Le vostre storie,Storie dal passato

Lei si chiamava Grazia

Grazia Maria Cosima Damiana Deledda, (Nuoro, 28 settembre – Roma, 15 agosto 1936)

Lei si chiamava Grazia, Grazia Deledda per la precisione.
Nasce a Nuoro, in Sardegna, nel 1871,da una famiglia benestante.

Grazia fin da piccolina legge sempre, ovunque. Finisce la quarta elementare e i genitori le dicono che è tempo di lasciare la scuola.
Grazia non capisce, le piace tanto studiare…
Semplice, perché sei una femmina” le viene risposto.
Grazia serra le braccia e, in qualche modo, la spunta. Studia a casa con un precettore, poi continua da sola. A diciassette anni  invia un racconto a una rivista. Lo pubblicano!

Grazia festeggia, mentre in paese si grida allo scandalo. Anche il parroco si unisce alle malelingue. I genitori tentano di farla ragionare, spiegano che le donne badano alla casa e che funziona così.
Grazia non si arrende, continua a scrivere ma a Nuoro trova ovunque terra bruciata per cui fa le valigie e parte per Roma, la capitale della cultura, dove crede che non verrà giudicata per la pretesa di scrivere pur essendo una donna.
Pia illusione!

Scrittori e intellettuali la guardano dall’alto in basso. È una donna e anche senza istruzione, chi crede di essere?
Grazia non crede di essere qualcuno, crede però in sé stessa e continua imperterrita a scrivere.

Ha ventinove anni quando incontra Palmiro, un uomo schietto, gentile e senza pregiudizi che entra con garbo nei suoi pensieri e nella sua vita. Diventano marito e moglie.
Grazia è felice, ma un dubbio l’assilla: sarà contento suo marito di aver sposato una donna che vuole scrivere?
Palmiro, in effetti , non solo è contento di avere una moglie scrittrice ma lascia il suo lavoro e ne diventa l’agente.

A questo punto, Grazia e Palmiro diventano gli zimbelli della città. Una donna intellettuale e un uomo che si mette al suo sevizio: si è mai vista una tale assurdità? Grazia non raccoglie, si difende scrivendo a getto continuo libri che piacciono e non solo agli italiani.
I suoi libri, infatti, viaggiano oltre confine e arrivano agli occhi di una certa accademia reale svedese. È il 1926.
Grazia Deledda, prima donna italiana, vince il premio Nobel per la letteratura e sale sul palco, mano nella mano con il marito.

Fu criticata, definita un’ignorante, un’illusa, ma lei si rivelò semplicemente una donna che non ebbe paura di lottare per le sue idee e che riuscì ,alla fine, a vincere la sua battaglia.

 

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Antonella Vaglica
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