Caterina, una bellissima storia dei nostri giorni
Firenze è una città ricca di storia, lo sappiamo bene! Quante volte infatti vi ho già raccontato di alcuni aneddoti legati a palazzi, casate e tradizioni vernacolari?
Quante volte, insieme, abbiamo rinverdito i fasti di personaggi nobili, di grandi artisti, di uomini fantastici che, per le proprie gesta o per le proprie innate capacità, hanno reso famosa la nostra città e il nostro popolo al mondo intero?
Purtroppo ormai, in questi tempi moderni, poche sono le opere o le azioni ancora degne di tanta risonanza: fortunatamente, però, esiste ancora qualche fiorentino che tiene in alto il nostro onore, persone degne di essere ricordate e apprezzate.
Allora oggi vorrei raccontarvi di una storia dei nostri giorni, ambientata non a caso a Firenze e che ha per protagonista una donna che merita tutto il nostro rispetto e tutta la nostra attenzione : il suo nome è Caterina.
Caterina Bellandi, è nata a Prato il 6 marzo 1965.
La sua storia è una bellissima storia d’amore; l’amore vero e profondo che l’ha legata per sempre al suo compagno Stefano, morto di cancro ai polmoni, parecchi anni fa. Lui a Firenze, faceva il tassista: il suo taxi era numerato Milano 25.
Alla sua morte, sopraggiunta troppo presto, Caterina ereditò il taxi come suo ultimo dono d’amore terreno.
Negli anni che sono seguiti, anche lei si è sentita in dovere di fare un dono, ma il suo ha voluto essere un dono rivolto alla collettività.
Per amore e con amore, ha così trasformato il taxi che era appartenuto al suo caro Stefano in un qualcosa di magico, una piccola astronave fantastica che, oltre che a svolgere il normale servizio pubblico di taxi, effettua corse gratuite per l’ospedale pediatrico della nostra città, in favore dei familiari e dei bambini malati di tumore.
Lei, quei bambini meno fortunati di altri, lì ha ribattezzati I Nuovi SuperEroi di questo tempo.
Li puoi vedere dipinti sulla carrozzeria di Milano 25, figure dalle sembianze umane ma con i volti di animaletti, che sembrano appena sbucate fuori da un fumetto a colori: dei piccoli SuperEroi a cui è stato fatto dono di grandi e incredibili SuperPoteri, affinché possano combattere la loro battaglia, risultando invulnerabili e forti anche di fronte al peggiore dei nemici: la morte.
Del resto, i SuperEroi di Caterina sono davvero tutti dei ragazzi speciali; io li conosco bene quei bambini e bambine straordinari che ogni giorno sfidano un male crudele e affrontano, senza starsi troppo a piangere addosso, insopportabili dolori, pur di vincere la più perfida delle guerre.
Tutti la chiamano Zia Caterina: perché la Zia è la persona più prossima alla figura della mamma. Ma, differentemente da una madre, la zia può viziare i propri nipoti a dismisura perché, di fatto, non ha il compito di educare, bensì meglio le si addice quello di intrattenere, divertire, e fantasticare insieme a loro!
Caterina avrebbe tanto desiderato di potere essere una mamma, chioccia e protettiva; non riuscendo ad avere figli suoi, è voluta divenire la ZIA di tutti i bambini .
Sono certa che molti di voi, anche solo una volta, avranno visto orbitare in mezzo al traffico ingolfato della nostra città, il suo taxi; allegro ed inconfondibile, pieno di pupazzi, chitarrine, braccialetti, collanine e palloncini di ogni forma e colore.
Alla guida, lei, la nostra amata Caterina; un personaggio che pare uscito dai migliori film di animazione di Walt Disney, la sorellina minore di Mary Poppins, (ammesso e concesso che Mary Poppins potesse avere una sorella!), vestita sempre con abiti lunghi e mantelle dal gusto un po’ retrò, un arcobaleno di colori ed in testa un enorme cappello, pieno di fiori: i suoi passi sono accompagnati dal suono di decine e decine di campanellini, appesi al suo collo, come una ghirlanda.
Soprattutto, Caterina indossa sempre un sorriso, bello e sincero.
Chi si siede sul sedile posteriore del suo taxi, non può non rendersi immediatamente conto della sua stravaganza ma la sua personalità è molto più efficace di qualsiasi servizio sociale, ben organizzato.
Caterina è conosciuta in tutto il mondo per le sue corse gratuite da e per l’ospedale Meyer.
Dal suo entusiasmo è nato il progetto Taxi per Amico, che addirittura vede coinvolti tutti i tassisti fiorentini per la realizzazione di corse gratuite a favore non più soltanto dei bambini ma anche degli anziani.
Lei ama raccontarsi così : «Sono molto timida. Ho sempre amato il cappello perché aiuta a comunicare e ad avere meno paura dell’altro, di chi non conosci. Il cappello comunica che sei diverso, ti dice: “Tu puoi! Vieni a me!”.
Ho cominciato con il cappello: il mantello l’ho messo dopo l’incontro con Patch Adams perché voleva dei clowns per il viaggio che facevo con lui. Invece del naso, che non mi appartiene, ho messo il mantello per creare comunque la magia. I bracciali, le collane e tutti gli ammennicoli appesi nel mio taxi sono pezzettini delle persone e soprattutto dei bambini che incontro e che porto sempre con me e che mi fanno sentire forte. Il primo campanellino che ho messo al collo era per ricordare le collezioni di campanelle che aveva mio padre.
Ho deciso di fare questo lavoro per amore! L’uomo che amavo, Stefano, prima di morire mi ha detto: “Tu sarai Milano 25, me e il mio lavoro!” e io, spaventata, ho cominciato questo viaggio senza sapere come fare e dove andare. Volevo solo che Milano 25 continuasse a vivere attraverso le vite degli altri.
Ho scoperto a mie spese che Il superpotere risiede nel dolore. Dunque Il supereroe può essere chiunque, quando impara a conoscere e a sconfiggere le proprie paure. I miei bambini sono dei supereroi perché stanno combattendo il peggiore dei nemici, un nemico invisibile e innominabile: la morte. Il supereroe non morirà mai, rimarrà per sempre nel mio e nel cuore di chi ha avuto il privilegio di incontrarlo».
Insomma, quella di Caterina è una vita diversa dalle altre; anche il suo taxi è diverso da tutti gli altri. Lei, è una donna diversa dalle altre; una volta faceva la moglie e l’impiegata poi, in un solo giorno, ha deciso di cambiare tutta la sua vita ed è riuscita a trasformare il dolore, il vuoto, lo sconforto che sentiva nel cuore, in puro amore da donare a chi ne ha più bisogno.
Una grande donna, una grande storia del nostro tempo, che tutti i giorni prende vita per le strade della città di Firenze e che merita assolutamente di essere raccontata.
A te Caterina, il nostro Grazie più sincero e profondo.