In giro per Firenze,Le vostre storie

Piazzale degli Uffizi

Della serie…in giro per Firenze…Il Piazzale degli Uffizi ⚜️!

Il Piazzale degli Uffizi è un’area del centro storico di Firenze, dominata dal complesso degli Uffizi. Si accede alla piazza da via della Ninna, dal lungarno Anna Maria Luisa de’ Medici, da via Lambertesca e da piazza della Signoria.
Prima della creazione degli Uffizi, questa zona, afferente alla parrocchia di San Pier Scheraggio, era malsana e malfamata, abitata da operai di processi maleodoranti, come la tintura e la concia delle pelli, che riversavano le acque reflue nella gora dello Scheraggio.

Assai diffusa era la prostituzione, tanto che il quartiere era anche chiamato della Baldracca, e tale cattiva fama era ad esempio ricordata nello spiacevole episodio del prete Amadio della Val di Pesa, che nel 1131 si era trovato qui in una locanda tanto mal circondato da preferire di dormire in strada all’addiaccio (dalle sue lamentele nascerà la Congrega di Gesù Pellegrino per accogliere degnamente i religiosi di passaggio in città). Qui si trovava anche la prima zecca, e varie strade e piazzette in cui ebbe anche sede, tra l’altro, l’Arte dei Fornai.

 

Cosimo I de’ Medici decise di accorpare vicino alla sua nuova residenza di Palazzo Vecchio tutte le magistrature fiorentine, sia per controllarle più facilmente, sia per dare un più efficiente servizio pubblico, concentrando in un luogo molte le istituzioni civili, giudiziarie e finanziarie (gli “uffizi”, cioè uffici) fino ad allora sparse per la città. Il progetto di un nuovo, grande complesso fu affidato a Giorgio Vasari, che vi lavorò dal 1560 (con le demolizioni avviate fin dal 1545) alla sua morte nel 1574. L’architetto si ispirò a quanto aveva costruito Jacopo Sansovino in piazza San Marco a Venezia, con un’elegante cortina di loggiati ed edifici dalle stesse modulazioni architettoniche che circondano lo spazio urbano.

Il cantiere del nuovo Palazzo degli Uffizi poté dire ultimato nelle strutture essenziali venti anni dopo, nel 1580, quando la nuova fabbrica andò a saldarsi con l’edificio della Zecca formando un unico grande edificio che, attestato verso l’Arno con una grande loggia aperta, si chiudeva verso la piazza con l’antica Loggia dei Lanzi, mentre verso il fiume e ancora oltre fino a Palazzo Pitti si arricchiva di un collegamento soprelevato, Corridoio Vasariano. Tra l’altro, morto appunto il Vasari nel 1574 e proseguiti i lavori da Alfonso Parigi e da Bernardo Buontalenti, venne da quest’ultimo sistemata la loggia ai piani superiori del palazzo, inizialmente concepita come una terrazza aperta.

Altri lavori di adeguamento si succedettero nei secoli XVIII e XIX, in particolare nel 1842-1846 si ebbe la decorazione delle ventotto nicchie con gli Uomini illustri toscani, nell’ambito di un progetto promosso da Vincenzo Batelli (ma sostanzialmente già previsto nel piano cinquecentesco).
Si tratta di uno spazio oltremodo scenografico e unitario, esaltato dal loggiato della fabbrica che si sviluppa senza soluzione di continuità, fornito di panche in pietre, e che funge da cannocchiale a inquadrare da un lato l’Arno, dall’altro la possente mole di Palazzo Vecchio con la sua torre. La pavimentazione è in lastricato alla rinfusa.

All’esterno degli Uffizi sono da segnalare le ventotto statue in marmo di illustri toscani, collocate nelle nicchie dei pilastri del portico (quattro a guardare l’Arno sul lungarno Anna Maria Luisa de’ Medici), eseguite tra il 1842 e il 185, dai maggiori scultori del tempo.
Nell’angolo più vicino a via della Ninna (lato “lungo“, ad est) si trova l’entrata ottocentesca al museo, tra le due statue di Lorenzo e Cosimo de’ Medici, corrispondente a quello che resta dell’aula di San Pier Scheraggio. Seguono tutte le altre porte del complesso, corrispondenti allo scalone, alla ex-biglietteria e a tutti i vani del piano terra, con iscrizioni sui portali che ricordano le magistrature che qui ebbero originariamente sede. Su uno dei portali vicino all’Arno si trova un Busto del Salvatore, pregevole opera sei-settecentesca.

Il braccio centrale, del Verone, è aperto scenograficamente sull’Arno. Sull’arco mediano, a guardare il piazzale interno, è una statua raffigurante Cosimo I, opera del Giambologna (1585), affiancata da due sculture allegoriche raffiguranti il Rigore e l’Equità, di Vincenzo Danti (1566).

Sul lato corto (ovest) si trovano la nuova biglietteria (inaugurata nel maggio 2021), l’Auditorium Vasari e la portineria degli uffici, da cui si raggiungono vari ambienti del piano terra. L’ultima porta, verso nord, è dell’Accademia dei Georgofili, la cui sede si sviluppa in profiondità fino alla Torre dei Pulci. Sotto la volta di via Lambertesca si trova la Porta delle Suppliche, di Buontalenti, piccolo gioiello dell’architettura manierista, e più avanti l’edificio delle Reali Poste; infine, poco prima della Loggia dei Lanzi, una delle uscite del museo, corrispondente al percorso “breve” attraverso lo “scalone Natalini“.
Nel piazzale sono regolarmente presenti artisti di strada.

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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