In giro per Firenze,Le vostre storie

Via dell’Oriuolo

Della serie…in giro per Firenze…⚜️

Via dell’Oriuolo è una strada del centro storico di Firenze, situata tra piazza Gaetano Salvemini e piazza del Duomo angolo via del Proconsolo (dove sono il canto dei Falconieri e il canto de’ Bischeri). Incontra lungo il tracciato borgo degli Albizi, la volta di San Piero, via Sant’Egidio (angolo Borgo Pinti) e via Folco Portinari.
Nomi precedenti..Via Albertinelli, via Bertinelli, via dello Sprone, via dello Sperone, via Buia.

Tra Trecento e Quattrocento la strada fu nota come via Albertinelli (volgarmente via Albertinella, via Bertinella, Bertinelli), dalla famiglia che qui aveva le proprie case nel luogo oggi occupato dall’archivio notarile e alla quale si intitolava anche una postierla della penultima cerchia di mura, posta circa all’imbocco di via Fiesolana.
Nella pianta di Firenze delineata da Ferdinando Ruggieri nel 1731 la strada appare invece distinta in tre diversi tratti, a documentare altre titolazioni già affermatesi nei secoli precedenti. Il primo tratto, tra via Fiesolana e borgo degli Albizi (che attualmente costituisce in buona parte il lato nord di piazza Gaetano Salvemini) appare con la denominazione di via dello Sprone (altrove Sperone), evidentemente in riferimento o alla forca determinata con via Sant’Egidio, oppure a quella definita sempre dalla nostra via con borgo degli Albizi, oggi non più apprezzabile per la sua riduzione con la parallela creazione – come già accennato – di piazza Gaetano Salvemini, nell’ambito del cantiere per il ‘risanamento‘ del quartiere di Santa Croce avviato nel 1936.

Tra la volta di San Piero e l’attuale via Folco Portinari la pianta riporta invece già la titolazione di via dell’Oriuolo, affermatasi presumibilmente alla fine del Quattrocento in ragione del fatto che in una officina lungo il tratto era stato fabbricato da Nicolò di Bernardo di San Friano, nel 1353, il primo orologio pubblico (nell’uso fiorentino antico oriuolo o orivuolo o orivolo) destinato alla torre del Palazzo Vecchio, con un meccanismo realizzato per la prima volta a Firenze.Il tratto successivo, da via Folco Portinari a piazza del Duomo, è indicato sotto il nome di via Buia, a indicare una strozzatura che evidentemente limitava fortemente l’irraggiamento solare (così Guido Carocci: «la strada sembrava una fessura ed una volta penetrati là dentro nel sollevare lo sguardo al cielo si vedeva appena una striscia meschina di cielo»).

Su tale situazione si intervenne ampliando e rettificando la strada tra il 1860 e il 1861 su progetto dell’ingegnere comunale Federico Gatteschi, il che consentì negli anni di Firenze Capitale (1865-1871) di scegliere il tracciato, ormai aperto alla luce e alla visione della zona absidale della cattedrale, come luogo per costruirvi l’imponente sede della Banca d’Italia.

Venute meno le situazioni che avevano portato alle varie denominazioni, sempre dagli anni di Firenze Capitale la strada fu unificata sotto la denominazione che ancora la identifica.

Nel suo insieme il carattere della strada è residenziale, non fosse per quel notevole polo di attrazione esercitato dalla Biblioteca delle Oblate, posta nel suo tratto centrale e che negli ultimi anni ha sicuramente rivitalizzato il tracciato, comunque fondamentale nel suo collegare il quartiere di Santa Croce a piazza del Duomo. La vocazione culturale della strada è anche accentuata dalla presenza dell’Archivio Storico del Comune di Firenze e dell’Archivio notarile.
La via peraltro offre un piacevole scorcio della cupola del Brunelleschi.

Si trovano in via dell’Oriuolo: la facciata laterale di Palazzo Sacrati, l’ex monastero delle Oblate, ristrutturanto nel 2007 e sede, tra l’altro, della nuova Biblioteca delle Oblate e del Museo di Firenze com’era, e il Palazzo della Banca d’Italia. Palazzo Bastogi, in stile neoclassico.
Altri edifici sono il Palazzo Corsi, già degli Albizi, che appartenne alle monache della vicina chiesa di San Pier Maggiore ed accolse fino alla morte Atto Vannucci, il Palazzo degli Sporti, forse in parte opera di Michelangelo ((attribuzione molto discussa e mai provata), e la Casa degli Alessandri.

L’angolo formato da via del Proconsolo con via dell’Oriuolo, si chiamò il Canto dei Bischeri, dalle case che questa illustre famiglia fiorentina vi possedeva.
Le case su Piazza del Duomo tra via dell’Oriuolo e Via dei Servi avevano tutte sulla facciata un loggiato uniforme.

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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