Via Fiesolana
Della serie…in giro per Firenze…Via Fiesolana⚜️!
Via Fiesolana si trova a Firenze, da piazza Salvemini a via dei Pilastri. Circa a metà vi incrocia la via di Mezzo.
La strada, uscente dall’antica porta di San Piero, conduceva un tempo verso Fiesole, congiungendosi poco dopo con borgo Pinti, fino al XII secolo, il che spiega la denominazione, antica e attestata nel corso dei secoli.
La via ha attualmente carattere secondario, ma dovette essere un tempo di un certo prestigio, stando almeno agli edifici che si allineano lungo il primo tratto, presumibilmente definitisi nel tempo a partire da case corti mercantili. Oltre via di Mezzo prevalgono invece edifici che ancora conservano caratteri propri delle antiche case a schiera a destinazione popolare, per lo più un tempo di pertinenza di istituti religiosi. In tutti i casi la via si segnala per le molte memorie storiche, peraltro attestate da varie targhe apposte sulle facciate degli edifici, che ne ricordano gli illustri abitanti: Telemaco Signorini, Paolo Mascagni, Giuseppe Martelli, Luigi Cherubini.
La via ha carattere residenziale popolare e, nonostante l’assenza di emergenze architettoniche, si segnala per le molte memorie storiche peraltro attestate da varie targhe apposte sulle facciate degli edifici. La carreggiata è pavimentata a lastrico.
Palazzo Bartolommei-De Rossi
Si tratta di un elegante palazzo con sobrie decorazioni settecentesche, frutto della riunificazione di varie case che sono documentate ai primi del Quattrocento come proprietà dei Del Grasso. Nel 1678 passò per eredità all’ospedale degli Innocenti e venne tenuto a livello dagli Asini e dai Poltri. Nel 1773 fu venduto al marchese Bartolommei, al quale si devono i lavori di definitiva riunificazione del fronte. Lungo il fronte su via Fiesolana è l’accesso carraio alla corte, dove era il pozzo e l’accesso alle stalle e alle rimesse.
Casa di Telemaco Signorini
Si tratta di un esteso casamento di tre piani che segna il primo tratto della via. L’edificio non presenta elementi di particolare pregio architettonico e tuttavia, come ricorda una memoria posta dal Comune di Firenze il 12 dicembre 1926 in prossimità del numero civico 6, è da segnalare essendo stata – in uno dei molti appartamenti – la casa del pittore e scrittore Telemaco Signorini, che qui morì il 10 febbraio 1901.
Palazzo dell’Istituto per le Case Popolari
Il palazzo spicca nella via (per lo più caratterizzata da episodi di edilizia minore) per la nobiltà del disegno del fronte, dai tipici tratti cinquecenteschi, e per la notevole estensione del corpo di fabbrica, con i suoi tre piani organizzati su sei assi. Al piano terreno gli ultimi restauri hanno riportato a vista porzioni di bugnato di un più antico edificio tre quattrocentesco. Una buchetta del vino è a destra del portone. Al centro del fronte è uno scudo con il campo ora privo di arme. Già sede dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari lo è ora di Casa Spa.
Casa Mascagni
L’edificio, con una facciata di tre assi per quattro piani che rimanda a modelli cinquecenteschi, pur non presentando elementi di particolare pregio, è elegante e ben curato, anche grazie al recente intervento di restauro. A fianco del portone è una buchetta per il vino. Come ricorda la memoria posta dal Comune di Firenze nel 1955, bicentenario della nascita di Paolo Mascagni, qui “il principe dell’anatomia italiana abitò e condusse a termine le sue immortali opere”.
Casa Cherubini
La casa è decisamente modesta e riconducibile alla tipologia delle antiche case a schiera, in questo caso di due assi per cinque piani, gli ultimi frutto di soprelevazioni. Come segnala una memoria ottocentesca già trascritta da Francesco Bigazzi, qui vide i natali il 14 settembre 1760 il grande musicista Luigi Cherubini, che “nelle ragioni dell’arte serbò peregrino fra gli stranieri la gloria del primato italiano”.
Casa di Giuseppe Martelli
L’edificio, come molti di questa strada, sorge su strutture medioevali, nel tempo sviluppate in altezza e in profondità fino ad assumere i caratteri attuali, per la facciata definiti da un disegno della prima metà dell’Ottocento, corretto ma senza particolari pregi. Nel 1808 il palazzo apparteneva alla famiglia Martelli e nel 1830 era pervenuto in eredità all’architetto Giuseppe Martelli, che qui visse e morì il 30 marzo 1876, come ricorda un’epigrafe posta sul fronte e collocata, per le cure della Regia Accademia delle Belle Arti e del Collegio degli Architetti e Ingegneri, nel gennaio 1888. Alcuni lavori di sistemazione all’edificio si devono allo stesso architetto che, nel 1857, aveva acquistato anche lo stabile adiacente al n. 26 mettendolo parzialmente in comunicazione col primo. La palazzina rimase alla famiglia Martelli fino al 1949, quando fu venduta ai Melandri.
Casa dei Servi di Maria
Si tratta di un edificio con il fronte riconfigurato nel Settecento, organizzato su sei assi per quattro piani. Il repertorio di Bargellini e Guarnieri lo segnala per la sua contenuta eleganza (ancora oggi pienamente apprezzabile) e per la presenza sul portone di uno scudo con arme. Per quanto abraso, quest’ultimo ci appare leggibile come riferito ai Servi di Maria per la presenza di una S intrecciata al gambo di un giglio sradicato terminante con tre fiori, ad indicare un’antica proprietà riconducibile ai possessi della non lontana basilica della Santissima Annunziata. Sulla facciata si trova anche una buchetta del vino.