8 Marzo
Premesso che ciascuno ha il diritto di definirsi come gli pare, che il termine direttore preveda direttrice quale suo corrispettivo femminile singolare, che esiste il giudice, l’avvocato, il presidente, il geologo e adesso pure l’architetta (anche se suona orrendamente!), che un astronauta si scrive ancora senza apostrofo ma, se vogliamo, per fortuna esiste il pilota…. Ingegnere o poeta, sono d’accordo sul fatto che ciascuno/a sia libero di farsi chiamare come vuole!
Tutto mi va bene ma, nel frattempo, siamo giunti nel 2021 ed il mondo dovrebbe essere cambiato.
Invece no… Purtroppo siamo ancora al punto di partenza. E quindi scegliere un sostantivo maschile o femminile diventa quasi una scelta politica, non un corretto uso della lingua italiana.
Per tutto questo e molto altro quest’oggi, 8 marzo, Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, o Festa della Donna che dire si voglia, per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo, taccio e lascio che le parole del grande drammaturgo William Shakespeare parlino per me.
Auguri a tutte le Donne!
In piedi, Signori, davanti a una Donna
Per tutte le violenze consumate su di lei
per tutte le umiliazioni che ha subito
per il suo corpo che avete sfruttato
per la sua intelligenza che avete calpestato
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata
per la libertà che le avete negato
per la bocca che le avete tappato
per le ali che le avete tagliato
per tutto questo
in piedi, Signori, davanti a una Donna.
E non bastasse questo
inchinatevi ogni volta
che vi guarda l’anima
perché Lei la sa vedere
perché Lei sa farla cantare.
In piedi, Signori,
ogni volta che vi accarezza una mano
ogni volta che vi asciuga le lacrime
come foste i suoi figli
e quando vi aspetta
anche se Lei vorrebbe correre.
In piedi, sempre in piedi, miei Signori
quando entra nella stanza
e suona l’amore
e quando vi nasconde il dolore
e la solitudine
e il bisogno terribile di essere amata.
Non provate ad allungare la vostra mano
per aiutarla
quando Lei crolla
sotto il peso del mondo.
Non ha bisogno
della vostra compassione.
Ha bisogno che voi
vi sediate in terra vicino a Lei
e che aspettiate
che il cuore calmi il battito,
che la paura scompaia,
che tutto il mondo riprenda a girare
tranquillo
e sarà sempre Lei ad alzarsi per prima
e a darvi la mano per tirarvi sù
in modo da avvicinarvi al cielo
in quel cielo alto dove la sua anima vive
e da dove, Signori,
non la strapperete mai.
William Shakespeare (1564-1616)
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