divenne il ritrovo dei letterati, degli intellettuali, dei pittori, degli scrittori e degli artisti in genere di quel tempo.
Dunque, se allora qualcuno tra noi si fosse recato al Caffè per consumare qualcosa, non sarebbe stato affatto occasionale incontrare personaggi famosi come il Marinetti il quale, insieme ad Ardengo Soffici se ne stavano comodamente seduti ai tavolini del locale, a conversare per lunghe ore.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Firenze iniziò a trasformarsi in una città turistica, addirittura una mèta particolarmente ambita dagli stranieri e Gilli divenne il punto di ritrovo anche per i primi di loro.
Ecco perché la fotoreporter e regista statunitense Ruth Orkin scattò la sua fotografia più famosa proprio lì davanti. Lo scatto, realizzato senza nessuna preparazione, faceva parte di un progetto fotografico della Orkin denominato Don’t Be Afraid to Travel Alone (Non aver paura di viaggiare da sola).
L’immagine ritrae la ventitreenne Ninalee Allen Craig che, con una espressione piuttosto timida ma spensierata e con passo deciso, passeggia da sola per la città passando tra 15 uomini i quali, con sguardi attenti e incuriositi, seguono la sua figura e il suo ancheggiare. Un fermo immagine talmente realistico che addirittura ci pare quasi di sentire il giovanotto più vicino, commentare la sua ammirazione per la giovane donna con un gran fischio!
Ancora oggi il Caffè Gilli è considerato il Salotto Buono di Firenze, mantenendo ancora intatto tutto quello straordinario e fascinoso stile che lo ha sempre contraddistinto durante la sua lunghissima storia, unico esempio rimasto a Firenze di una Caffetteria Belle Époque, con le sue calde pareti color avorio, i bellissimi e preziosi lampadari di Murano, lo splendido soffitto affrescato, i maestosi archi, il suo angolare bancone-bar realizzato completamente in legno di noce, le sue suggestive vetrine interne ed esterne e, ultima ma non ultima, l’accogliente Sala da Tè.
Particolari che regalano ai visitatori quell’atmosfera antica e regale di un luogo che racconta oltre due secoli di storia, dove a segnare il tempo, per oltre cento anni, è stato l’orologio più famoso della città, posto all’ingresso della sala.
Dal 1990 il Caffè Gilli è proprietà della Famiglia Valenza, bravi e appassionati imprenditori, titolari anche di altri famosi locali della città: a tutt’oggi, esso è in grado di offrire ancora l’originalità della sua tradizione dolciaria, tramandata da generazioni, grazie alla somma bravura dei suoi maestri pasticceri, i quali riescono a realizzare, pur dopo secoli sempre nella stessa maniera, prodotti di cioccolateria, gelatine e bonbons.
Ma allora amici, che cosa ne dite? Ce lo prendiamo o no, un buon caffè da Gilli?
Arrivederci alla prossima settimana… pardon, al prossimo caffè!
Bellissimo racconto, un luogo che per noi fiorentini resterà sempre nei nostri ricordi e a cui sia affezionati. Rimane uno degli ultimi baluardi storici di Firenze