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Addio Burt

Burt Freeman Bacharach (Kansas City, 12 maggio 1928 – Los Angeles, 8 febbraio 2023), pianista, compositore, arrangiatore e produttore discografico statunitense.

La notte scorsa si è spenta una delle stelle più luminose della musica della seconda metà del XX secolo.
Burt Bacharach, pianista, cantante e compositore, impareggiabile produttore di successi pop per trenta anni, dalla fine degli anni ’50 a quella degli’80, è morto per cause naturali nella sua casa di Los Angeles in California.
«What the World Needs Now», «The Look of Love», «Walk On By», «Don’t Go Breaking My Heart», «A House Is Not a Home»: al confine tra jazz e pop, le sue ballate romantiche e malinconiche hanno scalato la vetta delle classifiche su entrambe le sponde dell’Atlantico per oltre sessant’anni.

L’elenco dei suoi interpreti, più di mille, è impressionante, e include Tom Jones, Elvis Costello, i Beatles, Ashanti, Cindy Lauper, White Stripes e molti altri. Solo in apparenza semplici («Ho un’unica regola: cercare di non rendere le cose complicate all’ascoltatore»), le composizioni di Bacharach sono piene di misure asimmetriche e complesse progressioni di accordi.

«Una definizione sintetica di Burt Bacharach ha a che fare col “facile ascolto” — osservò nel 2018 Elvis Costello, un Grammy condiviso col compositore nel 1998 — Ascoltare le sue canzoni può essere piacevole, ma non hanno niente di facile. Provate a suonarle, provate a cantarle».

Nato nel 1928 a Kansas City, Missouri, Bacharach prende lezioni di piano dalla madre ma è il jazz a intrigarlo più della classica. Nei nightclub della sua città ascolta il bebop di Dizzy Gillespie e Count Basie, il cui stile influenzerà il suo modo di scrivere canzoni. Studia musica in diverse università americane. Uno dei suoi professori, il francese Darius Milhaud, traccerà con un consiglio la rotta che il compositore seguirà per tutta la vita: «Non vergognarti mai di scrivere canzoni che la gente fischietterà».
Poi tutto ha inizio: nel 1956 il compositore Peter Matz lo raccomanda a Marlene Dietrich. È la diva del cinema degli anni Trenta subito  lo recluta come arrangiatore e direttore musicale dei suoi tour.

Dieci anni dopo, a New York, arriva l’incontro con il paroliere Hal David (morto nel 2012), con cui formerà uno dei duo di maggior successo dell’industria musicale, complice la scoperta, durante una sessione di registrazione, di una giovane e talentuosa cantante che diventerà la loro musa: la mitica Dionne Warwick.
Tra il 1962 e il 1968, Bacharach e David piazzano insieme ben quindici titoli nella Top 40 americana, tra cui «Don’t Make Me Over», «Anyone Who Had A Heart», «I’ll Never Fall in Love Again» e «Do You know The Way to San José?».

Il sodalizio si spezzerà nel 1973 per questioni di soldi — per dieci anni si parleranno solo tramite gli avvocati, non lavoreranno mai più insieme —, allontanando Bacharach dal successo fino agli anni Ottanta, nonostante due Oscar vinti come Migliore colonna sonora e Miglior canzone («Raindrops Keep Fallin’ on My Head») per «Butch Cassidy» (1969).

infine, l’incontro con la paroliera Carole Bayer Sager, che nel 1982 diventerà la terza delle quattro mogli della sua vita dopo Paula Stewart,  Angie Dickinson eJane Hansen, porterà a Bacharach il terzo Oscar per «Best That You Can Do», tema dal film Arturo (1981).

Il repertorio di Bacharach — 48 hit da Top 10, nove numeri 1 e oltre 500 composizioni — ha abbracciato il pubblico di diverse generazioni, rendendolo uno dei più grandi compositori pop di sempre. Nel 2012 ricevette  anche il Premio Gershwin dall’allora presidente Barack Obama, che durante un’apparizione in campagna elettorale aveva cantato alcuni secondi di «Walk On By».

Questo giusto per rendere l’idea di quale immane perdita sia la morte di Burt Bacharach che a 94 anni, quasi fosse un patriarca biblico, se n’è andato da poco da questa vita, lasciando dietro di sé innumerevoli sinfonie di tre minuti che per comodità chiamiamo canzoni pop.

La sua vicenda personale è stata una perfetta chiave di lettura per interpretare mezzo secolo di storia della musica e del costume: dallo studio di classica e jazz alla direzione dell’orchestra di Marlene Dietrich, dall’irripetibile collaborazione con David nel periodo d’oro del Brill Building alla carriera a Hollywood culminata in tre Oscar.
Sullo sfondo amicizie nel bel mondo e travolgenti passioni. Per noi, un’eredità di grandi pezzi pop senza le quali il mondo sarebbe stato decisamente più povero.

 

https://www.youtube.com/watch?v=FzQBOBoPg04

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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