L’ultimo SCIUSCIA’ sta qua!
#PERstradaPERcaso… é un mio raccoglitore di aspetti e peculiarità del territorio in cui vivo, ripresi e riassunti talvolta, con stile fantasioso in racconti brevi. .
>Buongiorno Ciro… “Ueh Carmine che ci fai qua…?”
Porto un po’ in giro il mio nipotino… e tu?
“Aspetto mia nipote Annalisa la figlia di mio cugino Silvio che non guida e arriva da Napoli col treno, ma a quanto pare sta in ritardo e nell’attesa guardo un vecchio baldacchino di lustrascarpe qui all’angolo che mi riporta con nostalgia ai tempi in cui ne vedevo tanti per la città.
>” NONNO – nonno, che fa’ quel signore… pulisce le scarpe ai signori seduti sul trono?
Agli occhi del bambino quel baldacchino é parso strano e la domanda gli è sorta spontanea.
>” Ora te lo spiego io gli ho detto…
Quel signore fa’ un vecchio mestiere che si chiama… il lustrascarpe. Ed é uno dei pochi rimasti.
É un mestiere che oggi si vede poco praticare perché sono cambiate le mode e pure le scarpe non richiedono più il suo intervento.
Ma da noi la pratica del lustrascarpe, devi sapere ha un valore aggiunto, è una piacevole pausa, specialmente di buon mattino, nei giorni di festa in attesa di incontrarsi con gli amici per un caffè. Diciamo é un modo per riempire una noiosa attesa.
Quasi sempre nei piccoli centri o quartieri, c’è confidenza col cliente e mentre il signore mette in pratica la sua arte, con lucido e spazzole, scambia quattro chiacchiere con lui amichevolmente, come si fa’ dal barbiere…le solite cose :
un po’del Napoli, un po’ di Politica Locale e qualche considerazione sulle femmine, che tu adesso non puoi capire perché sei piccolo.
>E pure tu nonno Carmine… fai la pausa piacevole… e fai qualche considerazione che non posso capire?
>CERTO, ma ora la pausa la fa’ zio Ciro che ha le scarpe adatte…e intanto ti racconto un po’ di questo antico mestiere.
DEVI sapere Claudio, che questo mestiere è stato inventato e praticato negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, dai ragazzi napoletani che vivevano per strada, i famosi scugnizzi, che per racimolare qualche spicciolo lustravano le scarpe ai soldati americani che li chiamavano “shoe – shine”.
Successivamente, questa pratica divenne oltre che un espediente, un vero mestiere che si diffuse in Europa e in America.
OGGI caro nipotino mio hai avuto il piacere di incontrare un vero shoeshine che napoletanizzato divenne SCIUSCIA`.
Pietro, forse è l’ultimo, proprio qui, nel tuo paese e potrai raccontarlo un giorno ai figli tuoi…sei contento?
>CARMINE si è fatto tardi,
che dici ce pigliamm NU BBELL CAFÈ e poi andiamo alla stazione a prendere Annalisa?
PIETRO… grazie per la lucidata e buona giornata – ti lascio un caffè sospeso al bar di fronte.
Questo racconto di fantasia si basa su un incontro avvenuto in Sant’Anastasia all’angolo di via D’AURIA e via DE ROSA antistante a piazza CATTANEO, dove ancora oggi si può ad occhi chiusi rivivere un po’ di sano passato, mentre la mano esperta di PIETRO – figlio di MIMI` che avviò l’attività – ti lucida le scarpe come un tempo faceva il suo papà.