In ricordo del grande Odoardo
Firenze non dimentica il suo più grande chansonnier: una targa nella casa di via Santo Spirito mantiene sempre acceso nei cuori dei fiorentini la memoria di Odoardo Spadaro.
Era il 3 febbraio di un lontanissimo 1934 quando il cantante, in tournee a Montevideo, di fronte a una platea di italiani emigrati in cerca di fortuna, veniva acclamato dai suoi connazionali come un eroe. Nel mentre, una ragazzina lo avvicinava e gli dava un bacio sulla guancia, sussurrandogli: «Porti questo bacione a Firenze quando ci ritorna».
Una folgorazione. Odoardo sale sul transatlantico che lo riporta in Europa e dietro la sua carta di bordo trascrive quella frase, per poi accompagnarla con le note del suo pianoforte. Nasce così La porti un bacione a Firenze, inno senza tempo di amore per la nostra città la quale, a sua volta, lo consacra come un poeta in note e parole.
Firenze gli ha reso il suo omaggio apponendo in via Santo Spirito una targa per ricordare che lì, oltre centotrenta anni fa, nacque un bimbo coi riccioli biondi che prese il nome dal suo defunto nonno e che poi divenne un attore e un abile cantautore il quale, grazie alla sua voce e alle sue note, riuscì a portare Firenze nel mondo.
E Spadaro ha davvero promosso la nostra città, restando nel cuore di tutti, anche di tanti giovani che dal suo esempio traggono, ad oggi, entusiasmo e professionalità. Del resto, è innegabile il fatto che in queste note tutte toscane, nel nostro vernacolo, nella nostra tradizione, ci sia ancora tanta bellezza.
Una bellezza con la quale Firenze ci ha insegnato che nella storia è possibile una rinascita anche nei periodi più bui. E Spadaro ne fu il precursore, segnando il passaggio dal cinema muto al sonoro e scrivendo la storia del varietà. A Parigi affiancò i grandi fantasisti stupendo tutti, presentandosi in scena su una bicicletta con sopra montato un pianoforte.
Suo anche il merito di avere realizzato il primo videoclip della storia con il brano Ninna nanna delle dodici mamme, del 1930.
E con questo suo piccolo grande gioiello, anche noi, nel nostro piccolo, lo ricordiamo.
Ciao Odoardo !
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