Firenze,Storie al femminile

Polissena, in arte Suor Plautilla

«Gran cosa è che in tutte quelle virtù et in tutti quegli esercizii ne’ quali, in qualunque tempo hanno voluto le donne intromettersi con qualche studio, siano sempre riuscite eccellentissime e più che famose, come con una infinità di esempli agevolmente può dimostrarsi a chi non lo credesse.»

Giorgio Vasari

Di fronte al Convento di San Marco nell’omonima piazza fiorentina sorgeva nel Quattrocento un convento domenicano femminile dedicato a Santa Caterina da Siena. Proprio come in quello maschile, anche qui l’arte era al centro dell’attività di queste suore, e colei che organizzò questa bottega femminile è ricordata anche da Giorgio Vasari nella edizione delle sue Vite del 1568.

Plautilla Nelli al secolo Polissena de’ Nelli (Firenze, 1524 – Firenze, 1588), religiosa e pittrice italiana

La conosciamo come suor Plautilla de’ Nelli, ma era nata con il nome di Polissena Margherita nel 1523 da una nobile famiglia fiorentina proveniente dalle terre del Mugello. Fu battezzata il 29 gennaio 1525.  Il padre, Piero di Luca Nelli, che era un noto commerciante di stoffe, offrì una dote consistente sia a Polissena che a sua sorella Costanza perché potessero entrare nella vita religiosa in concreto, nel convento domenicano di Santa Caterina a Firenze, oggi andato distrutto.

Suor Plautilla Nelli, Madonna col bambino e quattro angeli

Così, a 14 anni Polissena divenne suor Plautilla, mentre sua sorella prese il nome di suor Petronilla. Erano entrambe donne colte e raffinate, e mentre suor Petronilla si dedicò alla lettere e finì per scrivere una vita di Girolamo Savonarola invece, suor Plautilla scoprì la passione per la pittura.

Come in molti altri conventi femminili, dietro le sue mura si svolgeva un vasto lavoro di copiatura di manoscritti, ma suor Plautilla, oltre a realizzare miniature, decise di andare oltre e di esplorare altri tipi di arte. Non a caso, secondo l’Enciclopedia delle Donne del Rinascimento suor Plautilla è considerata «la prima donna artista di Firenze» e «una delle prime donne in Europa che si possano identificare come pittrice di opere religiose su larga scala».

Suor Plautilla non poteva avere lo stesso accesso alla conoscenza dell’arte che ebbero i grandi artisti della sua epoca per via della sua condizione di donna, ma cercò il modo di imparare osservando le opere d’arte di altri pittori, come quelle di fra’ Bartolomeo della Porta, del Bronzino o di Andrea del Sarto. Visto che non poteva neanche analizzare l’anatomia maschile, suor Plautilla si concentrò sullo studio dei volti delle religiose del suo convento, per cui molti intenditori vedono in tutti i suoi ritratti, il lineamenti , i tratti tipici femminili. E fu così che ella andò avanti nelle sue scoperte, sviluppando la sua indiscutibile qus to innata capacità, copiando disegni e sculture, ed usando corpi femminili a modello per quelli maschili. Scriverà il Vasari in proposito : «I volti e le fattezze delle donne, per averne veduto a suo piacimento, sono assai migliori che le teste degli uomini».

Inrtorno ai suoi trentacinque anni, Plautilla riuscì a raggiungere una piena maturità artistica e quindi ad organizzare intorno a sé un incredibile movimento che si concretizzò in una bottega davvero efficiente che  produceva grandi guadagni anche per il gruppo religioso. Non solo pitture per enti religiosi e chiese ma anche opere commissionate dai nobili fiorentini piu facoltosi.  E’ lo stesso Vasari a raccontarci del successo che la pittrice aveva fra i nobili fiorentini: «Per le case di Firenze tanti quadri che troppo sarei lungo a voler di tutto ragionare».  E pensare che le regole restrittive del Concilio di Trento avevano anche condizionato e ridotto la quantità e i temi che potevano essere svolti da una suora che era pure tenuta alla clausura! 

Plautilla Nelli, Compianto sul Cristo morto

Se ciò non bastasse, oltre ad essere un’abile pittrice, dotata di un talento tutto naturale, a Plautilla non mancarono neppure  le capacità imprenditoriali. La dimostrazione ci e data dai successi ottenuti nel corso della sua vita che le valsero tanto da essere eletta nel 1564 Priora del convento stesso. Addirittura, la bottega di Santa Caterina divenne  un vero e proprio modello per altre situazioni simili in toscana fra le sorelle domenicane (ad esempio, nel convento di San Domenico a Lucca le suore cominciarono un commercio di figurini in carta pesta destinati in Francia, Spagna e addirittura in Giappone).

Plautilla Nelli, busto di giovane donna

Purtroppo, di Suor Plautilla è sopravvissuto solo un piccolo numero di opere certe, ma la riscoperta che si è fatta di questa donna così singolare del Cinquecento nell’ultimo decennio è già un passo avanti alla scoperta della sua arte.  

Per tutto questo viene considerata, a buona ragione,  la prima donna europea ad essere conosciuta per opere religiose importanti, come ad esempio le pale d’altare.  

Le sue opere valicarono perfino il confine fiorentino; Annibal Caro possedeva un suo dipinto nella sua collezione a Roma e a Perugia, nella chiesa di San Domenico, è ancora oggi conservata la sua pala d’altare con la rappresentazione della Pentecoste, creata proprio per questo luogo.

Se le fonti dirette di studio furono per Plautilla i fogli dei bellissimi disegni di Fra Bartolomeo, che Vasari dice, erano nelle mani delle suore di Santa Caterina appunto, occorre annotare che, in verità, le sue opere sono molto più originali per quanto riguarda l’ambientazione, risultando di conseguenza, poco debitrici in questo dell’arte del maestro domenicani.

La sua lunga vita di religiosa-pittrice si concluderà nel 1587, dopo essere stata più volte Priora del suo convento e aver condotto con le sue allieve un laboratorio artistico di grande prestigio, ricordato da moltissime fonti antiche, che non lasciarono certo cadere nell’oblio il suo nome, come invece poi è accaduto con la critica moderna.

Non a caso, in una delle epoche più brillanti della storia dell’arte, solo una manciata di donne artiste ha spiccato, e tra loro un’unica religiosa, Plautilla .

E con orgoglio, possiamo sostenere che tanto è bastato per dimostrare che, per una donna dalle ferme volontà, anche la vita di clausura riuscì a trasformarsi in un contesto perfetto per l’ispirazione e la creazione di grandi opere d’arte! 

«… Da nostro Signore Iddio dotata d’un ingegno sopra l’ordinario delle donne… ha fatto opere, che hanno recato maraviglie à i primi artefici di cotale professione nella sua città di Firenze …. Passò a miglior vita, già vecchia, essendo istata Priora dei suo Monasterio più volte, e divotissima religiosa, l’anno 1587 ». (Razzi)

 

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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Elena Ingargiola

Bellissima storia, come sempre si capisce bene quello che racconti, e i dettagli minuziosi e completi ti portano un po’ dentro ursti racconti

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