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Piazza San Giovanni

Della serie…in giro per Firenze…⚜️!

La piazza di San Giovanni a Firenze prende il nome dal Battistero ed è di fatto la continuazione ad ovest di piazza del Duomo. L’attuale piazza fu realizzata durante l’Ottocento quando fu demolita una parte del Palazzo Arcivescovile per dare spazio per la veduta sul Battistero e unire in linea retta via de’ Martelli con via Roma.

Il Battistero di San Giovanni è un edificio originale paleocristiano, probabilmente costruito su fondamenta del V secolo, che è giunto immutato fino alla nostra epoca, variato nei numerosi abbellimenti esterni ed interni. I marmi bianchi e verdi esterni risalgono all’XI secolo in pieno stile romanico. All’interno, nella volta, sono presenti mosaici e affreschi, capolavoro del Ducento fiorentino: pare che vi presero parte anche Cimabue e Coppo di Marcovaldo, mentre per la realizzazione dei mosaici forse vennero utilizzate maestranze venete.

Le tre celeberrime porte risalgono invece al Tre-Quattrocento. 

La più antica è opera di Andrea Pisano e fu realizzata tra il 1330 e il 1336. Originariamente destinata al lato est, quello più importante davanti al Duomo, fu in seguito spostata a sud.

La seconda è il frutto del concorso vinto da Lorenzo Ghiberti, che batté Filippo Brunelleschi (lato nord).

La terza è la celeberrima Porta del Paradiso, capolavoro di Lorenzo Ghiberti, e guarda la facciata del Duomo stupendo ancora per la ricchezza, l’espressività ed il senso prospettico di profondità dei bassorilievi.

Il Palazzo Arcivescovile si trova davanti all’abside del Battistero. L’antica sede arcivescovile andò distrutta da un incendio nel 1533 e fu ricostruita dall’architetto Giovanni Antonio Dosio tra il 1573 ed il 1584. L’allora arcivescovo Alessandro di Ottaviano de’ Medici (poi papa Leone XI) fece apporre l’arme della famiglia sullo spigolo nord del Palazzo. Il complesso arcivescovile fu completamente ristrutturato fra il 1893 ed il 1895 quando venne demolito il vecchio episcopio a ridosso del Battistero e fu ricostruita arretrando alquanto la facciata cinquecentesca.

Scomparve così via dell’Arcivescovado e venne ampliata piazza San Giovanni. Nel 1895 anche lo stemma dell’arcivescovo Agostino Bausa, che aveva seguito i lavori, fu collocato sull’angolo meridionale del Palazzo.

La Torre dei Marignolli apparteneva a questa antica famiglia, che si era insediata qui dove c’era l’antica Porta Aquilonare o del Vescovo, nella cerchia delle mura alto medievali.
L’esterno della torre, che doveva avere un aspetto imponente ed essere molto più alta di quanto lo è oggi, ha due grandiose porte al piano terra, una per lato, che sono sormontate da architravi monolitiche e da ampie ghiere ad arco rialzato a sesto acuto. Ai lati degli architravi si possono vedere delle buche pontaie, mentre ai piani superiori si intravedono le sagone di alcune finestre tamponate. Vi è collocato in angolo un tabernacolo cinquecentesco con una Madonna con bambino.

Il palazzetto dell’Opera di San Giovanni ha una facciata in pietra grezza e un cortile che, anche se rimaneggiato, ha conservato le caratteristiche quattrocentesche. Qui era l’antica canonica di San Giovanni, costruita proprio di fronte alla Colonna di San Zanobi un antico monumento bronzeo raffigurante un albero, eretto nel 1384 là dove un olmo secco sarebbe miracolosamente rinverdito al passaggio delle reliquie del santo trasportate nel 429 da San Lorenzo a Santa Reparata.

La Loggia del Bigallo ed il relativo palazzetto attiguo furono costruiti fra il 1352 e il 1358 in stile gotico (nonostante gli archi a sesto acuto siano una precursione del Rinascimento). Ospitò per secoli congregazioni caritatevoli, prima quella della Misericordia, poi la Confraternita del Bigallo, due istituzioni un tempo unite e poi dal 1489 distinte. Sulla facciata sono presenti sculture e affreschi della fine del Trecento. Oggi ospita un piccolo museo con alcune opere d’arte appartenute alla Confraternita.

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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