Il cuore degli inglesi batte ancora forte per la Corona
Corfù, splendida isola dell’arcipelago greco, ne vide i natali il giorno 10 giugno di un ormai lontano 1921, ma la sua famiglia era di origini tedesche. Inglese lo divenne per adozione. Settantaquattro anni fa aveva sposato la giovane regina Elisabetta II. Nemmeno si chiamava Mountbatten e tanto meno era duca di Edimburgo. Il suo vero nome era Battenberg. E i Battenberg nella seconda guerra mondiale combatterono per il Terzo Reich. Lui era su una unità della Royal Navy a Capo Matapan, nella battaglia finita con la disfatta della flotta italiana che non aveva il radar.
Di sicuro, quindi, il giovane Battemberg non fu certo un eroe di guerra. E molto probabilmente, neppure un più maturo Duca di Edimburgo fu -se non altro in principio- il marito perfetto per una giovane regina appena ascesa al trono: né, tanto meno, pare che negli anni a seguire sia stato un padre troppo autorevole con la propria prole, sempre a voler considerare le personalità controverse dei quattro figli. Di sicuro però, grazie alla sua classe innata, egli è stato il modello perfetto di principe consorte.
A questo punto la domanda viene spontanea: non è forse poco tutto questo per spiegare l’affetto e la partecipazione con cui l’Inghilterra e tutti i sudditi del Regno Unito stanno vivendone il lutto?
Secondo alcuni sondaggi riportati sui tabloids di mezzo mondo, tre inglesi su quattro, se potessero, verrebbero a Londra, per seguirne sabato prossimo i suoi funerali che tra l’altro, per sua volontà, non saranno nemmeno di Stato.
Ovviamente, si fa tanto per parlare, poiché tutti staranno a casa, nel rispetto di quanto il premier Boris Johnson ha giustamente deliberato. C’è il virus, anzi c’è la variante inglese, tanto per sottolineare una volta di più quanto “isolato”sia il continente britannico.
Io credo che la differenza stia semplicemente nel fatto che, sebbene coronato da qualche gaffes, il Principe Filippo abbia tagliato il traguardo della vita compiendo un percorso netto, un risultato degno di un purosangue di razza, un passo sempre indietro a Sua Maestà la Regina; mentre figli, generi e nuore hanno alimentato pettegolezzi, scandali, volgarità, immoralità e chi più ne ha, più ne metta.
Al confronto l’amore proibito di , il sovrano zio di Elisabetta che rinunciò al trono per la sua amata, Wallis Simpson, desta quasi una certa nostalgia!
E forse questo provano nel profondo dei loro cuori e delle loro menti anche i molti inglesi e scozzesi che in questi giorni si sono sentiti tanto uniti nel cordoglio e nella commozione. La nazione ha pianto la scomparsa di un amatissimo quanto controverso personaggio, che ha sempre servito il Paese e la Corona con devozione ed è sempre rimasto al fianco della sovrana, anche negli anni più difficili dei divorzi reali fra la prole.
Filippo e’ stato il collante che ha tenuto unita negli anni la Royal Family, ed è quindi naturale che i sudditi abbiano risposto con emozione, lasciando mazzi di fiori e messaggi davanti al Castello di Windsor, dove il Duca di Edimburgo è spirato nella mattina di venerdì scorso, e davanti ai cancelli di Buckingham Palace, dove la coppia reale ha risieduto fino all’inizio della pandemia. A Windsor Filippo era riuscito a tornare il 16 marzo scorso dopo un mese di ricovero ospedaliero dovuto a un’infezione aggravata da complicazioni cardiache, giusto in tempo per passare la Pasqua e poi morire.
Messaggi di cordoglio per la scomparsa di Filippo sono arrivati da tutto il mondo: altro che tramonto della monarchia!
La monarchia rimane quel che è sempre stata: un simbolo di identità nazionale, l’incarnazione di una storia orgogliosa, un punto di riferimento. Perché non c’è bisogno di fare tante statistiche o ricerche comparate sulla stabilità politica nel mondo: le monarchie garantiscono la stabilita del mondo ben più delle repubbliche! Soprattutto quando le cose vanno male, come di questi tempi…
Meditate gente, meditate!